Va a finire che ti amo – No Kiss List | Recensione

Matt Lackland Commenta! 4

Cosa fareste se il vostro migliore amico fosse gay e voi segretamente innamorate di lui?

Questa è la storia di Noemi (Victoria Justice) ed Ely (Pierson Fode): amici per la pelle praticamente da sempre, hanno condiviso tutto e condividono tutto fin quando lui non si innamora del ragazzo di lei. “Bello stronzo!” penserete, ma non è facile come sembra.

Ely e Noemi

Sullo sfondo di una Manhattan un po’ in stile Zach e Cody al Grand Hotel, il nucleo centrale della vicenda si svolge in un palazzo, con tanto di portiere e vicinato con un orecchio sempre sulla porta. All’inizio il rapporto tra i due è tutto rose e fiori, bacetti, dolcetti e tante coccole, ma un pensiero fuori campo di Noemi lascia poco all’immaginazione: “E mento quando dico che non ho niente contro i gay: non mi vanno, cioè, a parte Ely…”. Sì, perché la ragazza è ancora ancorata all’idea che per l’amico sia tutto un gioco, che prima o poi tutto gli passerà e finalmente potranno stare insieme per sempre. Una serie di luoghi comuni si susseguono nel corso della narrazione con un Ely che non rinuncia mai a una notte di divertimento e una Noemi abbracciata ai cuscini che aspetta il suo ritorno. La protagonista risente profondamente del divorzio dei genitori e fa quasi da tata a una madre che ha perso ogni stimolo e ogni voglia di andare avanti da quando il marito l’ha lasciata. Porta sulle spalle il peso di una famiglia spezzata, per colpa di una delle madri di Ely, e mente a se stessa e a tutto il mondo per rendere quel peso quantomeno sopportabile.

Bruce 2 (Ryan Ward), il fidanzato di Noemi, è un ragazzo schivo e timido, fino a quando Ely riesce a togliere quello scomodo e palpabile velo di disagio mettendo a nudo i veri sentimenti di Bruce 2, che si scopre innamorato di Ely.

La ragazza vive l’episodio come un imperdonabile tradimento da parte della persona a cui più teneva (Ely), ma grazie a questo sfortunato susseguirsi di eventi si innamora del portiere Gabriel (Matthew Daddario).

L’epilogo e la presa di coscienza

Accantonata la convinzione, o meglio speranza, di vivere il resto della sua vita con Ely, Noemi impara un’importante lezione: non ci sarà mai una sola persona importante nella nostra vita, ma se saremo fortunati ne avremo tante.

Sbollita la rabbia dei primi 36 giorni, 9 ore e 7 minuti i due si accorgono del grave errore che hanno commesso e, ritrovatisi nel vecchio rifugio d’infanzia, ritrovano l’amicizia perduta.

Non si tratta di un capolavoro del cinema, né di un film rivoluzionario ma è una pellicola per giovani, per chi riesce ad immedesimarsi nel caotico seppure sensato (almeno per quell’età) susseguirsi di eventi e azioni, sono sicuro che risulterà un film piacevole, da vedere in un pomeriggio di pioggia e a cuor leggero: un teen-drama Netflix senza grandi pretese.

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