The Strangers: il primo capitolo della trilogia horror

Un film angosciante ma non perfetto

Irene Marri Commenta! 8
6.4 Un buon horror
The strangers

The Strangers: Capitolo 1, la prima parte della trilogia horror è pronta a sconvolgere gli spettatori. Il film distribuito da Vertice 360, e interpretato da Madelaine Petsch, l’attrice statunitense reduce dal successo del teen drama Riverdale, e da Froy Gutierrez (Cruel Summer, Teen Wolf) arriverà al cinema il 28 novembre.

The strangers: il primo capitolo della trilogia horror

Intenso, terrificante da mozzare il fiato, The Strangers: Capitolo 1 è diretto da Renny Harlin (Nightmare 4 – Il non risveglio, 58 minuti per morire – Die Harder, Cliffhanger, L’esorcista – La genesi, The Covenant, Il passo del diavolo) che torna al genere horror con questa saga ispirata al film omonimo del 2008 di Bryan Bertino.

The strangers: il primo capitolo della trilogia horror
Froy gutierrez as “ryan” and madelaine petsch as “maya” in the strangers trilogy, a lionsgate release. Photo credit: john armour for lionsgate

In questo primo capitolo una giovane coppia, dopo un inaspettato guasto all’auto, è costretta a trascorrere la notte in un cottage isolato situato in una città inquietante. La loro permanenza viene sconvolta dall’arrivo di tre sconosciuti che li terrorizzano agendo senza pietà.

The strangers: il primo capitolo della trilogia horror
The strangers – chapter 1. Photo credit: john armour

The Strangers: l’ennesimo omaggio a Kubrick e Hitchcock

Anche questa volta, ci speravamo di vedere qualcosa di diverso, rispetto al solito topic ispirato ai grandi capolavori del cinema. A volte vi troviamo degli omaggi, come nel caso di The Substance, che la regista Coralie Fargeat inserisce in modo intelligente e perspicace per dare un tocco di esplosività ad una trama che già di suo coglie appieno nel segno. Dalle tipiche strutture scenografiche e geometriche, i colori disturbanti quasi allucinogeni nel caso di Kubrick e la sua immortale prospettiva fino a Hitchcock e le audaci inquadrature. Un calderone di ingredienti che il genere horror conosce e bene, e a volte ne abusa anche troppo.

The strangers: il primo capitolo della trilogia horror
Madelaine petsch as maya in the strangers – chapter 1. Photo credit: john armour

Ovviamente, i grandi registi hanno forgiato un genere e una psicologia ritmica indiscutibile e ancora oggi affascinante. Kubrick con la sua attenta regia e la costruzione strutturale del film, fonda un sentimento che allora veniva citato solo nei vaganti testi di Freud, “il perturbante” e tutto quello che lo identifica. Dalle simbologie, come il doppio, i gemelli, o i numeri che fanno un giro immenso e poi tornano non a caso nei momenti più epici. Una classificazione, di elementi che identificano un genere e un’emozione ben precisa che non è solo la paura, ma qualcosa di pericolosamente turbante.

The strangers: il primo capitolo della trilogia horror
The strangers – chapter 1. Photo credit: john armour

Una linea, che è bene seguire e che quasi sempre non sbaglia. Ma se ripetuta continuamente crea l’ennesimo pastrocchio copiato. The Strangers, in questo caso, ha pochi elementi di richiamo, ad esempio inizialmente ritroviamo le due figure dei gemelli, il doppio, che quasi sempre è sintomo di confusione e di estraneità. Freud, nei suoi romanzi, in particolare in L’uomo della sabbia, analizza il tema del Doppelgänger, ossia del “doppio” malefico che minaccia e atterrisce gli uomini.

Kubrick ne capisce ne analogie e racchiude tutto il suo senso in un genere univoco e senza tempo, ma non è la prima volta che nel cinema vi era utilizzato. Per esempio Partner (1968) di Bernardo Bertolucci, è ispirato a Il sosia di Dostoevskij; Blade Runner (1982) di Ridley Scott, è tratto da Philip K. Dick e The Dead Zone (La zona morta, 1983) di David Cronenberg, ispirato all’opera omonima di Stephen King.

