Titolo: Persuasione; Genere: romantico, sentimentale; Regista: Carrie Cracknell; Cast: Dakota Johnson, Cosmo Jarvis, Henry Golding, Henry Golding, Nikki Amuka-Bird, Mia McKenna-Bruce; Durata: 1h e 47min; Anno: 2022; Distruzione: Netflix
Persuasione
Sinossi:
Anne, figlia del baronetto Sir Walter Elliot, all’avanzata età di 28 anni non è ancora sposata.
La sua condizione è una conseguenza di una scelta di otto anni prima: innamorata, ricambiata, del marinaio Frederick Wentworth, viene persuasa dalla sua educatrice a rompere la relazione per via dell’inferiorità sociale ed economica del giovane. Le sorelle Elizabeth e Mary sono concentrate sulle proprie vite, mentre il padre disperde il patrimonio in frivolezze, fino alla bancarotta. Sono costretti a trasferirsi nella più economica cittadina di Bath e ad affittare la propria lussuosa magione a un’altra famiglia, i Croft. Lady Croft si rivela essere la sorella di Frederick Wentworth, che ora è un ricco e appetibile capitano della Marina Reale.
Recensione:
Un film che ce l’ha messa tutta per diventare il film in costume dell’anno ma non è riuscito nell’impresa. Sguardi in camera, battute semplici e moderne e la protagonista, Anne Elliot (Dakota Johnson) che affoga i suoi dispiaceri da zitella dell’alta società inglese in bottiglie di vino, che cerca maldestramente di nascondere sotto la gonna.
Quando Jane Austen scriveva il suo romanzo Persuasione era già andata fuori dagli schemi presentando una storia d’amore da un punto di vista completamente nuovo. Non si trattava più del classico: ci conosciamo, ci vogliamo sposare ma ci sono tanti ostacoli ma alla fine si celebrano le nostre tanto volute nozze. L’Austen aveva deciso di parlare di una storia d’amore conclusa perché Anne era stata persuasa dalla sua educatrice che il marinaio senza soldi non valeva la pena, e invece dopo otto anni il destino vuole che quel marinaio ora sia un ricco capitano e la famiglia Elliot è in bancarotta, che sia la possibilità per Anne e il capitano Wentworth di riprendere da dove avevano interrotto?
Era già Persuasione qualcosa di moderno nella sola struttura narrativa del romanzo, raccontando per la prima volta i tumulti e i ragionamenti della sua Anne che è malinconica e penosa per se stessa, sentimenti che il nuovo film su Netflix evita volontariamente. Carrie Cracknell, la regista, ha voluto rendere l’opera ancora più moderna, strizzando sagacemente l’occhio a Bridgerton (sempre di produzione Netflix) e svecchiando un romanzo di primo ottocento con un linguaggio moderno e contemporaneo, a volte anche troppo però. Ne sentivamo il bisogno di questa modernizzazione, che sembra trasportare i personaggi ottocenteschi nell’epoca delle spinte blu di WhatsApp?
Anne dialoga tranquillamente con lo spettatore guardando e ammiccando in camera, cosa che la rende più vicina e contemporanea a noi ma lontana e aliena dalla realtà che la circonda, sdoganando anche principi cardini di quella società come l’amore visto come un vero affare di famiglia, e cercando di essere il più simpatica e moderna risulta invece irritante e noiosa, uscendo completamente dal personaggio originale che vedeva Anne Elliot come una donna pronta a lasciarsi andare ai suoi sentimenti indipendentemente da quello che la sua istitutrice pensa sia meglio per lei. L’Anne di Dakota Johnson cerca di riconquistare il cuore del suo capitano con tentativi mediocri e sembra non tenerci davvero a lui fino alla fatidica lettera finale, quando ottiene tutte le certezze che le servono. Sembra provare più ad accontentare la volontà degli altri, cosa completamente controsenso al suo personaggio letterario, e ascoltare i suoi sentimenti quando non ci più ostacoli. Anne non lotta ma si adatta, fingendo di essere sempre la figlia rivoluzionaria, che affoga i suoi dispiaceri in bottiglie di vino rosso e bagni caldi, coccolando un coniglio e facendo i suoi bisogni dietro un albero mentre ascolta conversazioni tra il suo ex amato capitano e Luisa, cognata di lei.
Quella che invece riesce n Persuasione è la famiglia di Anne che regala simpatici momenti di divertimento scritti bene e puntuali: Mary (Mia McKenna-Bruce), la sorella minore, civettuola, egoista e allergica ai propri figli, e il vanesio padre, Sir Walter Elliott interpretato da uno strepitoso Richard E. Grant che però non è stato utilizzato al meglio, un paio di scene in più avrebbero probabilmente giovato alla sceneggiatura.
Non è completamente un film inguardabile però, attenzione, anzi è una simpatica commedia che prende con le dovute distanze i classici Orgoglio e Pregiudizio o l’Anna Karenina dei primi anni 2000, ma che riesce a intrattenere senza coinvolgere troppo lo spettatore. Alla fine Anne è una ragazza che soffre ancora per il suo ex, tanto da conservare una scatola piena di ricordi, e che cerca di ricucire il suo cuore come meglio può, anche facendo sorridere e divertire. Non sicuramente la classica trasposizione di un romanzo ottocentesco, ma nell’era del successo mediatico di serie come Bridgerton si cerca di colpire fan già pronti a una storia più contemporanea senza mancare del classico romanticismo.