Terzo lungometraggio di Hayao Miyazaki, Il mio vicino Totoro è un film con il quale il regista vuole arrivare dritto al cuore dei bambini.
Abbiamo già visto con Laputa – Castello nel cielo che Miyazaki voleva svilire i suoi film di atmosfere cupe per rendere la fruizione della storia più piacevole anche e soprattutto ai suoi spettatori più piccoli. Con Il mio vicino Totoro il regista giapponese affronta tematiche delicate servendosi di personaggi fantastici ed atmosfere magiche.
Chi è Totoro?
Partiamo dalla storia di Satsuki e Mei, due sorelle che si trasferiscono a Tokorozawa, una cittadina di Tokyo immersa nel verde, per avvicinarsi all’ospedale in cui era ricoverata la madre.
Satskuki è la sorella maggiore e, sebbene non sia adulta, riesce a mantenere a pieno ritmo la divisione tra studio e cura della casa, Mei invece è una combina guai che si perde spesso e fa i capricci per restare più tempo possibile vicino a sua sorella.
Già dai primi momenti le due sorelline incontrano i personaggi fantastici partoriti dalla mente di Miyazaki come i “nerini del buio”, piccoli spiritelli che si insediano nelle case chiuse da tanto tempo e che solo i bambini possono vedere. Arriviamo poi al giorno in cui Mei passeggia lungo le strade della campagna per scoprire meglio il posto in cui vive. Si imbatte prima in piccoli animali che possiamo definire come “mini-totoro” e poi incontra il gigante, tenero e simpatico Totoro. La bimba entra così in un altro mondo, si addormenta sulla pancia del suo amico immaginario e viene trovata dopo un po’ da Satsuki.
La situazione creata da Hayao Miyazaki richiama tanto Alice nel paese delle meraviglie, Mei è infatti protagonista di un simulacro che le si presenta nella vita quotidiana con molta naturalezza, senza che lei se ne accorga. La stessa Satsuki si accorgerà per la prima volta di Totoro quando aspetterà il padre alla stazione del bus insieme alla sorellina piccola. In quel momento Totoro non richiama l’attenzione, semplicemente si presenta accanto alle ragazze aspettando il suo amico Gattobus, un altro elemento che per certi versi ricorda tanto lo Stregatto in Alice.
Il mio vicino Totoro – Il mondo dei bambini incontra quello degli adulti
L’elemento distintivo nell’affrontare un tema come quello dei fantasmi ne Il mio vicino Totoro è sicuramente la piena partecipazione degli adulti alle preoccupazioni dei bambini.
Quando Satsuki e Mei incontrano i nerini del buio, pensano di vivere in una casa infestata. Il loro padre anziché prendere per assurde le loro credenze, entra nel loro mondo tranquillizzandole pur ammettendo che la casa ha qualcosa di magico. Ricordiamo la scena in vasca da bagno dove iniziano a ridere insieme per allontanare gli spiritelli ed evitare di far crollare la casa. Stesso appoggio lo ritroviamo nella madre che sorride insieme a loro, manifestando di non vedere l’ora di tornare in quella casa per abitarci.
Tale modo, autentico ed unico, di vedere attraverso gli occhi dei bambini è una peculiarità di Miyazaki che supera sempre tutte le aspettative.
Un altro incontro importante tra micro e macro, tra bambini e grandi, è l’affronto di un tema delicato come la malattia, il vero antagonista della storia. Noi non sappiamo di cosa sia malata la madre nella storia, ma vediamo che giorno per giorno non uscirà dall’ospedale e ciò ci fa pensare a qualcosa di abbastanza grave, ma anche in questo caso il regista non ci angoscia ed è impeccabile nel costruire dialoghi che riportino al focolaio domestico e alla bellezza dello stare in famiglia.
Ed infine vediamo l’incontro tra la razionalità e la furbizia di Satsuki con l’ingenuità e l’incanto costante di Mei. La sorella maggiore crederà alla storia di Totoro solo quando lo vedrà con i suoi occhi. In quel momento sarà in grado di adottare lo sguardo sognante della della sorellina.
Totoro è la rappresentazione esterna di quanto possiedono dentro i bambini, il loro mondo personale è un posto molto amato da Miyazaki. Inoltre l’animale fantastico è in piena corrispondenza con l’ambiente pulito e senza pericolo in cui si trova, vicino a Totoro le sorelle non avranno paura nemmeno del buio in un posto che non conoscono.
Il mio vicino Totoro è il film in cui Miyazaki rinuncia ad aerei, tematiche strettamente ambientali come nel suo primo lungometraggio Nausicaa della valle del vento, per dedicarsi a vicende semplici, lineari, in cui non ci sono degli antagonisti che minano il benessere dei protagonisti. Il regista giapponese fa trionfare solo una delle sue ricorrenze: il fantastico, il magico. E’ l’opera più pertinente ai bambini di Miyazaki, ma in generale dello Studio Ghibli .
Il mio vicino Totoro – Curiosità
Sapevi che il film è stato introdotto da Empire al 275esimo posto nella lista dei 250 migliori film della storia? Sembra proprio che sia stato molto apprezzato dal pubblico! Anche se il successo di Totoro non è stato istantaneo a causa della sua doppia programmazione con Una tomba per le lucciole di Isao Takahata, si riteneva infatti che il film non potesse avere nulla di rilevante per il pubblico, infatti Il mio vicino Totoro ha visto il suo massimo successo anni dopo quando Totoro diventò una vera e propria icona, nonché marchio dello Studio Ghibli.
Il mio vicino Totoro, inoltre, racconta una storia in parte autobiografica: la madre di Miyazaki era malata di tubercolosi spinale ed egli dovette affrontare 9 anni della sua infanzia lontano da sua madre. Il regista affermò che adottare dei personaggi maschili, rispecchiando ancor di più la sua vita, sarebbe stato troppo doloroso per lui.
Il nome Totoro vuol dire “troll”: nella lingua giapponese Troll si pronuncia Tororu, ma Mei afferma di aver visto un Totoro, sbagliando la pronuncia, sarà infatti Satsuki a fare riferimento ai troll dei libri di fiabe.
All’inizio Miyazaki aveva pensato ad un unico personaggio di sei anni che avesse le caratteristiche sia di Mei che di Satsuki, durante la stesura della sceneggiatura si rese conto che accadevano troppe cose e separò la personalità del suo unico personaggio, creandone un altro.
La colonna sonora de Il mio vicino Totoro è stata apprezzata così tanto da diventare una delle più famose del suo compositore Joe Hisaishi!
https://www.youtube.com/watch?v=BdNksb9Rtic
I nerini del buio, che fanno davvero parte delle credenze giapponesi, appaiono anche nel premio Oscar di Miyazaki La città incantata.
In conclusione, vediamo di nuovo l’incontro tra lo Studio Ghibli e la Disney: un giocattolo praticamente uguale a Totoro appare in Toy Story 3 della Pixar uscito nel 2010.
Totoro, con la sua semplicità di amico immaginario nella vita quotidiana, ha conquistato piccoli e grandi, produttori e appassionati di tutto il mondo!