Forse il più simbolico compositore di colonne sonore, a John Williams si devono alcuni dei temi più importanti e conosciuti della storia della cinematografia moderna
Sin dal primo articolo dedicato ai compositori di colonne sonore, mi piace cercare di far comprendere quanto la musica sia importante in un film e quanto spesso possa essere messa a confronto con altri aspetti quali la sceneggiatura o la fotografia. Ve lo immaginate un episodio di Star Wars senza la Marcia Imperiale? E che eroe sarebbe Indiana Jones se le sue avventure non fossero accompagnate dalla storica fanfara? Ebbene, queste e decine di altre storiche composizioni strumentali si devono ad un’unica persona, John Williams, già vincitore di ben 5 Oscar, 17 Grammy, 3 Golden Globe e 2 Emmy, oltre ad una svariata moltitudine di altri premi. In quasi 70 anni di carriera, con al suo attivo più di 140 partiture, lo si può tranquillamente definire IL compositore della musica da cinema.
John Williams nasce a Florarl Park, una piccola cittadina dello stato di New York. Già a partire dai 7 anni ha tutti i requisiti per essere definito quasi un bambino prodigio. Durante la primissima gioventù inizia infatti a studiare e suonare in maniera fluente pianoforte, trombone, tromba e clarinetto per passare in breve tempo già alle prime composizioni, scritte anzitutto per la banda scolastica e poi, durante il servizio militare, per l’aviazione americana. Dopo aver studiato alla Julliard School of Music di New York e aver collaborato come pianista assieme ad alcune band dei club di jazz della città, oltre a piccole etichette discografiche specializzate nel genere, inizia, negli anni ’60 la carriera di compositore, all’inizio nel mondo del piccolo schermo.
Lavora su diverse partiture per serie TV oltre a collaborare alla realizzazione della musica per alcuni film diventati cult come A Qualcuno Piace Caldo e Il Buio Oltre La Siepe. Per alcuni periodi, inoltre, lavora anche assieme ad alcune star della scena musicale, tra le quali l’indimenticabile Doris Day. E’ solo all’inizio degli anni ’70 però, che inizierà a lavorare per Hollywood, componendo le sue prime partiture e guadagnandosi, oltre alla nomination a 2 premi Oscar e altrettanti Golden Globe, anche l’appellativo di “Re delle colonne sonore per film catastrofici”. E’ infatti con L’avventura del Poseidon, del 1972 diretto da Ronald Neame, Terremoto di Mark Robson del 1974 e L’Inferno di Cristallo di John Guillermin e Irwin Allen dello stesso anno, che John Williams inizia davvero a fare sul serio, venendo notato, nientemeno, che da Steven Spielberg, all’epoca ai suoi primissimi lavori.
I due stringeranno nel giro di poco tempo un sodalizio che perdura ancora oggi, e il compositore statunitense, lavorerà, salvo fatto per una manciata di pellicole, a tutti quanti i film del celeberrimo regista, guadagnandosi premi su premi e facendo conoscere agli spettatori alcune delle colonne sonore che nel giro di poco tempo diventeranno epocali. Nell’ordine, oltre a diverse altre partiture, Williams lavora a Lo Squalo, Star Wars, Superman e I Predatori dell’Arca Perduta, tutti temi musicali che ormai vivono nell’immaginario di chiunque, amante di cinema o meno. Sfido chiunque a fischiettare il motivo di Star Wars e a trovare qualcuno che non lo conosca. Sempre con Spielberg lavorerà in seguito alla saga di Jurassic Park, per Hook – Capitan Uncino e per E.T. – L’extra-terrestre.
Nei primi anni ’90 conosce anche Chris Columbus. Con lui lavorerà alle partiture di Mamma, ho perso l’aereo (che potrebbe presto diventare un reboot targato Disney), Nemiche Amiche e negli anni successivi anche per i primi tre episodi della saga di Harry Potter che sanciscono i temi principali, ripresi successivamente dai compositori dei film successivi, in particolar modo da Alexandre Desplat che in Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 lo omaggia inserendo praticamente l’intera suite di Harry Potter e la Pietra Filosofale sul finale della saga.
Negli ultimi anni, lavora quasi esclusivamente con Steven Spielberg, ma è brillantemente tornato a comporre le colonne sonore per la saga di Star Wars e presto lo sentiremo anche in Star Wars: L’Ascesa di Skywalker l’attesissimo ultimo episodio della nuova trilogia, in arrivo a Dicembre.
