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The Humans: la recensione

Davide Rostellato 3 anni fa Commenta! 4
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The Humans

Contenuti
Trailer The HumansSinossi The HumansRecensione The Humans

Genere: Drammatico; Anno: 2021; Durata: 107 minuti; Paese: Stati Uniti d’America; Regia: Stephen Karam; Sceneggiatura: Stephen Karam; Fotografia: Lol Crawley; Montaggio: Nick Houy; Direzione artistica: Karen Schulz Gropman, Ada Mitchev; Scenografia: Imogen Lee, Mattie Siegal; Effetti visivi: Djuna Wahlrab, James McEvitt, Gabriel Regentin; Musiche: Nico Muhly; Sonoro: Skip Lievsay, Paul Urmson; Costumi: Ann Roth; Trucco: Kyra Panchenko; Produttori: Louise Lovegrove, Kerry Johnson; Casa di produzione: A24, IAC; Cast: Richard Jenkins, Jayne Houdyshell, Steven Yeun, Beanie Feldstein, Amy Schumer, June Squibb.

Trailer The Humans

Sinossi The Humans

La famiglia Blake si riunisce per festeggiare il Ringraziamento in casa della figlia minore, Brigid (Beanie Feldstein), che vive in un appartamento appena acquistato a Manhattan, New York, con il fidanzato Richard (Steven Yeun). Nella casa si riuniscono le tre generazioni della famiglia, dalla nonna Momo (June Squibb), ai genitori Erik (Richard Jenkins) e Deirdre (Jayne Houdyshell), per finire con le figlie Brigid e Aimee (Amy Schumer). Man mano che il pranzo va avanti iniziano ad affiorare le tensioni interne alla famiglia, per entrare in un buio di paure in tinta con la sera che cala.

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The humans

Recensione The Humans

Stephen Karam, già autore di diverse opere teatrali, approda alla regia con The Humans, tratto propria da una sua omonima pièce teatrale.

The Humans si presenta allo spettatore con una trama semplice: al centro del focus ci sono i rapporti intrafamigliari, con il dramma dell’incomprensione, del silenzio, dell’azione-reazione. Trama semplice, però, non vuol dire banale; infatti, anche se si tratta di un tema ormai conosciuto, Karam riesce a far passare la frustrazione dei suoi personaggi con i suoi dialoghi e con l’uso di una macchina da presa sempre sui componenti della famiglia, tranne quando decide di farsi esterna nei momenti di massima tensione, quelli più difficoltosi da affrontare, e frappore ai personaggi la chiusura degli spazi, a rendere ancora più asfissiante ciò che si sta vedendo.

The humans

Il titolo stesso, The Humans, apre uno spiraglio su ciò che andremo a vedere in questi 107 minuti: esseri umani, con le loro relazioni e i problemi che derivano da esse, con i loro sbagli. Un’indagine sull’essere umano nella società di oggi, toccando svariati temi: dalla depressione, alla malattia, alla difficoltà di trovare lavoro o di terminare gli studi, al mantenere le relazioni amorose e di famiglia.

Il problema legato ai soldi è un filo conduttore della narrazione, che parte mostrando la casa un po’ diroccata in cui si sono trasferiti Brigid e Richard, per collegarsi poi al cibo bio e alla volontà di mantenere la propria salute, per concludersi con il disfacimento della famiglia: Erik ha perso il suo lavoro per via di un tradimento con un’insegnante della scuola in cui lavorava. Persa la famiglia, persi anche i soldi.

“If you’re so miserable, why are you trying to live forever?” (Erik – Richard Jenkins)

The humans

L’appartamento diroccato e asfissiante si fa metafora di questa famiglia che non sa comunicare, nonostante non smetta di parlare per un secondo. Ma queste parole sono dolore, sono frecciatine nei confronti della madre, del padre, della figlia, di chiunque. Non sono conversazione utile, ma voglia di affossarsi a vicenda, in nome di una volontà di sentirsi superiori agli altri.

“Please, don’t act like a martyr when I’m trying to apologize” (Brigid rivolta alla madre, Deirdre)

Tutto questo crescere di tensioni culmina in quello che pare quasi un cambio di genere del film. Infatti, se Stephen Karam parte mostrando un film drammatico, nelle ultime scene sembra quasi mettere in scena un horror tutto famigliare.

The humans

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