Vita da Gatto (2024): la recensione del film in esclusiva

L'amicizia straordinaria della piccola Clémence e il suo dolce micetto

Camilla Marcarini Commenta! 5
Vita da Gatto film recensione
9.4
Vita da Gatto

Vita da Gatto; Regia: Guillaume Maidatchevsky; Sceneggiatura: Guillaume Maidatchevsky, Michael Souhaité; Fotografia: Daniel Meyer; Musiche: Julien Jaouen; Montaggio: Jeanne Kef; Cast: Capucine Sainson-Fabresse; Corinne Masiero; Lucie Laurent, Nicolas Umbdenstock; Produzione: MC4, Orange Studio; Paese di Produzione: Francia, Svizzera; Distribuzione in Italia: Plaion Pictures; Genere: Family, Drammatico; Durata: 90 minuti; Data di Uscita: 18 aprile 2024.

Jean-Pierre Bailly e Stephane Milliere presentano Vita da Gatto, un film meravigliosamente insolito, diretto da Guillaume Maidatchevsky (regista e studioso di fauna selvatica, tra le sue ultime opere cinematografiche/documentaristiche si citi Kina e Yuk-Alla Scoperta del Mondo), vincitore al Giffoni Film Festival 2023 nella categoria Miglior Film, sezione Elements +6. Adattamento al romanzo di Maurice Genevoix RROU, pubblicato per la prima volta nel 1931, si racconti questa bella storia.

Sinossi

Vita da Gatto narra le vicende di Cleménce, una bambina di dieci anni che, un giorno, trova in soffitta una cucciolata di gattini. Tra questi la piccola Rrou con cui instaura un rapporto viscerale, cercando, al contempo di educarla. L’avventura comincia quando la famiglia decide di partire per le vacanze nella casa in campagna, portandosi dietro il tenero animaletto. Abituato alla routine e ai ritmi di una grande città, Rrou si trova immersa nella natura e foresta selvaggia, scoprendo, con non poco timore, quel richiamo così familiare.

Vita da Gatto film recensione

Infatti, specie faunistiche ‘spaventose’, come la lince o la civetta e numerose insidie traumatizzano, inizialmente, quell’esserino ma la visione del suo simile permette di apprezzarne le bellezze. Certo, per Clem e Rrou non mancheranno momenti drammatici (quant’è dura la vita nei boschi) ma fortunatamente l’aiuto della vicina di casa Madeleine, ribattezzata bonariamente ‘la strega’, si conferma provvidenziale, specialmente in alcune situazioni pericolose, quando si tratta di trarre in salvo la vita delle due protagoniste.

Vita da Gatto, recensione

Una storia semplice che non ha bisogno dei colpi di scena o finali memorabili perché la vera bellezza è racchiusa proprio nella magia di questo racconto, così lineare benché siano previsti attimi di tensione, come, ad esempio, la fuga di Rrou o l’inseguimento della ragazzina da parte di un cinghiale. Il tocco naturalistico del regista si percepisce (e quindi la sua passione) poiché il mondo animale lo si pone in primo piano, cercando di far comprendere allo spettatore determinate dinamiche appartenenti a numerose specie, rinvenibili nel film.

Ma specialmente tale pellicola cinematografica vuole analizzare il punto di vista felino – significativi i primi piani del micio come a simboleggiarne lo sguardo riflesso su un mondo completamente sconosciuto – rispetto alla quotidianità vissuta dall’umano. Ed ecco che, proprio in questi frangenti, emerge la curiosità ma l’attrazione per la natura diventa sempre più forte fino ad assecondare la propria indole selvaggia ed abbandonare la vita domestica – forse mai appartenuta, nonostante l’adozione e i tentativi di insegnarle le regole.

Vita da Gatto film recensione

Non è un film come tutti gli altri perché è ‘emozionale’ e sensoriale allo stesso tempo – naturalmente per lo spettatore il senso maggiormente interessato sarà l’udito ma potrà cogliere con l’immaginazione anche altri aspetti, come l’olfatto, ponendosi nei panni degli animali quando, nella foresta, annusano nell’aria il rispettivo odore, per esempio. Ma non solo: sa toccare con delicatezza le corde più sensibili dell’anima (infatti ricordati i fazzoletti) suscitando così forte commozione. A livello tematico, anche lo sviluppo dell’empatia verso una creatura non è da sottovalutare.

Oltretutto quest’ultimo riferimento è ben rappresentato dal personaggio Madeleine, una signora solitaria dai modi un po’ bruschi, in compagnia del suo cagnolone Rambo e difatti estimatrice del mondo faunistico e delle sue regole, portatrice di rispetto. Un tema fondamentale che Vita da Gatto tratta con assoluta maestria e si rivela una vera e propria perla in una società, come quella attuale, in cui il valore della vita di qualsivoglia essere vivente, specialmente animale, è considerato pari a zero (o quasi). Lo consiglierei? Sì, perché abitua all’amore e alla cura verso il prossimo, in modo genuino.

Mi raccomando, segna la data sul calendario: dal 18 aprile al cinema (e ribadisco: fazzoletti a portata di mano!).

Di seguito, due clip del film che raccontano il rapporto speciale tra Clémence e Rrou:

L’inizio di un’amicizia

Nella foresta

Vita da Gatto film recensione
Vita da Gatto
9.4
Trama 10 | 10
Fotografia 10 | 10
Regia 10 | 10
Recitazione 10 | 10
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