‘Devi uccidere la persona che ti volevano far essere, se vuoi diventare chi vuoi essere davvero’
Il musical, così come concepito, pensato per raccontare una storia attraverso le canzoni, è una tipologia di film che si vede sempre meno. Ne sono un esempio il classico Tutti Insieme Appassionatamente del 1965 di Robert Wise con Julie Andrews, lo sfrenato e intramontabile Grease del 1978, diretto da Randal Kleiser e interpretato da John Travolta e Olivia Newton-John e più di recente è tornato alla ribalta grazie a La La Land di Damien Chazelle, con Emma Stone e Ryan Gosling, film che si è portato a casa ben sei premi Oscar. E adesso, durante il periodo dei biopic, dominato da Bohemian Rhapsody, Dexter Fletcher ci porta a conoscere la storia di Elton John, tra timidezza, successo, eccessi e solitudine e lo fa nello stile del classico musical. In Rocketman infatti sono le canzoni dell’artista stesso a portare avanti la storia, contrariamente a Bohemian Rhapsody, il cui confronto viene naturale, che racconta la storia dei Queen e di come hanno creato i capolavori che tutti conosciamo, ma sostanzialmente non si può considerare un musical a tutti gli effetti.
Di certo però, lo stile di Dexter Fletcher, regista del nuovo biopic su Elton John, in parte ci ricorda proprio il film sulla storia dei Queen e il motivo principale, probabilmente è che lo stesso Fletcher è stato chiamato a sostituire Bryan Singer quando quest’ultimo è stato licenziato dalla Fox per essersi allontanato per un periodo dal set, nonostante la casa di produzione gli avesse negato il permesso. Allo stesso tempo, però, Rocketman si distacca nettamente da Bohemian Rhapsody proprio per il modo in cui viene raccontato.
Anzitutto a raccontare la sua storia è lo stesso protagonista, impersonato da uno strepitoso Taron Egerton, che entra in scena con uno sgargiantissimo vestito arancio e rosso fuoco corredato di paillettes, un curioso copricapo con le corna e due gigantesche ali attaccate alla schiena. Un Elton John già celebre e richiesto in tutto il mondo, ma stanco e arrabbiato, oberato dal lavoro e schiacciato dai suoi stessi eccessi. Il protagonista inizierà a raccontare la sua vita incontrando Reginald Dwight, ovvero se stesso da bambino, in una scena surreale che con “The Bitch is Back” darà il via ad una serie di scatenati numeri musicali corredati da corpi di ballo sempre più strabilianti. In due ore di film ce ne saranno davvero parecchi e le canzoni scandiranno i momenti più emozionanti della vita del protagonista. E così si passa dalla struggente “I Want Love” di un ragazzino incompreso dal padre e in parte ignorato dalla madre, con solo la nonna a spingerlo a credere nei suoi sogni, fino alla scatenata “Crocodile Rock” che lo porterà letteralmente a sollevare la folla danzante da terra con tutta la sua trascinante energia. Ci saranno momenti toccanti come “Your Song” dedicata all’amico di sempre Bernie Taupin e la punta di diamante “Rocketman” rappresentata durante il periodo più nero per l’artista. Non mancheranno inoltre i momenti legati alla scoperta della propria omosessualità, sempre nascosta, anche a causa di un agente senza scrupoli, che nonostante fosse il suo amante, gli ha sempre imposto di tenere nascosta la propria relazione per evitare “cadute di stile”. E poi il glam: abiti sgargianti e luccicanti, stivali giganteschi, occhiali di ogni forma e colore, l’inizio di una forma d’arte da cui molti hanno poi tratto ispirazione, non solo nel mondo del rock (avete presente Lady Gaga?).
Introversione, successo, frenesia, eccessi, solitudine. Sono davvero tante le sfaccettature che Rocketman vuole mostrarci, eliminando quasi completamente ogni forma di censura, per volere dello stesso Elton John che assieme al regista ha voluto raccontare un periodo frenetico e assurdo del quale il cantante ha deciso di godersi ogni singolo momento.
Il film è una manna per gli amanti dei musical, forse meno per chi preferisce uno stile più tradizionale, ma alcune sequenze lasciano davvero incantati. Memorabile la scena in cui un giovanissimo Reginald Dwight, sulle note di “Saturday Night’s Alright (For Fighting)” si trasforma in adolescente in un piano-sequenza spettacolare, come anche l’intera sequenza dedicata a “Rocketman”, uno dei momenti più intensi dell’intera pellicola.
E il cast la fa da padrone. Primo fra tutti, il protagonista, Taron Egerton, che dismessi per il momento i panni di Gary “Eggsy” Unwin, agente segreto dei Kingsman – Secret Service e anche quelli di Robin Hood nello sfortunatissimo Robin Hood – L’origine della leggenda (candidato a ben 3 Razzie Awards), si cala in una parte difficilissima da gestire, ma che ha saputo rendere davvero alla grande, sia con il corpo che con la voce. Quella che sentiamo nel film è infatti la vera voce di Egerton, che assieme agli altri membri del cast, interpreta tutte le canzoni del film. E siamo certi che dietro la scelta dell’attore ci sia proprio lo zampino di Elton John, dato che i due si sono conosciuti proprio sul set di Kingsman – Il Cerchio d’Oro diretto, assieme al primo film della saga, da Matthew Vaughn, che qui torna in veste di produttore.
Un cast interessante circonda Egerton in questo nuovo musical. Jamie Bell, noto al pubblico per il suo ruolo principale in Billy Elliot film del 2000 diretto da Stephen Daldry (Molto Forte Incredibilmente Vicino) in cui il protagonista non era il canto, ma il ballo. Qui, Bell, da prova di essere anche un bravissimo cantante, cimentandosi in diversi stralci di alcune canzoni dell’artista inglese. Cantano anche gli altri componenti del cast tra cui una paffuta Bryce Dallas Howard (Black Mirror, Jurassic Park – Il regno distrutto), che interpreta Sheila, la madre del protagonista e Gemma Jones (la Madama Chips di Harry Potter) che interpreta invece Ivy, la nonna che spingerà il piccolo Reginald ad inseguire i suoi sogni e a cogliere le poche occasioni che la vita ha da offrire.
Eccezionale il comparto tecnico che ha visto il costumista Julian Day, che già aveva lavorato sul set di Bohemian Rhapsody guadagnandosi una candidatura ai BAFTA, riprodurre fedelmente decine di abiti utilizzati dal vero Elton John, e messi a confronto durante i titoli di coda con foto di concerti reali affiancate ai momenti del film. Il coreografo Adam Murray ha creato dei numeri danzanti incredibilmente accurati che diventano strabilianti quando associati agli svariati piani-sequenza ideati dal regista. E ovviamente il trucco che è riuscito a rendere Taron Egerton in alcune sequenze quasi indistinguibile dall’originale Elton John.
Rocketman è quindi un film che parla di un uomo, alla ricerca del suo vero io, forse nascosto per troppo tempo in una persona che si considera poco normale, quando forse questo è stato proprio il suo valore più grande, quello che, nonostante le sofferenza, la solitudine e le manie autodistruttive, lo ha portato a farsi conoscere ed amare da milioni di persone in tutto il mondo.