Carlo Pedersoli (vero nome di Bud Spencer) nasce a Napoli, il 31 ottobre 1929, in un palazzo del rione Santa Lucia, lo stesso in cui viveva lo scrittore Luciano De Crescenzo, di cui diventa amico e compagno di classe alle scuole elementari. Da ragazzo si appassiona agli sport, in particolare al nuoto nel quale dimostra un talento precoce. La famiglia però si trasferisce, prima a Roma dove il ragazzo si diploma al liceo scientifico e poi in Sud America, dove il giovane Carlo lavora presso il consolato italiano di Recife, in Brasile.
Tornato in Italia alla fine degli anni quaranta, viene tesserato come nuotatore e i risultati non tardano ad arrivare: è il primo italiano ad infrangere la barriera del minuto nei 100 metri stile libero, nuotando nel 1950 la distanza col tempo di 59”5 in vasca corta, ripetendosi poi l’anno successivo in 58”9. Questi tempi eccezionali gli valgono la convocazione nella nazionale italiana, con la quale disputerà due olimpiadi, nel 1952 e nel 1956. All’età di 27 anni si trasferisce nuovamente in Sud America dove lavora alla costruzione dell’autostrada Panamericana e, successivamente all’Alfa Romeo di Buenos Aires. Il richiamo della patria è ancora una volta troppo forte e così torna in Italia per disputare la sua terza Olimpiade, questa volta come pallanuotista nel ruolo di centroboa, a Roma 1960. L’anno successivo sposa Maria Amato, figlia di un produttore cinematografico, che gli procura un contratto con l’ etichetta musicale RCA, per la quale scrive alcune canzoni cantate da Ornella Vanoni e Nico Fidenco. Dopo la morte del suocero, Carlo ormai padre di 2 figli, inizia a produrre documentari per la Rai fino al 1967.
La nascita di Bud Spencer
Grazie alla struttura fisica imponente (1,94 per oltre 100 chili di peso in gioventù) e alla padronanza delle lingue (parlava correntemente italiano,spagnolo,portoghese,tedesco, inglese,francese e, ovviamente napoletano) Carlo Pedersoli aveva già fatto qualche comparsata al cinema, nella produzione hollywoodiana Quo Vadis, girata nel 1951 a Cinecittà. Nel 1967 il regista Giuseppe Colizzi gli offre un ruolo in un film western, girato in Spagna, ad Almerìa. Sul set Pedersoli incontra Mario Girotti, con cui instaura da subito un buon rapporto. La prima scena che i due girano insieme è, non a caso, una scazzottata, in cui il secondo grazie alla sua agilità sembra avere la meglio finchè non viene atterrato da un pugno micidiale dell’altro che lo colpisce dall’alto verso il basso: uno dei suoi colpi preferiti, che diventerà nel tempo proverbiale. Il film Dio perdona…io no è il primo girato dalla coppia di attori che, per attirare il pubblico, sceglie due nomi d’arte americani: Pedersoli diventa Bud Spencer, unendo due sue passioni: quella per la birra Budweiser (in Italia semplicemente “Bud”) e quella per l’attore due volte premio Oscar Spencer Tracy. Girotti invece sceglie Terence Hill, da una lista di pseudonimi che gli viene proposta. Il film raggiunge il successo e diventa il primo di una trilogia con I quattro dell’Ave Maria e La collina degli stivali. Da quel momento il duo Spencer-Hill gira altri 17 film insieme, formando una coppia inossidabile (“In quasi 50 anni di amicizia, non abbiamo mai litigato” come Bud Spencer amava precisare in ogni intervista).
Trinità e i suoi fratelli
La popolarità internazionale di Bud Spencer (e Terence Hill) aumenta quasi subito, con Lo chiamavano Trinità (1970) e …continuavano a chiamarlo Trinità (1971), diventati veri e propri classici. Queste due pellicole costituiscono una rilettura in chiave ironica dei cruenti western all’italiana, che andavano per la maggiore in tutto il mondo grazie ad autori del calibro di Sergio Leone (Per un pugno di Dollari,Per qualche dollaro in più, Il buono il brutto e il cattivo, C’era una volta il West, tutti diretti tra il 1964 e il 1968). Le sparatorie vengono sostituite nei due film da epiche scazzottate che costituiranno il marchio di fabbrica nella carriera dei due attori e solo raramente si vede qualche colpo di pistola, con la quale comunque il burbero Bambino (“la mano sinistra del Diavolo”) interpretato da Spencer e il sornione Trinità di Hill (“la mano destra del Diavolo”) se la cavano egregiamente.
