Officine UBU è lieta di rilasciare la clip La macabra scoperta tratta dall’audace The Balconettes Le donne al balcone(The Balconettes Les femmes au balcon), diretto e interpretato da Noémie Merlant (Ritratto della giovane in fiamme, Tàr, L’innocente) con Souheila Yacoub (Dune Parte 2, Climax), Sanda Codreanu (Mi Iubita Mon Amour) e Lucas Bravo (Emily in Paris), scritto in collaborazione con la regista e sceneggiatrice di culto Céline Sciamma, in arrivo al cinema dal 20 marzo.
Presentato al 77° Festival di Cannes e in anteprima nazionale italiana lo scorso ottobre nella sezione Best of alla Festa del cinema di Roma, The Balconettes Le donne al balcone è un esuberante mix di generi che affonda unghie e denti nel cinema di Almodóvar e Tarantino, unendo commedia, thriller, horror e surreale a temi attuali come la violenza di genere e il sessismo.
In una torrida notte estiva, tre amiche che condividono lo stesso appartamento a Marsiglia sono invitate a prendere un drink dal loro attraente vicino di casa (Lucas Bravo). Capitanate dall’irruenza di Ruby, (Souheila Yacoub), una camgirl libera e ribelle, Nicole (Sanda Codreanu), una scrittrice timida e sognatrice, e Élise (Noémie Merlant), un’attrice insicura e ansiosa, non esitano ad accettare l’invito. Sembra una serata come tante altre: tra un bicchiere e l’altro si fa tardi, e Nicole ed Élise tornano a casa.
Ma la mattina Ruby si presenta alla porta in stato di shock. È l’inizio di una vicenda folle e surreale, di cui non vengono risparmiati i dettagli più crudi. Quando le ragazze intuiscono quello che è successo a Ruby e tornano nell’appartamento del vicino, davanti ai loro occhi appare una scena da incubo… Per risvegliarsi sarà necessario rimboccarsi le maniche e affrontare i fantasmi del passato e del presente.

“La prima parte del film è più morbida, colorata e gioiosa, come se ci stessimo addentrando in una commedia romantica ispirata al cinema di Almodóvar – afferma Noémie Merlant – Un mix esplosivo di colore, eccesso e vitalità che permette alle protagoniste di atteggiarsi anche con volgarità e, così facendo, trovare il loro spazio. Questa “sana volgarità” imponeva anche di filmare le donne in momenti di rilassatezza, per evitare la sessualizzazione dei corpi. Mi piacciono questi personaggi colorati, donne molto caratterizzate, che parlano ad alta voce. A volte sono quasi caricature dei personaggi dei fumetti.
Nella seconda parte, quando andiamo a casa del vicino, volevo che il film virasse verso il thriller, il fantasy, il gore. Volevo una fotografia che virasse verso il verde, per esprimere angoscia, pur mantenendo la linea della comicità e dell’assurdo. Avevo in mente lo stile dei thriller coreani e giapponesi, come The Wailing o The Chaser di Na Hong-jin o Ichi the Killer di Takashi Miike. Infine, Tarantino e Grindhouse – A prova di morte o tutti i film cruenti che guardavo da piccola con mia sorella, i film di fantasmi che mescolano i generi, soprattutto con molto umorismo”.