Ci sono delle giornate in cui ti sembra di aver davvero toccato il fondo, in cui l’unico rimedio possibile sembra essere mimetizzarsi con il letto e sparire per un po’. Fortunatamente per noi, esiste una categoria di film fatta appositamente per questo tipo di stato d’animo. Hai mai sentito parlare di comfort movie?
Ebbene, come dice il nome, si tratta di film che innescano reazioni positive, che riescono sempre a strappare un sorriso e un senso generale di sollievo e serenità. È una categoria di film che amo particolarmente, perché rappresenta ciò che ricerco nel cinema e nelle serie tv: una nuova prospettiva con cui affrontare anche i momenti più negativi. Oggi in particolare sono qui per parlarti di un film che ho amato tanto e che è un must per me: Tutto può cambiare, scritto e diretto da John Carney, già regista di Once e Modern Love.
Tutto può cambiare (anche se diciamolo, era di gran lunga meglio il titolo in inglese, Begin Again) si presenta come una commedia caratterizzata da un iniziale sapore amaro, che via via si fa spazio per creare quel senso di calore di cui ti parlavo. Il film di John Carney vede come protagonista Keira Knightley nei panni di Gretta, una giovane cantautrice inglese, che insieme al fidanzato e cantante Dave -interpretato da Adam Levine– si trasferisce a New York, nella speranza di poter sfondare nel mondo della musica. Ma quando Dave riceve un contratto da solista con un’importante casa discografica, tutto cambia: Dave non è più la stessa persona e travolto dalla crescente fama e dai numerosi impegni, si allontana sempre più da Gretta, fino al giungere della loro rottura.
Proprio quando agli occhi di Gretta tutto sembra essere ormai privo di senso, ecco che arriva Dan, interpretato da Mark Ruffalo, un fallito e alcolizzato produttore discografico che vede in lei un enorme potenziale. Nonostante l’iniziale ritrosia di Gretta, ben presto i due avviano un sodalizio che li porterà a risalire dal baratro: sarà proprio la musica a far ritrovare a entrambi la giusta direzione, in una New York che non solo fa da sfondo, ma diventa anche una romantica e inaspettata sala di incisione.
L’incontro tra Dan e Gretta
A un primo sguardo, la prima grande sorpresa di questo film è Keira Knightley: dopo film come Orgoglio e Pregiudizio, Espiazione e Anna Karenina, la ritroviamo qui nei panni di un’aspirante cantautrice, alle prese con esibizioni e accordi di chitarra. Ma l’attrice britannica anche questa volta non delude e si cala alla perfezione nella parte, il che fa sorridere se si pensa che in un’intervista lei stessa ha dichiarato che la musica non fa per lei. Ancor più ironico, se si pensa che è sposata con James Righton, cantante ed ex tastierista della band Klaxons: è stato proprio il marito a darle lezioni di chitarra e di canto in preparazione al film.
Come seconda sorpresa abbiamo il debutto da attore di Adam Levine, frontman dei Maroon 5. Sebbene la sorpresa sia tanta, alla fine l’interpretazione del cantante non risulta particolarmente memorabile, e complice forse anche la storyline, Dave resta un personaggio piuttosto insulso. Ma ecco che a porre rimedio c’è Mark Ruffalo, nei panni di Dan Mulligan. Il suo personaggio è il vero fuoco del film: l’interpretazione di Mark Ruffalo rende viva quella scintilla, quell’emozione che anima Dan nel momento in cui capisce di aver trovato un talento e un’anima affine.
Ma la vera protagonista di questo film è la musica: tutto è un inno ad essa, una vera e propria dichiarazione d’amore che ci fa pensare che non avremmo potuto esprimere in un modo migliore ciò che realmente è la musica e che cosa essa significhi per coloro che ne riescono a cogliere la sua bellezza. Ma è anche un ritratto romantico e quasi alla Woody Allen di New York, una città che ha sempre rappresentato la culla dei sogni, un luogo in cui potersi realizzare. Una New York idilliaca che in questo film diventa musica. Infine c’è la storia di questi due personaggi, Gretta e Dan, entrambi arrivati a un capolinea: si incontrano proprio al momento giusto, per iniziare un percorso insieme e per giungere, alla fine del film, con la consapevolezza che l’uno ha salvato la vita dell’altro. E che senza la musica, tutto questo non sarebbe potuto succedere. Ed ecco che il ciclo ricomincia.
Insomma, Tutto può cambiare è un film che ti prende per mano e ti accompagna per tutto il tragitto con la promessa che alla fine tutto andrà bene. E ancora oggi, nei giorni no, questo film riesce a farmi sentire così.