Showrunner: Lauren Schmidt Hissrich; regia: Stephen Surjik, Gandja Monteiro, Loni Peristere e Bola Ogun; sceneggiatura: Mike Ostrowski, Javier Grillo-Marxuach, Tania Lotia, Haily Hall, Matthew D’Ambrosio, Clare Higgins, Rae Benjamin e Troy Dangerfield; musiche: Sonya Belousova, Giona Ostinelli; scenografia: Naomi Moore; costumi: Tim Aslam; effetti speciali: György Albitz, Patrik Bocs, Béla Buzgó, Furedi Csaba, Szilvassy Istvan, Károly Keresztesi, Gabor Kiszelly, Géza Kocsis, Attila Nagy, Zsolt Schweigert, Péter Szlávi, Adam Szlávi, Dominik Toth, Attila Vásári; interpreti: Geralt di Rivia (Henry Cavill), Yennefer di Vengerberg (Anya Chalotra), Cirilla (Freya Allan), Ranuncolo (Joey Batey), Tissaia de Vries (MyAnna Buring), Vilgefortz di Roggeveen (Mahesh Jadu), Cahir (Eamon Farren);
produzione: Mike Ostrowski, Sean Daniel, Jason F. Brown, Tomasz Bagiński, Jarosław Sawko, Lauren Schmidt Hissrich, Simon Emanuel, Kathy Lingg, Alik Sakharov, Jarek Sawko, Lauren Schmidt; Compagnia di produzione: Sean Daniel Company, Platige Image, Stillking Films, Cinesite, One of Us, Netflix; paese di produzione: Polonia, Stati Uniti d’America, 2019-in produzione; durata: 48-67’ (episodio)
Mentre monarchi, maghi e bestie del Continente competono per catturarla, Geralt conduce Ciri a nascondersi, determinato a proteggere la sua famiglia appena riunita da coloro che minacciano di distruggerla. Incaricata dell’addestramento magico di Ciri, Yennefer li conduce alla fortezza protetta di Aretuza, dove spera di scoprire di più sui poteri non sfruttati della ragazza; invece, scoprono di essere sbarcati in un campo di battaglia di corruzione politica, magia oscura e tradimento. Devono reagire, mettere tutto in gioco o rischiare di perdersi per sempre.
The Witcher 3: si poteva fare meglio?
The Witcher, l’acclamata serie fantasy dedicata alle avventure di Geralt di Rivia, interpretato per l’ultima volta da Henry Cavill, arriva alla terza stagione, composta da 8 episodi. Come accaduto per l’ultima stagione di Stranger Things, anche questa serie tv è stata distribuita in due parti dal colosso dello streaming: il volume 1 dal 29 giugno con i primi 5 episodi, mentre il volume 2 il 27 luglio con gli ultimi 3 episodi. Grazie a Netflix ho visto la seconda parte in anteprima e ora darò un commento complessivo sull’ultima stagione dello show fantasy.
La mia esperienza con The Witcher nasce nel 2019 quando scoprì la serie tv a Lucca con diversi gadget ed attrazioni a tema; non vedevo l’ora di scoprire la trasposizione della Saga di Geralt di Rivia dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski e fui molto soddisfatto della prima stagione. A quel punto attendevo la seconda, che però non mi conquistò allo stesso modo e la terza continua su questa linea, alternando episodi quasi epici, ad altri meno entusiasmanti: i noiosi intrighi politici prevalevano sulle tematiche che mi avevano affascinato nella precedente stagione, quali la diversità e la ricerca di un buono, in contrapposizione alla scelta “del male minore”.
La testimonianza è data dal drastico calo di audience registrato dopo il lancio della prima parte della terza stagione, con una perdita effettiva di circa il 30% degli spettatori rispetto agli scorsi anni. Sicuramente l’abbandono già annunciato di Henry Cavill nel ruolo del protagonista ha influenzato la visione della terza stagione di The Witcher: l’attore interpreta magnificamente lo strigo e difficilmente riusciamo ad immaginare un altro nei panni del personaggio; la sua evoluzione dal 2019 è stata graduale e magnifica, da burbero guerriero a padre premuroso, con la spada è quasi imbattibile e le sue relazioni con le persone più care si fortificano.
Ciò si collega al tema della famiglia, presente in parte anche nella scorsa stagione e prevalente dal primo episodio di The Witcher 3, in cui mi è piaciuto particolarmente com’è stato portato sullo schermo. Yennefer (Anya Chalotra) riesce finalmente ad accudire una figlia, Cirilla (Freya Allan), che prova anche ad addestrare; oltre al ruolo di madre, la strega cerca di riunirsi alla Confraternita e prova a mostrarsi come una guida verso le sue colleghe. Ranuncolo (Joey Batey) è collegato a questa famiglia, ma riesce ad avere anche una vita interessante e intricata al di fuori.
La vera protagonista dello show è sempre di più Ciri: da piccola figlia indifesa e oggetto del desiderio di tutti i regni, la principessa dal sangue ancestrale mostra le sue doti combattive da Witcher e allo stesso tempo cerca di dominare il potere interno con gli insegnamenti di Yennefer, conquistando la sua autonomia anche quando si ritrova da sola.
Solo il futuro ci dirà se Geralt avrà un degno sostituto, ma ciò non rappresenta l’unico difetto di The Witcher 3: i tanti regni mostrati e gli intrighi politici sono difficili da ricordare e talvolta noiosi da associare agli eventi della serie tv; avrei preferito almeno una spiegazione iniziale ad ogni stagione o commenti magari cantati dal bardo nei momenti cruciali.
La risposta alla domanda iniziale? Si poteva far meglio per questa terza stagione di The Witcher, ma l’ho apprezzata lo stesso: il primo volume ha tinte da giallo fantasy, mentre nel secondo si entra nel vivo dell’azione e della guerra. Le coreografie nei combattimenti risultano sempre eccezionali, in alcune scene anche eccessivamente sanguinarie; tra i dialoghi scorrevano molto naturali le dinamiche scaturite tra i protagonisti principali. Il finale aperto mostra curiosità verso la prossima stagione, ma non lascia vivere di vita propria questa.
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