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Manifest 4, parte 1: la recensione

Dopo il finale sconvolgente della terza stagione, Manifest torna con un quarto capitolo che non lesina colpi di scena, proseguendo la storia e preparando il terreno ad un finale per il quale dovremo attendere ancora

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Abbiamo finalmente visto i primi dieci episodi di Manifest 4, passata su Netflix dopo la cancellazione da parte del network NBC. Questa sarà la prima stagione ad essere prodotta espressamente per lo streaming. Se i fan temevano che questo potesse danneggiare lo show, posso dire che questo non è avvenuto. Manifest ha mantenuto le sue caratteristiche, anche grazie ad un salto temporale di due anni (opportuno, in quanto il progetto iniziale prevedeva sei stagioni per lo sviluppo della storia, ridotte a quattro).

Prima di addentrarci nella recensione – senza svelare troppo di una trama sempre più intricata – ti ricorderemo dove la serie tv si era fermata.

Manifest, il riepilogo degli eventi

Nel finale della terza stagione, abbiamo assistito alla morte di Grace (Athena Karkanis) per mano della folle Angelina (Holly Taylor). Ella rapisce l’ultima nata della famiglia Stone, convinta che quest’ultima sia il suo ‘angelo custode’, inviato sulla Terra per proteggerla. Nel frattempo l’aereo 828, recuperato dal mare, scompare dall’hangar dove era custodito. Cal (Jack Messina) compie un nuovo salto nella luce e sparisce nel nulla. Nell’ultima scena vediamo un Cal cresciuto di cinque anni e mezzo (Ty Doran) precipitarsi in soccorso della madre, arrivando però troppo tardi.

Due anni dopo: Manifest 4

La famiglia Stone è divisa. Michaela (Melissa Roxburgh) e Zeke (Matt Long) sono il centro di un nuovo, fragile equilibrio: la donna, nonostante abbia perso il lavoro come detective, segue le chiamate, collaborando con la rete di intelligence creata da Vance e Saanvi, mentre Zeke usa la sua capacità empatica per alleviare le pene altrui, lavorando in un consultorio.

Manifest 4
Il cast di Manifest 4 al completo.

Con l’aiuto di Olive (Luna Blaise) cercano di tenere unita la famiglia, ma Ben (Josh Dallas) ignora le chiamate ed è ossessionato dalla ricerca della figlia scomparsa che lo tiene spesso lontano. Un muro di dolore si è creato tra Ben, incapace di elaborare il lutto derivante dalla morte di Grace e gli altri membri della famiglia, soprattutto tra lui e suo figlio Cal, verso il quale prova risentimento (è stato lui a dire ad Angelina come entrare in casa). Dal canto suo il ragazzo sembra aver perso il dono di ricevere le chiamate e mal sopporta la necessità di tenere segreta la sua identità

A complicare le cose, la polizia ha aperto un reparto speciale, il ‘Registro’, per controllare tutti i passeggeri. L’ex partner di Michaela, Drea, lavora all’interno come infiltrata, mentre Jared fa quello che può da agente semplice, dopo la retrocessione.

Manifest 4: “tutto è collegato”

Tra avventura e mistero, fede e razionalità scientifica, Manifest 4 spinge sull’acceleratore: i nuovi misteri vengono risolti in fretta, visti i due anni di “stallo”, raccontati in flashback per chiarire le nuove dinamiche instauratesi tra i personaggi. I principali ritornano più o meno tutti, come a ricordare al pubblico che tutti i passeggeri del volo 828 sono collegati tra loro e la scialuppa è forse più grande di quanto si credesse.

I dieci episodi si fanno guardare, i personaggi sono quelli che abbiamo amato e con i quali ci siamo identificati nelle prime tre stagioni.  Sorgono nuovi appassionanti interrogativi e il climax che porta al ‘mid-season finale‘ è coinvolgente. Lo streaming sembra aver giovato alla serie, che si perde meno in trame secondarie per focalizzarsi in modo più incisivo sulla risoluzione del mistero del volo 828. Non vediamo l’ora di scoprire cosa Jeff Rake, creatore della serie, abbia in serbo nella seconda parte della stagione, per la quale occorrerà aspettare il 2023.

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