Scarlet, il film diretto dal visionario regista candidato all’Oscar® Mamoru Hosoda, è stato presentato ieri in anteprima ad Alice nella città, festival dedicato alle nuove generazioni e alla scoperta del talento che si svolge in parallelo e in agreement con la Festa del Cinema di Roma.
La protagonista di questa potente avventura animata tra le pieghe del tempo è Scarlet, principessa medievale ed esperta spadaccina che intraprende una pericolosa missione per vendicare la morte del padre. Si ritrova sconfitta e ferita a morte in un mondo surreale, dove incontra un giovane idealista dei nostri giorni che non solo la aiuta a guarire, ma le mostra anche la possibilità di un futuro libero da rabbia e amarezza. Quando si trova nuovamente di fronte all’assassino di suo padre, Scarlet deve affrontare la sua battaglia più ardua: riuscirà a spezzare il ciclo dell’odio e a trovare un senso alla vita al di là della vendetta?

Nato nel 1967 nella prefettura di Toyama, Mamoru Hosoda ha iniziato la sua carriera nell’animazione nel 1991, quando è entrato a far parte della Toei Doga, ora nota come Toei Animation. Hosoda ha raggiunto il suo primo importante traguardo come regista cinematografico con Digimon Adventure nel 1999. In seguito, è passato al lavoro freelance e ha diretto i lungometraggi d’animazione La ragazza che saltava nel tempo (2006) e Summer Wars (2009), entrambi ottenendo un successo al botteghino duraturo.
Nel 2011, Hosoda ha co-fondato lo Studio CHIZU con il produttore Yuichiro Saito. In seguito ha diretto e scritto la sceneggiatura di Wolf Children (2012) e The Boy and the Beast (2015). Il suo lavoro su Mirai (2018) ha ottenuto una nomination alla 91ª edizione dell’Oscar come miglior film d’animazione ed è stato anche selezionato per la Quinzaine des Réalisateurs di Cannes. Il suo film più recente, Belle (2021), di cui è regista, sceneggiatore e ideatore, è diventato il film di maggior incasso della sua carriera. Belle è stato anche selezionato per la sezione Cannes Première al 74° Festival di Cannes.
L’intervista a Mamoru Hosoda

D. È un film che, a livello di animazione, è strepitoso e la storia è molto attuale. Com’è stato realizzarlo? Com’è stato lo sviluppo? Quali le difficoltà e gli aspetti più semplici?
M.H. Questa è stata una delle cose più difficili per me. Con Scarlet è stato molto complicato perché viviamo in un mondo in cui noi artisti stiamo esplorando nuove forme —non solo tecniche, ma anche espressive —utilizzando strumenti all’avanguardia. Con Scarlet abbiamo impiegato moltissimo tempo per capire come combinare le due tecniche, in che modo differenziare frame per frame, senza avere la certezza se stessimo facendo la cosa giusta o meno. Ancora oggi non sappiamo se abbiamo fatto bene, ma è stato un viaggio importante, un percorso di ricerca verso nuove forme di espressione
D. Il film parla di perdono, ma anche dell’inutilità della guerra. Come vorresti che il pubblico uscisse dalla sala dopo aver visto Scarlet?

M.H. Credo che oggi stiamo vivendo tutti una situazione di grande preoccupazione. Ogni cittadino, in ogni paese, avverte questo senso di incertezza verso il futuro. Un tempo eravamo forse più spensierati, con un’idea più definita di ciò che ci aspettava. Ora non è più così. Quello che spero è che, attraverso Scarlet, il pubblico possa sentirsi almeno un po’ sollevato, con un piccolo spiraglio di fiducia. Vorrei che il film trasmettesse un messaggio positivo di speranza, affinché chi esce dal teatro lo faccia con un sentimento di ottimismo e con un obiettivo di speranza verso il futuro.
D. Il film è ricco di citazioni, sia letterarie —penso a Hamlet o a Shakespeare —sia cinematografiche, con richiami a musical americani come La La Land. Come avete lavorato per inserire questi omaggi e influenze?
M.H. Penso che questa sia la vera essenza di Scarlet: riflettere sull’epoca in cui viviamo e rappresentare ciò che vogliamo esprimere oggi. Autori come Dante e Shakespeare —sebbene vissuti secoli fa, nel 1200 e nel 1600 —sono i grandi classici della nostra cultura, e continuano a parlarci perché i loro messaggi sono universali. È incredibile come le loro parole risuonino ancora nel presente, dimostrando che l’essere umano, in fondo, non è cambiato poi così tanto: cerca sempre le stesse cose, si confronta con le stesse domande.
Questi concetti universali restano fondamentali anche per noi e per le nuove generazioni: sono il punto di partenza per trasmettere emozioni e significati che possano ancora risuonare nel pubblico di oggi. Per quanto riguarda l’influenza di La La Land, non ho pensato nello specifico a quel film, ma attraverso la danza Scarlet trova la possibilità di esprimere un’altra sé, un io diverso. È proprio la danza che rappresenta al meglio questo concetto.