Una barca in giardino è il nuovo film di Jean-François Laguionie, che arriverà nelle sale italiane dal 13 febbraio. Il lungometraggio sarà poi distribuito da Trent Film.
Il maestro dell’animazione francese Jean-François Laguionie, già acclamato regista di La tela animata e Le stagioni di Louise, realizza una nuova opera animata che esplora con delicatezza i temi dell’infanzia e della crescita, accompagnando gli spettatori in un viaggio intimo e poetico attraverso gli occhi di un bambino affascinato dai grandi esploratori e dal mistero del mondo adulto.
Una barca in giardino. Un bellissimo quadro da vivere senza confini
Presentato in anteprima nella selezione ufficiale del 77° Festival di Cannes e in concorso al 43° Festival del cinema d’animazione di Annecy, Una barca in giardino è una storia emozionante, di splendida poesia, in cui viaggi immaginari e reali diventano la metafora dei legami tra genitori e figli.
La vicenda ha inizio nei primi anni Cinquanta, sulle rive del fiume Marna non lontano da Parigi, dove un ragazzino di nome François, di 11 anni, il quale osserva con curiosità il progetto che sta prendendo vita nel giardino di casa sua: suo padre Pierre vuole infatti costruire una replica della celebre imbarcazione del marinaio Joshua Slocum, il primo a compiere il giro del mondo in solitaria a bordo di una barca a vela, il leggendario Spray, la celeberrima barca a vela su cui Joshua Slocum completò il giro del mondo in solitaria che lo rese celebre nel 1895. Mentre la costruzione procede, il giovane François passa dall’infanzia all’adolescenza, in una Francia segnata dal dopoguerra.
Lo sguardo affettuoso e poetico che rivolge ai suoi genitori diventa la chiave per comprendere il legame profondo che lo unisce alla sua famiglia. La barca non è infatti soltanto un progetto di costruzione, ma un simbolo del sogno che si realizza, un sogno che François condividerà con suo padre e sua madre Geneviève: un’avventura che li porterà a scoprire una nuova rotta, dove realtà e fantasia si intrecciano, tra il desiderio di partire e l’emozione di navigare verso l’ignoto.
Perché in questo emozionante ritratto della Francia post 1945, uscita sì vittoriosa dal secondo conflitto mondiale, ma assai malconcia dal secondo conflitto bellico, si cerca con un’imbarcazione di far veleggiare non solo una barca, ma un sogno di antica memoria di Pierre, quando il mondo prima delle guerre sembrava pieno di belle speranze, spazzate via invece da trent’anni di guerre che insieme alle macerie, si era portato via quello spirito di fuga.
Non è un caso che la barca a vela che Pierre cerca di costruire voglia riprodurre un esempio del 1895 del leggendario Joshua Slocum, il primo a compiere il giro del mondo in solitaria a bordo di una barca a vela, in una sorta di ricostruzione artigianale di quel tempo, tra Belle Époque e Esposizione Universale di Parigi del 1900.
Il mondo, in quell’anno specifico, sembrava infatti essere in rampa di lancio per poter navigare in acque placide e serene fatte di pace, buoni sentimenti e piacevoli scoperte. Presto, però, tutte queste belle aspirazioni vennero spazzate via dai funesti venti di guerra che, sostituiti quelli salutari dei mari, portarono a largo e lontano quel sogno chiamato libertà che Slocum, con la sua leggendaria impresa, aveva contribuito a costruire in quegli anni e, allo stesso tempo, aveva infuso a quei giovanissimi ragazzi nati e cresciuti negli ultimi anni dell’Ottocento, quel senso di speranza di un mondo migliore da esplorare e non in cui, al contrario, paurosamente rinchiudersi.
Adesso, negli anni Cinquanta francesi, quello spirito di libertà sembra pronto a rinascere, è il simbolo fisico di questa rinascita è proprio questa barca in costruzione situata in giardino, in cui Pierre, la moglie Geneviève e il giovanissimo figlio François di 11 anni, tra sogno e realtà, possano ricominciare praticamente a sognare.
Non si sa, infatti, se questo viaggio simboleggiato da questa semplice barca a vela, effettivamente, un giorno getterà l’ancora e salperà, essendo il messaggio che si evince, fin dal trailer di Una barca in giardino, quello essenzialmente di iniziare. Progettare e costruire una barca insieme è infatti solo il principio, quella base fondamentale su cui poter ricostruire quella felicità originale antecedente alla guerra, ripartendo da dove tutto nasce, quindi dalla famiglia.
Una sorta di nuova natività, simboleggiata non a caso da un padre, una madre e un figlio per rilanciare, non solo fisicamente in mare un’imbarcazione, ma un sogno di un mondo nuovo migliore per François, giovanissimo sognatore, futuro piccolo principe di un nuovo pianeta che possa rinascere, si spera migliore, dalle sue ceneri…
Dal 13 febbraio quindi, non perdetevi in tutte le sale, Una barca in giardino, una splendida favola animata di Jean-François Laguionie per tornare a sognare un mondo nuovo senza guerre. Un sogno, un’utopia forse, ma non è forse da questo che da sempre inizia tutto?