Lo stile di John Williams, viene definito da molti critici musicali, come una sorta di neoromanticisimo. Gioca a favore il fatto che da sempre componga colonne sonore avvalendosi di gigantesche orchestre sinfoniche tra le quali la Boston Pop Orchestra, di cui è stato direttore dal 1980 al 1993. L’utilizzo dell’orchestra lo rende incredibilmente versatile e Williams dimostra il suo incredibile talento scrivendo partiture praticamente per qualsiasi tipo di film: thriller, commedia, horror, drammatico e ogni volta uscendone pienamente vincitore. Particolarmente avvezzo all’uso di campane e campanelli di ogni tipo, alcune sue partiture risultano incredibilmente efficaci nell’ambito delle festività natalizie, ma da sempre tende a sperimentare nuovi stili come accaduto con Prova a Prendermi e The Terminal che, pur essendo contraddistinte dal suo stile inconfondibile, hanno uno schema musicale completamente diverso dalle altre colonne sonore. Particolare menzione, inoltre, va fatta verso la colonna sonora di Schindler’s List e Memorie di una Geisha, rispettivamente diretti da Steven Spielberg e Rob Marshall. In entrambe le colonne sonore, si è avvalso della collaborazione di Itzhak Perlman, violinista israeliano.
Vi lasciamo alla consueta selezione di colonne sonore rigorosamente selezionate. Non solo temi principali, ma vere e proprie suite che ben evidenziano tutte le sfaccettature di questo fantastico compositore che con la sua musica ha scritto (e scrive tutt’ora) una parte importante della storia del cinema.
Remembering Childhood – Hook, Steven Spielberg (1991)
Una suite che racchiude in se l’intera vicenda del film. Il ragazzo sperduto, che ha dimenticato chi è stato una volta, rivive i suoi ricordi dell’infanzia, trovando la forza e la speranza nei pensieri felici che gli consentono di volare. Questo brano di oltre 13 minuti è un vero e proprio viaggio in musica nella mente del protagonista (un maestoso Robin Williams). Una piccola curiosità: Hook – Capitan Uncino originariamente avrebbe dovuto essere un musical, ma si preferì virare su un film più tradizionale per questioni di sceneggiatura. Tuttavia Spielberg apprezzò particolarmente alcuni brani che Williams aveva già preparato e decise comunque di inserirli nel film. Tra questi, anche “When you’re alone” interpretato dalla piccola Amber Scott.
Escape/Chase/Saying Goodbye – E.T. – L’extra-terrestre, Steven Spielberg (1982)
Forse il più fulgido esempio di collaborazione tra regista e compositore. Il lungo brano tratto da E.T. – L’extra-terrestre, della durata di 15 minuti, è stato davvero complesso da realizzare. Ne Spielberg, ne Williams riuscivano ad arrivare ad un punto d’incontro per trovare la giusta atmosfera per la sequenza finale del film. Ad un certo punto Spielberg ha chiesto a Williams di comporre il brano che a lui sembrava più adatto e sulla base di quello sono stati operati una serie di tagli e aggiunte che meglio si adattassero al crescendo musicale. Il risultato è strabiliante: una lunga composizione che richiama al suo interno le atmosfere di tutto il film, dal tema principale ai momenti più intimi e commoventi. Da ascoltare a tutto volume!
Reunion at Rockfeller Center – Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York, Chris Columbus (1992)
In questo brano tratto dal sequel di Mamma, ho perso l’aereo John Williams dimostra tutto il suo talento nella scrittura di partiture dal clima natalizio. L’uso smodato dei classici campanelli, associati generalmente alla slitta di Babbo Natale, ci fa subito pensare alle feste, alla neve e alle serate in famiglia, tra tavole imbandite e alberi di Natale circondati dai doni. Il brano si presterebbe benissimo anche per un musical.
Buckbeak’s Flight – Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Alfonso Cuarón (2004)
Il terzo film della saga di Harry Potter vide parecchi stravolgimenti rispetto ai primi due diretti da Chris Columbus. Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, diretto da Alfonso Cuarón, vide un deciso cambio di stile, più dark e macabro rispetto ai primi due capitoli, pensati per un pubblico più giovane. Anche l’abbigliamento è stato rivisto: gli studenti di Hogwarts indossano meno spesso le divise e risultano più “spigliati”, in linea con la crescita adolescenziale. E, pur mantenendo l’inconfondibile tema principale, anche John Williams appose qualche cambiamento. La traccia in questione ne è un esempio concreto: tamburi tribali e un crescendo musicale intenso ed emozionante, sottolineano il volo di Harry sull’ippogrifo Fierobecco, dando all’ascoltatore una sensazione di avventura e libertà.
Becoming a Geisha – Memorie di una Geisha, Rob Marshall (2005)
Le note di “Becoming a Geisha” ci portano direttamente nell’estremo oriente del dopoguerra, quando la Geisha era quasi un simbolo del Giappone e le donne che intraprendevano il percorso per diventarlo sapevano che stavano affrontando una battaglia: verso le altre geisha “concorrenti” e le okiya che le ospitavano. Williams ha voluto sottolineare questo in un brano che, soprattutto nella parte finale, contraddistinta da percussioni e strumenti tipici dell’oriente, può ricordare un combattimento o una guerra all’ultimo sangue. In questa colonna sonora John Williams ha collaborato con Itzhak Perlman, violinista con cui ha lavorato anche in Schindler’s List e con Yo-Yo Ma, famoso violoncellista cinese tra i più conosciuti al mondo.