The strangers: il primo capitolo della trilogia horror

Il tema del doppio è la figura persecutrice per eccellenza, il primo campanello d’allarme che in The Strangers, i due protagonisti notano dopo aver incontrato le due strane figure doppie dei fratelli gemelli. Da qui la prima, dei numerosi riferimenti a elementi e simbologie visti e rivisti, originali di unici e indimenticabili film. Lo strano ambiente dove capitano, il bosco isolato e poco accogliente, verrà inizialmente presentato in maniera normale, poi traslato, poco dopo che la coppia inizia a vedere e a percepire qualcosa di strano, intorno e dentro la casa.

The strangers: il primo capitolo della trilogia horror

A dare inizio alle danze, è un “toc toc”, qualcuno ha bussato alla porta. Una figura coperta in penombra sembra cercare Tamara, insistentemente e quasi con un fare anomalo e inquietante. La fine per i due protagonisti, che nel giro di poche ore vedono la magnifica vacanza immersa nella pace e nella tranquillità, trasformarsi in un vero e proprio incubo dove il silenzio è solo agonia e tormento. Tutto viene costruito sono una base prettamente classica, riprese da dietro che immortalano la protagonista e una presenza che la osserva e la studia, fino alle lunghe sequenze dove inizia a prendere forma la suspence e il terrore.

Gli inseguimenti, i giochi a nascondino e le misere prove di autodifesa. Un climax crescente che segue un filo narrativo, che man mano sembra partire dall’inquietudine, poi la suspence fino ad arrivare al drammatico e all’angosciante.

The strangers: il primo capitolo della trilogia horror
Madelaine petsch as maya in the strangers – chapter 1. Photo credit: john armour

L’ennesima scena, dove la porta viene sfondata da un’ascia, proprio come Jack Torrence faceva in Shining contro l’amata moglie Wendy e il figlio Daniel. E poi quella scritta casuale sulla porta “hello” che accidentalmente diventa “hell“. Il sogno della coppia svanisce e diventa un vero e proprio inferno a causa di tre sconosciuti, armati di coltelli e maschere di ogni tipo, terrorizzandoli a morte.

The Strangers, il capitolo uno: è un buon inizio

Nonostante i chiari riferimenti, e la semplicità strutturale, il film si muove bene, non risulta splatter e si avvicina in modo repentino alla realtà, tralasciando al caso pochi dettagli rilevanti e poco attendibili. Comunque la regia è buona, le inquadrature a loro modo, costruiscono con audacia e ordine una linea crescente di suspence e paura, che tiene quasi sempre incollati allo schermo, a volte entrando anche direttamente dentro la storia.

The strangers: il primo capitolo della trilogia horror

Sul finale, ci si perde un pò nel senso vero dell’horror, trasformando l’inquietudine e il terrore in una logorante agonia che sembra non aver fine per i protagonisti. La recitazione, cede in alcuni punti, diventando quasi troppo lagnosa e poco realista. Il prodotto è buono, l’ennesimo mix di stili e cose già viste, ma comunque piacevole e intrigante. Curiosa è la sceneggiatura e soprattutto il ruolo dei tre antagonisti, che in un modo o nell’altro hanno dei caratteri indistinguibili e curiosi. Le maschere, la tragedia e la morte. Una scia, che apre uno spettacolo esuberante e drammatico, impregnato di sangue e malvagità che continuerà attraverso il secondo capitolo…

Perché ci state facendo questo? Perché siete qui.

The strangers: il primo capitolo della trilogia horror
The strangers
Un buon horror 6.4
Trama 7 | 10
Regia 7 | 10
Recitazione 5.5 | 10
Montaggio 7 | 10
Scenografia 6 | 10
Sceneggiatura 6 | 10
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