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AnticipazioniCinema

Sorry We Missed You: la coerenza di Ken Loach

Irene Pepe 6 anni fa Commenta! 3
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Con Sorry, we missed you, ancora una volta il regista inglese si impegna a descrivere la cruda realtà. Quella che vediamo tutti. Non è che lui la veda meglio, però la sa raccontare. Ken Loach è uno di quei registi che sono talmente bravi da far risultare ogni loro film indimenticabile. Nei suoi lavori si coglie sempre una grande sensibilità e una profonda umanità, tali da farti empatizzare immediatamente con i personaggi, da farti immedesimare nella storia e da portarti, così, a riflettere su quel che abbiamo intorno, su quello che succede al vicino di casa o all’operaio che incontri in treno alle sei di mattina. Loach sta attento ai dettagli, alle espressioni, ai toni di voce, agli ambienti in cui i suoi personaggi vivono con l’accuratezza di un abile osservatore. Il mio amico Eric, La parte degli angeli, Io Daniel Blake, fino ad arrivare a Il vento che accarezza l’erba (in assoluto il mio preferito), tutti piccoli capolavori che descrivono con semplice accuratezza la nostra vita.

In attesa della sceneggiatura di Peppa Pig (l’immagine è per smorzare il possibile effetto depressivo dei film di Loach)

Zerocalcare peppa pig

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il 14 novembre uscirà nelle sale italiane Sorry, we missed you, suo ultimo film. Con la sua consueta attenzione al mondo che lo circonda e con l’ausilio del suo fido sceneggiatore, Paul Laverty, Ken Loach continua a fare film di alta qualità e tensione cinematografica prendendo i soggetti della solida realtà. I titoli di coda sono espliciti: “Grazie a tutti quei trasportatori che ci hanno fornito informazioni sul loro lavoro, ma non hanno voluto che i loro nomi comparissero“.

La storia è questa: Ricky e Abby, interpretati rispettivamente da Kris Hitchen e Debbie Honeywood, vivono a Newcastle coi loro due figli, Liza Jane e Sebastian. Ricky riesce a sbarcare il lunario facendo diversi mestieri precari, mentre Abby fa assistenza domiciliare a persone anziane e disabili. Nonostante lavorino duramente, le loro possibilità finanziarie sono sempre insufficienti. Ricky pensa che un’occasione per incrementare i guadagni sia acquistare un furgone per diventare un trasportatore freelance; per fare questo, Abby deve vendere la sua auto. E ci fermiamo qui. Immagino che molti staranno già sbuffando e pensando: “ecco il solito pippone di Ken Loach sulle ingiustizie, su deboli e gli sfigati“. Bene, quelli che la pensano così possono anche smettere di leggere e andare a vedere l’ultimo film di Checco Zalone. Quelli che, invece, conoscono e amano Ken Loach sanno benissimo che nei suoi film c’è sempre un momento magico, liberatorio, che dà speranza, nonostante tutto, o che, almeno, ti fa sentire meno isolato, perché gli attori, finalmente, dicono quelli che pensi anche tu. E, in un mondo nel quale il solipsismo ha raggiunto il suo apice, non è poco.

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