Nella sua lunga carriera Bud Spencer si dimostra un attore eclettico, comparendo in film di generi molto diversi, come il thriller (diretto da Dario Argento in Quattro Mosche di velluto grigio) e il poliziottesco alla napoletana con i 4 film usciti tra il il 1973 e il 1980 per la regia di Steno, in cui interpreta il commissario Rizzo, detto “Piedone” insieme col grande caratterista partenopeo Enzo Cannavale. In questa saga, per la prima volta, Bud Spencer non è doppiato da Glauco Onorato, ma recita con la propria voce. Nel frattempo continua a girare con l’amico e compare Terence Hill, riscuotendo trionfi al botteghino che restano tra i più celebri del loro repertorio come …Più forte ragazzi (1972), …Altrimenti ci arrabbiamo e Porgi l’altra guancia (entrambi del 1974). Nel 1977 la coppia Spencer-Hill torna a essere diretta dal regista dei due Trinità, E.B. Clucher (al secolo Enzo Barboni) per girare negli USA I due superpiedi quasi piatti, riuscita parodia del genere poliziesco all’americana, cui seguono Pari e dispari (1978) di Sergio Corbucci e Io sto con gli ippopotami, esordio alla regia del produttore Italo Zingarelli. Per quest’ultimo film Bud Spencer vince in Germania il prestigioso premio Jupiter come miglior attore, bissando la vittoria dell’anno precedente, ottenuta con Lo chiamavano Bulldozer di Michele Lupo, nel quale sfrutta la sua esperienza come giocatore dilettante di football americano e canta sulle note scritte da lui per gli Oliver Onions, che curano la colonna sonora. Lupo lo dirige anche in Bomber (1982) dove l’attore fa coppia con Jerry Calà. Dello stesso anno è Banana Joe di Steno nel quale il nostro protagonista si confronta con caratteristi come Enzo Garinei e Giorgio Bracardi.
Gli anni ’80 vedono Bud Spencer duettare ancora con Terence Hill in Chi trova un amico trova un tesoro (1981), Nati con la camicia (1983), Non c’è due senza quattro (1984) e Miami Supercops (I poliziotti dell’8ª strada) nel 1985. Passano 9 anni prima che i due si ritrovino per l’ultima volta nel fiacco Botte di Natale. Negli anni ’90 Bud Spencer conosce anche il successo sul piccolo schermo, girando 12 episodi della serie tv Detective Extralarge con cui vince il suo secondo Telegatto (premio che le reti Fininvest attribuivano ai programmi televisivi di maggior successo della stagione, fino al 2008). Del 2010 la sua ultima apparizione in un programma sul piccolo schermo con la serie tv I delitti del cuoco. Il 2010 è un anno particolarmente fortunato: riceve infatti, insieme con l’amico Terence Hill, un meritatissimo David di Donatello alla carriera. La standing ovation tributata ai due dal pubblico è una delle soddisfazioni più grandi per questo magnifico attore al quale la critica non ha mai concesso in Italia il giusto riconoscimento. Sul palco il ringraziamento più bello è quello al maestro Ermanno Olmi che lo ha diretto nel film Cantando dietro i paraventi del 2003, in una parte, per la prima volta, drammatica. Qui sotto puoi vedere la consegna del premio.
In una delle sue ultime interviste, che ho rivisto prima di scrivere questo articolo, Bud Spencer ha espresso secondo me la sua grandezza con queste parole:“Io nella mia vita ho partecipato alle Olimpiadi: quest’esperienza è solo di Carlo Pedersoli e non me la porterà via nessuno. Bud Spencer invece è al pubblico che appartiene, per l’affetto che da oltre 40 anni mi dimostra”. La prova dell’impatto culturale che le sue interpretazioni hanno avuto anche in ambito internazionale è la statua di bronzo a lui dedicata che campeggia a Budapest, in un parco pubblico che porta il suo nome. Grazie di tutto cuore Bud.