Nella giornata odierna Reed Hastings, il ceo di Netflix, è atteso a Roma per un evento e potrebbe annunciare l’ufficialità dell’accordo con Mediaset: secondo Bloomberg e Variety, questa alleanza sarebbe la più grande mai stipulata per l’Italia e include una co-produzione di ben sette film; ovviamente la società di Los Gatos contribuirà maggiormente a livello economico e potrebbe far uscire la pellicola prima online e poi in chiaro. Le strategie di espansione delle due imprese hanno dato vita a questa collaborazione che gioverebbe ad entrambe: da una parte Netflix cerca nuovi abbonati in tutto il mondo attirandoli con nuove produzioni, dall’altra Mediaset vuole riconquistare terreno in Europa per contrastare la concorrenza delle altre piattaforme streaming. D’altronde, l’azienda milanese sta spostando ad Amsterdam, città della sede europea del colosso dello streaming, la base di MediaForEurope, la nuova società paneuropea che le permetterà l’espansione nel vecchio continente.
“Non vediamo Netflix come un nemico”. Così Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato Mediaset, aveva anticipato in estate le trattative con l’azienda statunitense. Alcuni presagi erano arrivati prima dell’uscita di Stranger Things 3: per l’occasione, Italia 1 aveva pubblicizzato la serie cult e aveva dedicato un intero palinsesto ai grandi film degli anni 80. Perciò era lecito chiedersi: “Stranger Things su Italia Uno?”. Qualche mese fa avremmo risposto negativamente, ma dopo quest’accordo la serie tv, di cui è in sviluppo la quarta stagione, arriverà in chiaro, garantendo a Netflix un’esposizione mediatica ancora più elevata.
Proprio a Luglio Netflix ha registrato un calo degli abbonamenti in patria e una crescita più lenta all’estero; la nefasta conseguenza è costituita dal crollo delle sue azioni, con un continuo trend al ribasso. Importante e vitale diviene l’intervento strategico per espandersi all’estero: avviate coproduzioni con emittenti del Giappone, Regno Unito, Francia e ora l’Italia. In particolare, investirà 200 milioni entro i prossimi 3 anni in progetti italiani, per raggiungere i 2 milioni di abbonamenti, sfiorati dopo 4 anni.