Tanto rincorso e desiderato, come una creazione di Cesar Catilina, Megalopolis è il sogno realizzato del maestro Francis Ford Coppola. Lunedì 14 ottobre ho avuto l’immenso piacere di vederlo in anteprima con il collegamento dalla Festa del cinema di Roma e la presentazione del regista: poche parole, ma essenziali per trasportarci in un mondo sfarzoso, poetico, esteticamente perfetto, che ritorna a un passato glorioso per nascondere un presente instabile e slanciarsi verso un futuro quasi irrealizzabile. In Italia è ora in sala grazie a Eagle Pictures, mentre in Nordamerica è uscito il 27 settembre con Lions Gate Entertainment.
Presentato in anteprima mondiale il 16 maggio 2024 in concorso alla 77ª edizione del Festival di Cannes, da allora sta dividendo pubblico e critica senza mezze misure, tra chi lo ritiene un capolavoro e chi ha odiato la sua visione. Non temere di alzare la mano se ti trovi nel primo schieramento, anche alcuni grandi registi, intervistati daScreenRant, l’hanno lodato, come Spike Lee: “Mio fratello continua a stupirmi per il suo coraggio e per il fatto che è disposto a fare ciò che deve fare per raggiungere l’obiettivo. Punto”.
Trailer e sinossi di Megalopolis
Un brillante architetto vuole ricostruire New York come un’utopia dopo un disastro devastante, ma incontra la resistenza del sindaco, che insiste sullo status quo attuale.
Una genesi travagliata fino all’arrivo in sala
Nella mente dell’autore Megalopolis nasce durante le riprese di Apocalypse Now, ma solo dopo quarant’anni quella bozza viene partorita con diversi ritardi; Coppola decide nel 2019 di autofinanziare il progetto definitivo della sua carriera con un budget di 120 milioni di dollari, ottenuto vendendo una parte della sua azienda vinicola californiana.
Il regista ha raccontato che è stato colpito sin da bambino da La vita futura, tratto dal romanzo di H.G. Wells, che parla della costruzione del mondo di domani; col tempo ha aggiunto a Megalopolis “l’idea di un’epopea romana ambientata nell’America moderna”. A 85 anni Francis Ford Coppola ha scritto, diretto e prodotto un film tanto desiderato, cercando di imprimere il suo personale stile al massimo; alcuni sostengono che un freno inibitore da parte della produzione avrebbe escluso alcuni difetti tecnici.
I problemi sono nati poi anche sul set perché nel dicembre 2022 Coppola ha licenziato la maggior parte degli addetti agli effetti visivi e la mancanza di sintonia tra gli addetti ai lavori ha provocato anche l’abbandono di diversi membri della troupe nel corso delle riprese, tra cui la scenografa Beth Mickle e il direttore artistico David Scott insieme al suo staff.
Coppola non è stato esente dalle accuse di molestie sul set; si dice che avrebbe baciato alcune comparse a seno nudo durante le riprese di Megalopolis, ma il co-produttore esecutivo Darren Demeter ha ribadito che “non ci sono mai state denunce di molestie o comportamenti scorretti durante il corso del progetto. Questi articoli scandalistici non sono altro che una campagna diffamatoria contro Francis”.
Infine, lo scorso agosto la Lions Gate diffonde un nuovo trailer di Megalopolis, poi subito cancellato perché riportava false recensioni negative di altri film di Coppola: un modo per dimostrare che anche i più famosi critici possono sbagliare, in quanto storici esperti di cinema avrebbero bocciato grandi cult come Il padrino, Apocalypse Now e Dracula, non avendo però realmente affermato tali espressioni. La società statunitense si è prontamente scusata con il regista e la Zoetrope e licenziato il responsabile del marketing.
Megalopolis: da Roma a New Rome
Girate ad Atlanta, le riprese erano inizialmente previste a Cinecittà, dove ora Coppola ha presentato Megalopolis in Italia. È stato davvero peculiare il collegamento nel cinema sullo schermo, poiché per una buona mezz’ora abbiamo visto “una sala nella sala”: le persone si sedevano sulle poltrone alla Festa del Cinema di Roma in attesa del regista che nella breve introduzione ci ha ricordato che i primi statunitensi erano inglesi istruiti che scappavano dalla monarchia inglese e si ispiravano alla democrazia romana per costruire la loro nuova società.
