Tom Hanks
Figlio di Amos Mefford Hanks (cuoco itinerante e discendente del 16º Presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln) e di Janet Marylyn Frager (infermiera di origini portoghesi), Thomas Jeffrey Hanks, detto ‘Tom‘, nasce a Concord, in California, il 9 luglio del 1956.
I suoi genitori divorziano quando ha soltanto quattro anni e, vivendo un’infanzia piuttosto movimentata, è costretto a seguire il padre in giro per gli Stati Uniti con suo fratello Larry e sua sorella Sandra, mentre il fratellino minore, Jim, resta a Los Angeles con la madre. Cambia cinque scuole e dieci abitazioni acquisendo almeno tre matrigne e undici fratellastri.
Lui stesso ha dichiarato più volte di essere cresciuto in una famiglia ‘travagliata, ma senza traumi, abusi, alcolismo o problemi di altro genere‘.
Tom si diploma alla Skyline High School di Oakland, in California. A proposito della sua carriera universitaria, ha dichiarato: ‘Dopo il liceo non sapevo che cosa fare. Non avevo i soldi per pagare l’università, né voti abbastanza buoni per ottenere una borsa di studio. E, a dirla tutta, non avevo nemmeno qualche capacità che mi consentisse di entrare nel mondo del lavoro. Decisi allora di iscrivermi al Chabot Junior College a Hayward, in California: pagavo 15 dollari a semestre! Era il 1977, allora il governo sosteneva con convinzione l’educazione pubblica… Tra gli studenti c’erano giovani come me, ma anche persone con il doppio della nostra età, casalinghe, padri di famiglia, immigranti e veterani del Vietnam. Tutti desiderosi di iniziare una nuova vita. È stato un periodo che mi ha aperto gli occhi…ricordo Mrs. Fitzgerald, che teneva un corso su William Shakespeare. Se non l’avessi seguito, non avrei mai capito il teatro. Sono diventato attore perché ero in quel corso‘
Intento a barcamenarsi tra i corsi ad Hayward, Hanks conosce la Great Lakes Shakespeare Festival, una compagnia teatrale di Cleveland in Ohio, dove si trasferisce accettando di fare uno stage. Abbandona dunque gli studi universitari per dedicarsi alla recitazione. A Cleveland rimane tre anni dove si fa le ossa in tutti i sensi allestendo pièce teatrali, dalla messa in scena alle luci, dalla scenografia alla gestione manageriale. Ma è nella recitazione che eccelle, vincendo nel 1978 il Cleveland Critics Circle Award come miglior attore per la sua interpretazione del Proteo di I due gentiluomini di Verona di William Shakespeare. Dopo Cleveland si trasferisce a New York ed entra nella Riverside Shakespeare Company che gli permette di farsi rappresentare da un agente.
Il debutto
Nel 1980, Tom ottiene un ruolo in un horror low budget inedito in Italia: He knows you’re alone.
Seguono un’apparizione nella serie Love Boat e la parte da co-protagonista nella sit-com Henry e Kip (Bosom Buddies), in cui veste i panni (è proprio il caso di dirlo) di un pubblicitario che, per affittare una stanza d’albergo a buon mercato, è costretto a trasformarsi in una donna.
Viene scritturato nel 1982 in un film per la TV fantasy, Labirinti e Mostri, e per una piccola parte in due serie TV, Taxi e Happy Days in cui interpreta un vecchio compagno di scuola di Fonzie che intende sfidarlo per vendicarsi di essere stato spinto dall’altalena anni addietro.
L’incontro con Ron Howard è provvidenziale, perché quest’ultimo sta preparando da regista Splash – Una sirena a Manhattan ed è proprio Hanks ad aggiudicarsi il ruolo principale. Quando si dice il destino!
