Giorni fa abbiamo presentato il calendario completo della programmazione della nuova stagione de La Grande Arte al Cinema di Nexo Digital, ed il primo appuntamento da segnare in agenda per il nuovo anno è sicuramente il docu-film su Leonardo da Vinci, intitolato “Leonardo. Le opere”, per la regia di Phil Grabsky.
Sarà proiettato nelle sale italiane soltanto nei giorni del 13, 14 e 15 gennaio 2020, quando dipinti e disegni conservati in 8 paesi sparsi per il mondo (il regista Phil Grabsky ha viaggiato proprio fra questi 8 paesi per riprendere in situ praticamente tutte le opere pittoriche attribuite a Leonardo) saranno indagati nei dettagli più piccoli dalla macchina da presa, ma soprattutto raccontati da esperti di chiara fama come Luke Syson, direttore del Fitzwilliam Museum di Cambridge, Martin Kemp, professore emerito al Trinity College di Oxford, Mikhail Piotrovsky, direttore del Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e Andrzej Betlej, direttore del Museo Nazionale di Cracovia.
Nell’anno dell’anniversario dei 500 anni dalla sua morte, dopo la proiezione del film Io, Leonardo di Jesus Garces Lambert con Luca Argentero e della serie TV Leonardo con Aidan Turner, il genio toscano torna a far parlare di se, della sua poliedrica personalità, della sua immensa genialità, capace di spaziare in tutti i campi dello scibile umano, dall’arte all’architettura, dalla scultura alla letteratura, dalla meccanica alla fisica e alla matematica.
Il lungometraggio – realizzato in qualità Ultra HD – sarà un’occasione imperdibile per ammirare da vicino i maggiori capolavori, a cominciare naturalmente dalla Gioconda, vista con una profondità di analisi del dettaglio straordinaria, passando per le due madonne conservate all’Ermitage di San Pietroburgo Madonna Litta e Madonna Benois per approdare al contestato e misterioso “Salvator Mundi”, tre opere con una storia abbastanza travagliata.
La Madonna Litta infatti, per secoli attribuita alla mano di Leonardo, nella seconda metà del Novecento è stata al centro di un acceso dibattito i quanto alcuni studiosi hanno ipotizzato che l’opera fosse stata solo iniziata da Leonardo, ma terminata da uno dei suoi discepoli, Giovanni di Boltraffio o Marco d’Oggiono. All’ Ermitage invece, come vedremo, il dubbio non sussiste: il dipinto a tempera su tavola è accompagnato da un solo nome, quello di Leonardo da Vinci.
La Madonna di Benois invece, che dopo 35 anni è tornato in Italia lo scorso giugno in occasione di una mostra a Fabriano e Perugia, è una delle opere giovanili del maestro, arrivata nel Museo di San Pietroburgo nel 1914, ceduto dall’ allora proprietaria Marija Benois. Sembra che in Russia fosse stato portato da un gruppo di artisti girovaghi. Qui sarebbe stato acquistato dal nonno della Benois in un mercato d’ arte ad Astrachan, e donato alla ragazza da suo padre in occasione delle sue nozze. Secondo un’ altra ipotesi, pare che il più antico proprietario sia stato il generale Korsakov, collezionista d’ arte.
L’opera ha subito un processo di restauro particolare, che ne ha modificato la struttura originale. Il dipinto infatti, nato come olio su tavola, nel 1824 venne trasferito su tela da un restauratore russo. Questa è una pratica molto invasiva che si ottiene togliendo man mano le parti lignee, perdendo quindi parte dell’imprimitura originaria.
Il mistero che avvolge il Salvator Mundi è molto fitto. Risalente al 1500 circa, si ritiene che questo eccezionale lavoro sia contemporaneo sia alla Gioconda che alla Belle Ferronnière. È un olio su tela, uno dei meno noti dei 20 dipinti superstiti del maestro del Rinascimento italiano; ritenuto a lungo distrutto, il Salvator Mundi è stato riscoperto nel 2007 ed è Il dipinto più costoso mai venduto a un’asta. Attribuito con qualche contestazione al pennello di Leonardo e venduto per 450 milioni di dollari nel novembre 2017, avrebbe dovuto costituire il perno a cui ancorare la già favolosa collezione del Louvre di Abu Dhabi, ma, da quando ha lasciato i saloni di Christie’s a New York dopo la vendita, il quadro è letteralmente scomparso dalla circolazione. Pochi quadri hanno mai evocato tanto intrigo sia nel mondo dell’arte che in quello degli oligarchi russi e degli sceicchi.
Di questo intricato giallo, nemmeno gli staff del Louvre di Parigi e di Abu Dhabi, che avrebbe dovuto esporre la tela già dal settembre scorso, sono riusciti a sciogliere qualche nodo. Tuttavia poco tempo fa sembra sia stato avvistato all’interno della Serene, il mega-yatch del principe ereditario saudita Mohamed Bin Salman. Forse un lieto fine, e la possibilità di ammirarlo, presto ci saranno. Il Serene, sarebbe infatti una sistemazione provvisoria, perché il principe saudita avrebbe in mente di esporlo nel centro culturale che sorgerà ad Al-Ula, zona archeologica vicina a Medina, la cosiddetta Petra saudita perciò, nell’attesa, potremo ammirarlo sul grande schermo.
Uno dei tanti che aleggiano intorno alla figure e alle opere del genio da Vinci potremmo dire.
Avremo anche la possibilità di ammirare sotto una luce del tutto nuova la milanese Sala delle Assi, all’interno del Castello Sforzesco che deve il suo nome al rivestimento ligneo che in età sforzesca si utilizzava per rendere alcuni ambienti meno freddi e più confortevoli, l’Adorazione dei Magi recentemente restaurata e la Madonna dei Fusi, mostrata in un film per la prima volta dopo il suo recente restauro, una delle immagini sacre più ammirate e autorevoli del pieno Rinascimento, l’Ultima Cena o Cenacolo, un dipinto parietale ottenuto con una tecnica mista a secco su intonaco, la Dama con l’ermellino sulla cui identità sono state fatte svariate ipotesi, e Ginevra de ‘Benci che nasconde sul retro una ghirlanda con Il motto “virtutem forma decorat” e che rivela anagrammandolo, 50 frasi tutte firmate dal genio del Rinascimento. Messe insieme, raccontano la storia di Ginevra Benci appunto, raffigurata nel ritratto, figlia di un ricco banchiere, costretta a sposare un uomo che non ama Vivremo insomma un turbinio di emozioni, saremo catapultati nell’arte pura, vera e sincera dell’artista vinciano.
La Grande Arte al Cinema è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital che non finiremo mai di ringraziare per averci regalato un incontro così ravvicinato e unico con la bellezza, la spiritualità e la libertà che solo l’arte sa comunicare.