Alla sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia viene presentata la versione cinematografica della Profezia dell’armadillo di Zerocalcare
A contrastare lo strapotere di Marvel e DC Comics al cinema è arrivato un disegnatore italiano. Niente storie fantascientifiche, niente effetti mirabolanti, solo la storia di un disegnatore sfigato e dei suoi altrettanto sfigatissimi amici che vivono nel quartiere sfigato di Rebibbia. Come si può tirar fuori un film da un soggetto del genere? Negli Stati Uniti non ci sarebbero mai riusciti, ma da noi sì.
La profezia dell’armadillo è il primo volume di Zerocalcare che è stato pubblicato dalla Bao publishing.
Zerocalcare ormai lo conoscono tutti, ma è bene ricordare che queste vignette le ha disegnate quando non se lo filava nessuno. Anche se si tratta di un’opera con un inizio, una fine e un senso compiuto, è divisa in decine di storielle che potrebbero essere del tutto autonome e, anche se è una storia triste, visto che il libro ruota attorno alla figura Camille, primo amore di Zero, prematuramente morta, le singole storielle possono far ridere esattamente come quelle di Rat Man.
Il film è diretto da Emanuele Scarnigi, alla sua prima prova come regista di un lungometraggio. Alla sceneggiatura hanno collaborato anche Zerocalcare, come è abbastanza ovvio, e Valerio Mastandrea, grande amico di Zero, che lo ha anche immortalato in una delle sue storielle e che, all’inizio, era dato come regista del film. A interpretare Calcare è Simone Liberati, mentre il suo amico Secco è interpretato da Pietro Castellitto. Nel ruolo della madre, che nel fumetto è disegnata come lady Cocca di Robin Hood, è Laura Morante, forse un po’ troppo magra, visto che Zero descrive la madre come decisamente in carne.
Le curiosità sono tante:
come sarà l’armadillo, l’amico immaginario che potrebbe essere definito la coscienza di Zero? [sono stata a lungo indecisa se lasciarla o cancellarla, alla fine l’ho lasciata; forse non è una gran battuta, ma a me piace.] Come saranno resi i frequenti sconfinamenti fra i personaggi dei fumetti o dei film, che sono l’immaginario di Zero, e che, nel fumetto, sono la cosa più esilarante? Riuscirà il film a tenere tesa la corda che unisce la malinconia agli episodi buffi come nel fumetto?
Questa volta non bisogna aspettare e vedere come sarà il film. Bisogna tifare.
Sì, perché a Zero, sia il personaggio, sia l’autore, si vuol bene. La sua disperata e ardua ricerca di coerenza ne fa una persona forse non straordinaria, ma di sicuro migliore della media. Anche alla Profezia dell’armadillo si vuol bene; Zero ha fatto, man mano, libri migliori, ma La profezia è il primo, dove abbiamo conosciuto il mondo di Zero, ed è quello che ha dato l’imprinting ai suoi lettori. È probabile che il film lo andranno a vedere quelli che già conoscono Zerocalcare, ma il cinema è un medium molto più nazional popolare del fumetto; può darsi che lo veda anche chi non conosce Zero e che gli venga voglia di leggere dell’altro. Per questo il film deve essere per forza all’altezza del libro.