Esiste da sempre, sin dagli albori del cinema, uno scambio reciproco tra il mondo della letteratura e quello della settima arte. Sin da quando se ne ha memoria la recitazione trae spunto dalle opere letterarie, prima con il teatro, poi con il cinema. Numerosi sono gli adattamenti cinematografici di celebri romanzi. A volte si verifica però anche l’ipotesi opposta: è il mondo della letteratura a rifarsi al cinema, ed è questo il caso di Un chien andalou.
Cortometraggio surrealista del 1929, Un chien andalou di Luis Buñuel e Salvador Dalì sta per diventare un fumetto, grazie alle mani di Andrea Cavaletto.
Un chien andalou, il manifesto surrealista
Abbiamo già dedicato in passato un articolo più approfondito non solo a Un chien andalou, ma all’intera opera cinematografica di Salvador Dalì, uno dei principali esponenti del movimento surrealista.
Un chien andalou è un cortometraggio davvero suggestivo, ideato ed interpretato da Salvador Dalì e Luis Buñuel e da cui emergono appieno tutti i temi più ricorrenti del surrealismo e della psicoanalisi, la cui visione lascia la medesima sensazione di un risveglio dopo uno strano sogno.
https://youtu.be/cB7gd_t6WMQ
Un chien andalou narra la storia passionale tra violenza e pulsioni sessuali di un uomo ed una donna, che non riescono a congiungersi a causa di una serie di eventi e personaggi che si frappongono tra i due.
Si tratta di un cortometraggio di poco più di venti minuti, sufficienti a destabilizzare lo spettatore. L’opera realizza un ibrido tra il sogno e la realtà, allontanandosi totalmente da quanto più possa considerarsi razionale. Si tratta di un’opera emblematica e che non si presta a facili interpretazioni, data la sua forte ambiguità. Come è evidente e come del resto è caratteristico del movimento surrealista, il corto trae spunto dai sogni di Buñuel e Salvador Dalì:
“Giunto a Figueras da Dalì, invitato a passare qualche giorno gli raccontai che avevo sognato da poco una nuvola lunga e sottile che tagliava la luna e una lama di rasoio che spaccava un occhio. Lui mi raccontò che la notte prima aveva visto in sogno una mano piena di formiche. Aggiunse: e se dai due sogni ne ricavassimo un film?”
La sceneggiatura di Un chien andalou venne scritta in una sola settimana ed il corto venne girato in soli 14 giorni: dal sodalizio dei due nacque un’opera caratterizzata da una forte ambiguità essenziale, dove la breve durata non giova a favore di una possibile interpretazione degli eventi, apparentemente casuali.
Gli eventi in Un chien andalou non si svolgono in ordine cronologico, non vi è alcun senso logico e la narrazione è discontinua e costantemente interrotta, creando dunque un forte senso di disorientamento. Non solo il tempo ma anche la percezione spaziale risulta profondamente alterata e destabilizzante, ricreando uno scenario prettamente onirico eppur vicino al reale. La scena iniziale è certamente la più emblematica e rappresentativa del successivo cinema di Buñuel: è notte e nel cielo le nuvole tagliano la luna così come un barbiere (interpretato dallo stesso regista) taglia con un rasoio l’occhio di una donna.
Una ferita dell’occhio non della donna, ma dello stesso spettatore, costretto ad una visione alquanto disturbante. L’obiettivo è quello di rappresentare una serie di sequenze che catturino l’attenzione dello spettatore, secondo la tesi esposta da Ėjzenštejn e come vedremo successivamente in numerose opere cinematografiche, quali ad esempio Persona (1966) di Ingmar Bergman, dove sin dall’apertura lo spettatore è posto dinanzi ad immagini terrificanti e disturbanti, anche decontestualizzate, quali dei flash volti a richiamare l’attenzione.
La scena dell’occhio tagliato, oggetto di studio per il cinema mondiale ancora oggi, segna un passaggio importante nella storia cinematografica, ponendosi quale simbolo di un mutamento di prospettiva. Buñuel va a simboleggiare così un cambiamento del punto di vista, ora superando il reale ed assumendo un nuovo sguardo volto all’inconscio, aprendo la mente dello spettatore a visioni oniriche. Il taglio rappresenta la rottura col passato e l’avvento del surrealismo nel cinema.
Dal sogno di Dalì è tratta la scena della mano da cui fuoriescono formiche. Le formiche sono un elemento ricorrente nell’opera dell’artista e che di fatto possiamo individuare in numerosi suoi dipinti, quale simbolo di decadenza e putrefazione, rinviando ad un trauma dell’uomo, rimasto impressionato dalla visione di formiche che copiose si apprestavano a divorare la carcassa di un animale.
Il fumetto di Andrea Cavaletto
“Quando, da ragazzino, leggendo l’Enciclopedia della Paura allegata ad uno speciale di Dylan Dog, sentii per la prima volta parlare del film e vidi la famosa scena dell’occhio tagliato dal rasoio, ne rimasi morbosamente attratto. Il cortometraggio riuscii a vederlo solo parecchi anni dopo e, nonostante non riuscissi ad afferrarne il senso, mi stregò. Ho sempre cullato l’idea di farne una trasposizione a fumetti. E adesso, grazie a Edizioni NPE, quel sogno è diventato realtà!”
Queste le parole dell’autore di questo adattamento a fumetti, Andrea Cavaletto, celebre in particolare come sceneggiatore di fumetti quali Dylan Dog e Mystère. Andrea Cavaletto per Un chien andalou ha curato non solo la sceneggiatura, ma le stesse illustrazioni realizzate col carboncino, segnando il ritorno dell’autore al disegno e svolgendo un lavoro certosino di riproduzione di quasi ogni singolo fotogramma del corto, così come spiegato da Cavaletto:
“Ho seguito esattamente la narrazione del film, passo per passo, limitandomi a semplificare alcuni passaggi che sarebbero stati inutili e ripetitivi. Ho quindi visto e rivisto il cortometraggio, studiandone in dettaglio ogni inquadratura. Poi ho fotografato tutte le scene del film, quasi fotogramma per fotogramma (3745 foto). Ho scelto le più rappresentative”.
Così Cavaletto spiega il modo in cui si è approcciato a quest’opera, affermando quanto Un chien andalou lo abbia influenzato:
“Io vi ho letto una sorta di viaggio nella psiche, dove le violente pulsioni erotiche tra maschile e femminile si manifestano in una narrazione freudiana, in cui ogni cosa diventa metafora sessuale. Sono sempre stato attratto dalle opere complesse, astruse, antiborghesi e anticlericali”.
Il fumetto di Un chien andalou sarà disponibile a partire da questo giovedì 19 agosto, composto da 64 pagine a 16,90 euro, proposto da Edizioni NPE. Puoi preordinarlo su Amazon cliccando qui!