L’ascesa verso il successo
In Bachelor Party-Addio al celibato, una sex comedy, Hanks interpreta uno scapestrato ragazzo che, alla vigilia delle nozze si prepara per il proprio addio al celibato, organizzato dai suoi amici donnaioli. Tom è inarrestabile ed in soli tre anni gira ben sei film e tutti di gran successo: L’uomo con la scarpa rossa, Un ponte di guai, Casa, dolce casa?, La retata, Niente in comune e il drammatico Dirsi addio. Ma è nel 1988 che riesce a conquistare gli spettatori e l’industria cinematografica con la sua semplicità e con l’aspetto pulito e giovanile con Big una commedia sentimentale che racconta di un bambino che realizza il desiderio di trasformarsi in un adulto con tutte le conseguenze che un simile e repentino cambio comportano. Il film esce circa sei mesi dopo la pellicola italiana Da grande con Renato Pozzetto nel ruolo del protagonista, ma ufficialmente le due produzioni non hanno alcun rapporto tra loro, pur essendo evidente la somiglianza tra le storie. Anzitutto, il racconto di un bambino che “diventa grande” per magia era già presente nel film statunitense Storia di tre amori del 1953, e per giunta i tempi di lavorazione non avrebbero consentito agli sceneggiatori di Big di trarre ispirazione dal film italiano e completare il proprio in soli sei mesi. Big gli vale la prima nomination all’Oscar come miglior attore protagonista, a soli 33 anni. Tom per quel ruolo vince, però, il Golden Globe.
In seguito, l’attore recita in una serie di commedie gradevoli, ma che non riscuotono il successo sperato: L’ultima battuta, L’erba del vicino, Turner e il casinaro e Joe contro il Vulcano. Nel ’90 cambia completamente genere facendosi dirigere da Brian de Palma nell’adattamento cinematografico del romanzo di Tom Wolfe The Bonfire of the Vanities, Il falò delle Vanità, ma il film che vanta un cast di tutto rispetto con Bruce Willis, Morgan Freeman e Melanie Griffith, è un totale disastro. Nel 1992, debutta alla regia dirigendo un episodio della serie horror Racconti di mezzanotte e, nello stesso anno, oltre ad essere premiato con l’ambita stella della Walk of Fame, nei cinema esce Ragazze vincenti, storia romanzata degli inizi della All American Girls Professional Baseball League, il campionato di baseball femminile che si giocò dal 1943 al 1954, mentre gli uomini erano in guerra. La pellicola, che nel 2012 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America, riscosse un discreto successo e fu seguita da un riadattamento della CBS sotto forma di serie TV che, però, ebbe vita breve. Interesserà sapere che Amazon ha annunciato di voler riprendere il vecchio progetto della CBS per creare una serie di episodi ispirati alla lotta al pregiudizio, per il riconoscimento dell’uguaglianza, che si è combattuta sul “diamante”. Nel 1993 dirige un episodio di una raffinatissima serie noir intitolata Fallen angels e gira il romantico Insonnia d’amore al fianco di Meg Ryan.
Dalle commedie…alle stelle !
Nel 1994, il nostro Tom Hanks ormai artisticamente maturo, viene diretto da Jonathan Demme nel film drammatico Philadelphia. Sceneggiato da Ron Nyswaner, trae vaga ispirazione da una vicenda accaduta a Boston e tratta, proprio al culmine della sua drammatica diffusione, il tema dell’AIDS e della discriminazione nei confronti delle persone che ne sono affette. La storia è ambientata a Philadelphia, in Pennsylvania e sulle note dell’impeccabile Streets of Philadelphia di Bruce Springsteen, nonché della magnifica Philadelphia di Neil Young, segue le vicende di Andrew Beckett, brillante avvocato omosessuale che, a seguito di un rapporto non protetto, si ammala di AIDS e viene licenziato dai soci dello studio legale per cui lavora con un basso e discutibile escamotage atto a coprire la vera ragione del licenziamento, ossia una palese ed ignobile discriminazione nei confronti del ragazzo e della sua omosessualità. Un cast straordinario ed una serie di scene strazianti, conducono il film e più precisamente Tom Hanks (che per interpretare Beckett perse 26 chili), alla conquista dell’Academy Award e del Golden Globe come miglior attore protagonista. Curiosità interessante: i filmini proiettati nel finale del film riprendono davvero un piccolissimo Hanks bambino.
Un anno dopo, Tom Hanks si eleva al quadrato, realizzando un’impresa che era riuscita soltanto a Spencer Tracy prima di lui: vince l’Oscar ed il Golden Globe anche per il ruolo del dolce, speciale e naif Forrest Gump, nell’omonimo film di Robert Zemeckis che, non nascondo, è il mio film preferito in assoluto. Un’opera di rara sensibilità. liberamente ispirata al romanzo di Winston Groom del 1986 che narra l’intensa vita di un uomo dotato di uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma il quale, grazie a una serie di coincidenze e alla sua granitica perseveranza, è testimone di importanti avvenimenti storici.
Forrest, anzi Tom Hanks, “corre“. Eccome se corre, ormai proiettato nell’Olimpo hollywoodiano, con la sua tenerezza e con lo stile poliedrico che lo contraddistingue.
