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Meu nome è Badgà: contro sessismo e etichette

Meu Nome è Badgà è un film brasiliano che racconta il sessismo e la vita di tre generazioni di donne che sanno badare a se stesse e farsi valere

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Meu Nome è Badgà ha debuttato alla 70ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino ed è uno degli otto migliori film LGBTQ del 2020 ed è stato selezionato tra i concorrenti della rassegna cinematografica organizzata da MyMovies: Taglio Lungo.

Bagdà è il soprannome di una giovane sedicenne brasiliana che ama lo skate e non segue schemi precostituiti né relativamente alle sue amicizie, né in famiglia e tantomeno per quanto riguarda il proprio aspetto fisico. Il suo nome è Tatiana, ma ha una personalità decisa e definita e non ha intenzione di farsi divorare dalle convenzioni sessiste, dalle prepotenze delle forze di polizia locale (notoriamente aggressiva) dai pregiudizi e dagli stereotipi.

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Ha forti modelli femminili Bagdà, cresciuta con una mamma instancabile e due sorelle con personalità completamente diverse dalla sua, ma altrettanto delineate. Trascorre il tempo coltivando la passione per lo sport e le riprese video e nel corso delle sue giornate, matura progressivamente e cresce non soltanto grazie all’esempio delle persone che la circondano e che frequenta con la madre, ma anche e soprattutto grazie alla forza e all’unione. Perché un giorno Vanessa (Nick Batista) si unisce alla comitiva di skater che Bagdà frequenta, tutta costituita da maschi e, poco dopo, anche altre ragazze entrano a far parte del gruppo generando in Bagdà una consapevolezza sempre crescente del proprio diritto a vivere libera dal sessismo degli amici.

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Non è sola e quando le attenzioni di un suo amico si trasformano in un tentato stupro, trova il supporto di sua sorella e di tutte le sue amiche skater che non esitano ad affrontare il ragazzo e a raccontare a tutto il gruppo il suo inqualificabilecomportamento. Sorprendentemente (ma neanche troppo, perché non sarebbe giusto pensare che tutti gli uomini siano uguali) i ragazzi sono indignati quanto le ragazze e si stringono solidali intorno a Badgà.

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Al netto della storia personale di Bagdà, Meu nome è Bagdà è un bel film perché in ogni frame, in ogni dialogo e con ogni personaggio emerge una personalità complessa e meravigliosamente particolare che riesce a sbocciare grazie al supporto degli altri. La sorellina di Bagdà che sogna di andare su Marte, la zia che gestisce da sola un chioschetto e non ha paura di affrontare due maschilisti molesti, l’amico di famiglia omosessuale che combatte contro un cancro e non perde il suo ottimismo.

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Meu nome è Badgà è un lavoro elegante e raffinato che tratta con sobrietà anche le scene di violenza, trasformandole in una rappresentazione coreografica che, lontana dalla frenesia di una rissa fine a se stessa, mostri allo spettatore la dinamica di uno scontro e sdrammatizzi un pestaggio per ragioni d’odio (che di ragionevole non hanno proprio nulla). Il messaggio è universale ed efficace ed arriva allo spettatore che non fatica ad affezionarsi a Bagdà.

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Sul canale Youtube dedicato al film è possibile vedere il making of di Meu Nome è Bagdà.

 

Meu Nome è Bagdà è un film forse un po’ lento, ma decisamente interessante.

Racconta, attraverso la quotidianità di una giovane sedicenne, i limiti e le problematiche di una società che fatica a scrollarsi di dosso sessismo e preconcetti, pregiudizi e schemi precostituiti.

Sebbene sia ambientato in Brasile, il messaggio del film è universale e trascende il fattore geografico.

Ben recitato ed emotivamente coinvolgente, mi ha fatto affezionare alla protagonista e mi ha fatto sentire fiera di lei.

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