Wolfgang Petersen, morte di un visionario, capace di trasformare la fantasia in realtà
Sin dai suoi esordi nella Germania Ovest degli anni ’70, il giovane WolfgangPetersen, nato nel 1941, aveva dimostrato come regista una perizia dal punto di vista tecnico fuori del comune, cimentandosi anche come sceneggiatore. Il suo primo film Einer von uns beiden (1974), un giallo molto apprezzato in patria. Il tempo di dirigere un secondo film e poi viene notato dalla Bavaria Film, lo studio di produzione più importante della Germania che, nel 1980, gli offre fondi cospicui per girare il film U-Boot 96, ambientato all’interno di un sommergibile durante la Seconda Guerra Mondiale.
Questa sua opera varca i confini nazionali e viene considerata un capolavoro, tanto da conquistare ben sei nomination all’Oscar delle quali due per il tedesco Wolfgang Petersen , come regista e sceneggiatore, a partire dal romanzo di Lothar–Günther Buchheim . Pur avendo il film effetti speciali tipici dei kolossal hollywoodiani, i soldati tedeschi sono descritti con molta umanità, a differenza di quanto accade negli USA, dove spesso vengono bollati come nazisti fanatici. Il film incassa quasi ottantacinque milioni di dollari nel mondo, rivelandosi un successo anche al botteghino.
La reputazione di Wolgang Petersen cresce e gli viene affidato un altro kolossal, costato ben sessanta milioni di marchi, ancora una volta di derivazione letteraria. Dall’omonimo romanzo di Michael Ende, un best-seller, viene tratto nel 1984 La storia infinita, un film che avrai sicuramente visto e che diventa un blockbuster, amatissimo soprattutto dai più piccoli. ai mirabolanti effetti speciali, che danno vita ai personaggi, ancora una volta sono le doti di sceneggiatore di Wolfgang Petersen a colpire: il libro e il film sono un inno al potere dell’immaginazione e dei sogni, in un mondo sempre più cinico.
Petersen ormai è un cineasta di fama internazionale e per lui il passo successivo è l’approdo negli Stati Uniti alla corte della 20th Century Fox per la quale gira Il mio nemico, un thriller fantascientifico con Dennis Quaid e Louis Gossett Jr. Arrivano poi alcuni film d’azione di ottima fattura, che mischiano il giallo, genere con il quale ha debuttato, con sequenze mozzafiato nelle quali Wolfgang Petersen si destreggia perfettamente: Prova schiacciante, Nel centro del mirino con Clint Eastwood, John Malkovich e Renè Russo, Virus letale e nel 1997 Air Force One, con Harrison Ford, presidente USA in lotta contro i terroristi.
Negli anni duemila dirige George Clooney nel catastrofico La tempesta perfetta (2000) per poi confrontarsi nientemeno che con Omero in Troy (2004)che riprende le vicende dell’Iliade, con un Brad Pitt palestrato nei panni improbabili di Achille e un cast di star internazionali. Quest’ultimo film sfiora i cinquecento milioni di dollari d’incasso nel mondo, a fronte di un budget di ben 180 milioni.
Prima di tornare in Germania, nazione che gli ha conferito la Croce al merito della Repubblica Federale, Wolfgang Petersen fa in tempo a girare il remake di un altro film catastrofico del 1972, Poseidon (2006) con un gruppo di star intrappolate su un transatlantico che sta per inabissarsi. Qui dimostra di non aver perso la mano con l’azione e gli effetti speciali. Il suo ultimo film, girato in patria, è Vier gegen die Bank, criminal movie girato sotto l’egida della Warner Bros, prima dell’aggravarsi della sua malattia, che ce lo ha portato via il 12 agosto 2022.
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