E’ il 1995 quando Tom Hanks si ritrova a lavorare con l’amico Ron Howard che lo dirige in Apollo 13, ma interessato anche nel doppiaggio, dona la propria voce al protagonista di Toy Story, il cowboy giocattolo Woody.
Non accenna a scemare la passione dell’attore per l’altro lato della cinepresa, anzi egli scrive e dirige Music Graffiti, il suo primo lungometraggio da regista, nel quale riserva anche un ruolo di secondo piano per sé. Nel 1998 è al cinema con due film che non potrebbero essere più diversi l’uni dall’altro: Salvate il soldato Ryan cruento capolavoro di Steven Spielberg, per il quale riceve una candidatura agli Oscar come migliore attore protagonista e la commedia romantica C’è post@ per te di Nora Ephron.
Ne Il miglio verde, tratto dal celebre romanzo di Stephen King, il nostro Tom Hanks diventa un agente di polizia penitenziaria addetto al braccio della morte del penitenziario di Cold Mountain. La performance che ritengo sia la più ardua in assoluto, giunge nel 2000 con il film di Robert Zemeckis (con cui ha già lavorato in Forrest Gump) Cast Away. Interpretando un dirigente della FedEx che naufraga su un’isola deserta, riesce a catturare l’attenzione dello spettatore e a “comunicare” senza proferire parola. Nonostante l’indimenticabile interpretazione, l’Oscar come migliore attore gli viene soffiato da Russel Crowe per Il Gladiatore, ma Tom Hanks si aggiudica un altro Golden Globe. Interesserà sapere che all’inizio delle riprese, Tom fu costretto ad ingrassare circa di 23 chili, ma nella seconda parte, dovendo rendere l’idea di un naufrago denutrito, ne perse 25!
Nel 2002 interpreta un gangster in Era mio padre, nell’ultima apparizione cinematografica di Paul Newman e, diretto ancora una volta da Spielberg, un agente FBI in Prova a prendermi al fianco di Leonardo DiCaprio. Lui e la moglie Rita Wilson, non sono una coppia idilliaca soltanto nella vita, ma anche nel lavoro e i due producono Il mio grosso grasso matrimonio greco commedia di grande successo. La sua già straordinaria carriera viene premiata con un riconoscimento prestigioso e, a soli 45 anni, Tom Hanks diventa il più giovane attore a ricevere dall’American Film Institute il premio alla carriera.
Un paio di anni dopo, in Ladykillers, dei fratelli Coen, interpreta un ladro gentiluomo e collabora ancora con Steven Spielberg in The Terminal interpretando Viktor Navorski, un viaggiatore dell’Est europeo appena atterrato all’aeroporto JFK di New York che vi resta bloccato, perché un colpo di stato nel suo paese natale ne invalida il passaporto. Il film è ispirato alla storia vera del rifugiato iraniano Mehran Karimi Nasseri: giunto nel 1988 all’aeroporto di Parigi “Charles de Gaulle”, dopo essersi visto rifiutare il visto di ingresso a seguito del furto del suo passaporto. Ha vissuto nel “Terminal 1” dell’aeroporto della capitale francese sino al 2006 e sembra che Spielberg gli abbia versato circa 300.000 dollari per poter raccontare la sua storia. Robert Zemeckis, al lavoro su Polar Express, un film d’animazione natalizio elaborato con la tecnica della motion capture, lo chiama per interpretare ben sei personaggi.
Nel 2006, diventa il professore di simbologia religiosa Robert Langdon e, diretto da Ron Howard interpreta Il Codice Da Vinci tratto dal celebre romanzo di Dan Brown, cui seguono, nel 2009 Angeli e Demoni e nel 2016 Inferno. Recita accanto al figlio Colin Hanks in The great Buck Howard, film inedito in Italia. Nell’interessantissimo La guerra di Charlie Wilson, interpreta il deputato americano che negli anni ’80 ha finanziato l’invio di armi ai mujahidin, per respingere l’invasione sovietica dell’Afghanistan. Produce il musical Mamma Mia! ed il fantasy Nel paese delle creature selvagge per poi dirigere se stesso e Julia Roberts in L’amore all’improvviso – Larry Crowne.
