The Gray Man
Paese di produzione: Stati Uniti D’America Anno: 2022 Durata: 129 min Genere: Azione Regia: Anthony e Joe Russo Soggetto: Mark Greaney Sceneggiatura: Joe Russo, Christopher Markus, Stephen McFeely Musiche: Henry Jackman Cast: Ryan Gosling, Chris Evans, Ana De Armas, Jessica Henwick, Billy Bob Thornton, Wagner Moura, Julia Butters, Dhanush.
Sinossi di The Gray Man
Sierra Six è un operativo che lavora per la CIA in missioni sotto copertura, un assassino impiegato a togliere di torno i bersagli ritenuti scomodi all’Agenzia. Condannato a decenni di carcere ancora in giovane età, è stato salvato dalla galera e addestrato a questo incarico dall’agente Donald Fitzroy, che però negli ultimi anni è stato marginalizzato dal rampante Denny Carmichael. Ora Sierra Six lavora per lui, che non apprezza il programma Sierra e infatti manda l’agente a eliminare un suo precursore, Sierra Four. Quest’ultimo però gli consegna una chiavetta USB contenente informazioni che possono compromettere Carmichael, il quale dà il via a una caccia all’uomo senza limiti contro Sierra Six, ingaggiando l’eccentrico e psicopatico Lloyd Hansen.
La pellicola con protagonista Ryan Gosling segna il ritorno sulle scene dei registi di Avengers Endgame (2019) Anthony e Joe Russo, i quali decidono questa volta di tentare la strada del film di spionaggio, il quale se d’apparenza potrebbe sembrare il classico intrigo clichè tipico delle visioni di questa categoria, si trasformai invece poi in una storia di rivalsa, e vendetta personale.
Da un punto di vista narrativo infatti, il film non propone nè mette in campo niente di eccezionale per quanto riguarda l’intreccio, tranne per l’appunto il colpo di scena che tradendo le aspettative del pubblico, lo sorprende, trasformando il tutto in una caccia all’uomo in cerca di rivalsa. Ciò che dunque “salva” in colume una sceneggiatura troppo spesso telefonata è proprio il cast stellare di cui i registi hanno deciso di infarcire la pellicola. In specie l’antagonista, interpretato da un entusiasta Chris Evans, risulta spiccare in modo particolare, con quel suo fare istrionico e sopra le righe che lo rende tanto macchiettistico quanto intrigante.
Se dunque sia chiaro fin da ora come il vero punto di forza della pellicola sia il nutrito gruppo di personaggi di cui è composta, ciò va però a discapito degli elementi che compongono la messa in scena. Infatti da un punto di vista delle scenografie lo spettatore si trova di fronte a ciò che di più classico può offrire il filone dei film di spionaggio. Da locali notturni alle più classiche stanze da interrogatorio, il tutto odora di già visto e niente di ciò che viene mostrato sulla scena riesce a colpire o catturare da un punto di vista estetico.
Stesso discorso vale per la fotografia, la quale si adagia su colori caldi che illuminano le buie scenografie, ma ciò però persiste per la maggior parte della pellicola, elemento questo che porta a rendersi conto di quanto poco ispirato e frettoloso sia in realtà il lavoro svolto da questo punto di vista, lasciando quindi tutto nelle mani delle numerose sequenze d’azione e sparatorie che si susseguono per la maggior parte della visione.
Nonostante le evidenti mancanze da un punto di vista prettamente estetico però, la pellicola dei fratelli Russo dimostra comunque di saper piacevolmente intrattenere lo spettatore, grazie anche ad una regia ben fatta e ad un montaggio che garantisce un ritmo sufficientemente serrato durante il procedere del minutaggio, il quale seppur superi di poco le due ore, riesce a non far mai avvertire lo scorrere del tempo a chi sta guardando il film.