Con una spinta neoclassicista Coppola si ispira alla cultura romana per Megalopolis e fa rivivere gli eventi de La congiura di Catilina, scritta da Gaio Sallustio Crispo, nel mondo contemporaneo: New York diventa New Rome, in alcuni momenti si parla in latino, si discute di affari nelle terme e ci si diverte nel Colosseo guardando combattere i gladiatori; ma soprattutto non mancano i confronti politici in pubblica piazza, ingigantiti poi dai mass media in epoca moderna. Il regista afferma che l’America oggi sia appunto la nuova Roma e si interroga sul detto “quando cadrà Roma cadrà il mondo”.
Coppola descrive e sintetizza il più grande impero democratico di oggi, comparandolo a quello di Roma; se Megalopolis fosse uscito decenni fa, a quando risale la prima sceneggiatura, l’avremmo ritenuto profetico: negli U.S.A., e nel mondo contemporaneo in generale, si ripetono intrighi politici e le lotte di classe, con i poveri sempre più affamati e abbandonati dai potenti. Ne La congiura di Catilina con un rischioso piano Lucio Sergio Catilina nel 63 a.C. vuol sovvertire l’ordine repubblicano di Roma.
Nel film Cesar Catilina (Adam Driver) è un architetto che incarna gli ideali più puri di arte e progresso tecnologico per proporre un’idea utopica di ricostruzione di New Rome: con un progetto ambizioso per avvicinarsi ai sogni dei cittadini, si ispira alla figura di Robert Moses, urbanista che modernizzò New York. A quest’ultimo si oppone il potere politico conservatore nella persona del sindaco Franklyn Cicero (Giancarlo Esposito) che risponde con “il cemento e l’acciaio”; secondo le note di produzione, ricorderebbe Ed Koch, sindaco nella New York degli anni Ottanta, colpevole di aver fallito nella lotta contro l’AIDS.
In questa lotta di potere in Megalopolis il terzo incomodo è un personaggio inizialmente banale e giullaresco, ma poi accecato dall’odio: Clodio Pulcher (Shia LaBeouf), alter ego moderno di Publio Clodio Pulcro, cerca di vendicarsi di Catilina e spezzare ogni suo sogno socio-culturale. In questo frangente si vuole servire della potenza della Banca, guidata da Hamilton Crassus III; quest’ultimo è interpretato da Jon Voight che ritrova sul set Dustin Hoffman cinquantacinque anni dopo Un uomo da marciapiede.
In voga già con la sua tagliente performance in Agatha All Along, Aubrey Plaza veste i panni della showgirl Wow Platinum che si propone come mina vagante tra Catilina, Crasso e Clodio. Nel magnifico cast di Megalopolis l’attrice britannica Nathalie Emmanuel veste i panni di Julia, figlia di Cicero e personaggio che si evolve di più nel corso del film: da ragazza mondana a musa ispiratrice del protagonista, con cui cita altri scrittori classici, da Marco Aurelio a Saffo, unica ad accorgersi del potere di Cesar verso il tempo e ad appoggiarlo.
Il tempo è una costante in Megalopolis: sempre nominato, quasi dominato, mai sazio dei suoi frutti, come Kronos con i suoi figli; ma l’arte con il suo artista viaggia al di là di questa dimensione, come ci ricorda Shakespeare nel suo diciottesimo sonetto:
“Ma la tua eterna estate non dovrà svanire,
Né perder la bellezza che possiedi,
Né dovrà la morte farsi vanto che tu vaghi nella sua ombra,
Quando in eterni versi nel tempo tu crescerai:
Finché uomini respireranno o occhi potran vedere,
Queste parole vivranno, e daranno vita a te.”
Con Shall I compare thee to a summer’s day?, in particolare in questi ultimi versi, William Shakespeare annuncia l’immortalità dell’arte; allo stesso tempo è anche un inno all’amore, senza banalizzare, come Megalopolis riesce ad incastrare le relazioni sentimentali dei personaggi rendendole anche funzionali all’interno del film. Un modo per il regista di ricordare l’amata moglie Eleanor, scomparsa lo scorso aprile, a cui dedica il film nei titoli di coda.
Infine, possiamo definire Megalopolis come allegoria della società moderna e speranzosa utopia per Coppola in un futuro migliore, in cui l’arte e l’elevazione del pensiero umano possano diventare rimedio al virus della politica moderna.