Nel 2011 interpreta un padre che muore nel tragico attentato delle Twin Towers in Molto forte, incredibilmente vicino. Si cimenta con la science-fiction con Cloud Atlas ed è in seguito protagonista di due film tratti da storie vere, Captain Phillips – Attacco in mare aperto di Paul Greengrass e Saving Mr. Banks in cui si trasforma nientemeno che in Walt Disney determinato ad acquisire i diritti del romanzo Mary Poppins dalla sua autrice: Pamela Lyndon Travers (Emma Thompson). È il 2015 quando Steven Spielberg lo chiama per il ruolo del protagonista in Il ponte delle spie, un thriller ambientato alla fine degli anni 50 in piena guerra fredda. In The Circle lavora con Emma Watson nelle vesti di fondatore di una società di social media e in Aspettando il re recita nella parte di un uomo d’affari in viaggio verso l’Arabia Saudita per vendere un’idea a un emiro.
L’idillio tra Tom Hanks e Spielberg non fa che crescere e, nel 2017, ci regala The Post, la splendida pellicola in cui l’attore divide lo schermo con Meryl Streep nel raccontare la vicenda della pubblicazione dei Pentagon Papers, documenti segretati del dipartimento della difesa degli Stati Uniti, sul Washington Post. Nello stesso anno, in Sully di Clint Eastwood veste i panni del pilota che riuscì nell’ammaraggio del volo US Airways 1549 sul fiume Hudson, a New York.
L’uomo dietro l’attore
All’università, Tom Hanks conosce l’attrice Samantha Lewis (con la quale lavora in Bosom Buddies, in Italia nota come Henry e Kip) e nel 1978 i due convolano a nozze. I due hanno due figli: Colin Lewes Dillingham, nato nel 1977, prima del matrimonio e Elizabeth Hanks. La loro storia d’amore, giunge al termine nel 1987 ed i due divorziano. Ancor più tristemente, pochi anni dopo, Samantha si ammala e lotta a lungo ed invano contro il cancro che la vince nel 2002. A proposito della sua storia con la Lewis, Tom Hanks ha dichiarato di essersi sposato troppo giovane e di essersi poi reso conto di essere ancora immaturo per il matrimonio, ma di aver fatto quella scelta non soltanto per amore della sua compagna, ma anche per il desiderio di creare per suo figlio Colin quello che a lui era mancato: una solida famiglia unita.
Nel 1988, sposa Rita Wilson, conosciuta sul set del film Un ponte di guai. L’attrice, di cui è ancora teneramente innamorato, gli da altri due figli: Chester Marlon “Chet” Hanks e Truman Theodore Hanks. Riguardo al suo rapporto con Rita ha recentemente dichiarato:
‘Siamo due artisti che si lasciano in pace a vicenda. E poi, ma non è un segreto, mia moglie mi piace tantissimo. Sarei uno stupido a non tenermela stretta‘
Padre presente e fonte d’ispirazione, non ha mai nascosto la difficoltà nel gestire la dipendenza del figlio Chester da alcol e droghe e non ha mai preso le distanze dalla drammatica situazione che ha compromesso lo stato di salute del giovane. Dopotutto non è tutto oro quello che luccica e spesso, le pressioni esterne dovute all’essere un “figlio di” sono eccessive e possono condurre alle scelte sbagliate.
Noto a tutti come un tipico “mr. nice guy” ossia un uomo alla mano, mite semplice e cortese, Tom Hanks è uno degli attori più amati dal pubblico ed ha uno splendido rapporto con i suoi fans. E’ anche molto spiritoso e nel 2012, imbattutosi in un ragazzo con evidenti postumi da sbornia ed il suo amico, si è divertito a lasciare scatti buffi sul cellulare del giovane.
E’ di fede ortodossa ed ha dichiarato al David Letterman Show di essere affetto da diabete mellito di tipo 2, adora collezionare (ed utilizzare) macchine da scrivere e si dichiara un radicale oppositore di ebook reader e affini, essendo fedele alla carta stampata ed un amante dei libri. Gli è stato intitolato l’asteroide 12818 Tomkanks. Filantropo convinto, crede nel bene comune, nell’altruismo e nella lotta all’indifferenza e all’ingiustizia.
Onorata di aver potuto ripercorrere la carriera di Tom Hanks, sbirciando anche nella sua vita privata e nella persona che è quando dismette i panni dei personaggi che interpreta, concludo con una sua considerazione, non soltanto mantra che dobbiamo fare nostro, ma prova evidente della bella persona che è.
‘Devi svegliarti la mattina e cercare di rendere il mondo un posto migliore‘
Bell’articolo !