Malato da tempo, ci ha salutato a 89 anni un’icona del cinema, un grande attore che ha lasciato il segno nella cinematografia sia con le sue interpretazioni ma anche dietro la macchina da presa, il gigantesco Robert Redford. Nel corso della sua vita ha vinto un Leone D’Oro alla carriera nel 2017 e due premi Oscar, come regista per Gente comune nel 1981 e alla carriera nel 2002, oltre alle due candidature come miglior attore per La stangata (1974) e come miglior film e miglior regia per Quiz show (1995).

Nato il 18 agosto 1936 a Santa Monica, Robert Redford abbandona gli studi dopo la morte della madre (1955) e parte per un viaggio che lo porta in Francia e in Italia, salvo poi rimanere deluso dalla vita da artista che si era scelto, e torna in America dove, però, diventa alcolizzato; il suo incontro con Lola Van Wagenen, giovane studentessa universitaria, lo riporta sulla retta via e in Robert nasce l’interesse per la sceneggiatura, così si iscrive al Prat Institute a New York, dove studia anche recitazione.
Dopo uno spettacolo a Broadway, Redford dal 1960 appare in diverse serie Tv, tra cui Perry Mason, Ai confini della realtà e Alfred Hitchcock presenta, fino al suo debutto sul grande schermo che avviene nel film Caccia di guerra (Denis Sanders, 1962) dove recita con John Saxon, e per tutti gli anni ’60 Robert gira con i grandi attori del tempo: con Alec Guinness in Situazione disperata ma non seria (1965) di Gottfried Reinhardt, e ottiene una candidatura ai Golden Globe come miglior attore emergente in Lo strano mondo di Daisy Clover (Robert Mulligan) con Natalie Wood.
E ancora Robert recita con Marlon Brando e Jane Fonda in La caccia (Arthur Penn), sempre con la Fonda in A piedi nudi nel parco (Gene Saks, 1967), con Paul Newman in Butch Cassidy (George Roy Hill, 1969), film che segna l’inizio della lunga amicizia tra i due, ed entriamo così negli anni ’70, che Redford apre recitando in Corvo rosso non avrai il mio scalpo (Sidney Pollack, 1972) e Il candidato (Michael Ritchie, 1972).
Già attore molto apprezzato, Robert Redford ottiene il ruolo principale in due pellicole ormai diventate cult: Come eravamo (Sidney Pollack, 1973), dove recita con Barbra Streisand, e La stangata (George Roy Hill, 1973), film che ottiene un successo mondiale, mentre l’anno successivo è Il grande Gatsby (Jack Clayton). Nel 1975 arriva I tre giorni del condor, l’anno successivo Tutti gli uomini del presidente con Dustin Hoffman, entrambi diretti da Alan J. Pakula, nel 1978 Robert è in Quell’ultimo ponte (Richard Attemborough) e chiude il decennio con Il cavaliere elettrico (Sidney Pollack) film che, però, ottiene molte critiche e poco successo.
Prima di parlare del suo ruolo come regista/attore, ricordiamo le sue ultime interpretazioni solo come attore: nel 1993 è l’affascinante miliardario di Proposta indecente (Adrian Lyne), è Alexander Pierce in Captain America The winter soldier e Avengers: Endgame (2019), mentre i suoi ultimi film con cui ha dato ufficialmente l’addio alla recitazione sono Le nostre anime di notte (Ritesh Batra, 2017) e Old man & the Gun (David Lowery); il 7 agosto 2018, Robert Redford annuncia il suo definitivo ritiro dalle scene.
Il primo film da cineasta per Robert Redford, che gli valse la vittoria dell’Oscar come miglior regista, è Gente comune (1980), seguito da Milagro (1988), In mezzo scorre il fiume (1992), Quiz show (1994), L’uomo che sussurrava ai cavalli (1998), La leggenda di Bagger Vance (2000), Leoni per agnelli (2007), The conspirator (2010) e La regola del silenzio – The company you keep (2012).
Da sempre grande attivista, Robert Redford denunciò con il suo libro The outlaw trail (1977) l’espansionismo americano, protestò per impedire la costruzione di una centrale elettrica in Utah, prese parte a diversi spot per la protezione ambientale, e ha fatto parte del comitato della Sea Shepherd per la conservazione marina. Con Sidney Pollack, nel 1981 fonda il Sundance Institute a cui presto fu collegato il famoso festival indipendente, il Sundance Film Festival.
La vita di Robert Redford però non è stata tutta rosa e fiori: il primo figlio Scott (1959), avuto dalla moglie Lola Van Wagenen sposata nel 1958, morì a due mesi per sindrome letale infantile, ma i due ebbero altri tre figli: Shauna, James, morto di tumore nel 2020, e Amy; Robert e Lola divorziano nel 1985 e lui si risposa nel 2009 con l’artista tedesca Sibylle Szaggars.
Robert Redford ci lascia nel sonno la notte del 16 settembre all’età di 89 anni nella sua casa nello Utah.