Al Lucca Comics ho assistito all’anteprima di Orfeo di Virgilio Villoresi, proiettato sabato 1 novembre al Cinema Centrale. Presentato precedentemente Fuori Concorso alla Biennale di Venezia 2025, il film uscirà in tutte le sale il 27 novembre; un periodo competitivo secondo il distributore Double Line, ma la copertura è già ampia nelle sale perché molti esercenti hanno letto le recensioni di Venezia e sono rimasti entusiasti. La visione al festival toscano è stata introdotta da Giulio Sangiorgio di FilmTv e da Fabio Carducci, esperto di fumetti e saggistica.
Quest’ultimo ha anticipato che la storia di Orfeo si svolge nell’aldilà, come sappiamo dal mito, e che si ispira a Poema a fumetti, un romanzo a fumetti dello scrittore e pittore italiano Dino Buzzati edito nel 1969, considerato uno dei primi graphic novel mai pubblicati.
Buzzati ha sempre avuto un debole per il fumetto, scrivendo l’introduzione alle storie di Carl Barks per Oscar Mondadori, e ha poi deciso di fare uscire questa stranissima opera: a metà tra fumetto e libro illustrato perché presenta spesso illustrazioni a tutta pagina con didascalie, ma non ha trovato subito un pubblico che scoprisse questo tipo di narrazione e struttura.
Sangiorgio ha presentato la figura del regista di Orfeo: “Virgilio Villoresi è un autore importante per il cinema di animazione nel mondo: ha avuto una retrospettiva personale al festival di Annecy, il festival più importante d’Europa per l’animazione, ma aveva solo firmato tre cortometraggi. Per sostenere la sua arte Villoresi lavora spesso su commissione, soprattutto nel campo della moda, dove produce degli spot o anche videoclip musicali a carattere internazionale.
Ha ricevuto anche un DVD monografico, ma prima di Orfeo non aveva mai cinema cinema, nel senso di lungometraggi. Lavora a questi film mentre faceva altri spot, che sono ciò che gli dà da mangiare, e gira tutto all’interno del suo studio, costruendolo con la tipica minuzia scenografica di quest’autore.
È un autore stupefacente dal mio punto di vista: la sua casa di produzione si chiama Fantasmagoria e ha molto a che fare con la meraviglia del cinema, nel senso che Villoresi è un artista che costruisce e si reinventa dalle macchine del pre-cinema; lavora con qualsiasi tipo di animazione, dalle ombre cinesi alla stop motion.
Quindi quello che vedrete questa mattina non è solo un adattamento di Poema a fumetti, che a sua volta è una riscrittura del poema di Orfeo ed Euridice, ma è anche un grande viaggio all’interno della storia del cinema animato, che in qualche modo Villoresi rianima attraversando tantissime modalità nella storia del cinema.
Un film di questo tipo passa da Mario Bava, Méliès all’animazione ceca degli anni settanta. Mappa e riscrive tantissime forme di un cinema che in qualche modo si è spinto a reimmaginare le cose. Questo è un autore veramente eccentrico nel panorama del cinema in generale e del cinema italiano. Vi auguro una buona visione!”
Orfeo, un viaggio nell’immaginario delle arti
Ultimamente questo personaggio della mitologia greca è tornato a suscitare un forte interesse culturale: penso subito al suo ruolo chiave nella seconda stagione di The Sandman, segnata dal suo tragico destino. Ora Orfeo prende nuova vita con Luca Vergoni, protagonista dell’omonimo film diretto e scritto (insieme a Alberto Fornari) da Virgilio Villoresi; come da tradizione classica, rappresenta l’artista e in generale colui che ricerca instancabilmente l’oggetto del suo desiderio, al di là di ogni confine e difficoltà.
Pianista solitario e visionario, si esibisce al Polypus, locale dove incrocia lo sguardo di Eura (Giulia Maenza): un amore improvviso e assoluto, presto infranto dalla misteriosa scomparsa di lei. Per ritrovarla Orfeo oltrepassa la porta di una misteriosa villa, entrando in un aldilà visionario, abitato da creature come le Melusine, il Mago dei Boschi e parate di scheletri. Nessuna tentazione gli farà dimenticare l’amore per Eura in un viaggio onirico e fantastico, camminando tra scene del cinema del novecento (Fellini, Lynch, Burton) e tele artistiche di Giorgio de Chirico e René Magritte.
Villoresi confeziona un’opera d’altri tempi, sospesa tra animazione e riprese dal vero, cercando più stili artistici tra le diverse arti: reinterpreta il mito nella modernità attraverso il cinema, ispirandosi a Poema a fumetti di Buzzati. Il primo lungometraggio dell’artista ripropone i classici temi dello scrittore italiano: oltre al mistero, alla poesia, all’erotismo, non mancano le riflessioni sulla vita, evidenziate soprattutto nelle scene emblematiche degli individui senza volto o senza scopo.
Nella sua ricerca della felicità, Orfeo attraversa le principali ossessioni, fantasie e ombre dell’animo umano, non perdendo la propria identità; il film scavalca la prevedibilità del mito di partenza, distinguendosi come un caso raro nella produzione italiana di genere.