La gabbianella e il gatto torna sugli schermi come evento speciale dal 21 al 24 Marzo
Quando uscì nel Natale del 1998 La gabbianella e il gatto diretto da Enzo D’Alò, tratto dal libro Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepulveda del 1996, nessuno si aspettava il successo che avrebbe avuto quella pellicola che debuttava nello stesso momento di Mulan, incassando la cifra record di 20 miliardi di Lire diventando il cartone animato italiano più visto di sempre.
Ne La gabbianella e il gatto incontriamo un nutrito stormo di gabbiani di rientro dalla migrazione che decide di fermarsi presso il Golfo di Biscaglia per gustarsi delle aringhe; una di loro, Kengah, è pronta a deporre il suo uovo ma, non sentendo l’ordine del capo-stormo di decollare urgentemente, la giovane gabbiana rimane invischiata in una macchia di petrolio, definita dagli animali “la peste nera”. Con grande sforzo Kengah riesce a liberarsi e a librarsi in volo ma è talmente stremata che finisce per cadere in una casa di Amburgo dove vive il gatto Zorba; dopo aver deposto l’uovo la gabbianella muore, non prima di aver strappato al felino tre promesse: di non mangiare l’uovo, di curare il piccolo che nascerà ma soprattutto di insegnargli a volare.
Nonostante tutti quelli della sua razza lo prendano in giro, tranne i suoi amici Segretario e Colonnello, Zorba cova l’uovo e, dopo poco tempo nasce una gabbianella alla quale dà il nome di Fortunata che viene cresciuta curata e protetta, ma resta resta il problema principale: come possono tre gatti insegnare ad un uccello a volare? Per trovare una soluzione al loro dilemma i tre amici decidono di infrangere il tabù più antico per i gatti: parlare con un essere umano che possa aiutarli e il prescelto è un poeta (doppiato da Sepulveda) che vive con la bellissima micia Bubulina, della quale tutti sono innamorati, il quale rivela ai tre che l’unico modo per far volare Fortunata è portarla sul campanile di San Michele; giunta sulla cima, la piccola gabbianella si getta ed impara finalmente a librarsi in volo.
Un delicato film sull’amicizia, l’uguaglianza e l’empatia che ci insegna a prestare più cura verso il prossimo anche se diverso, un piccolo capolavoro italiano da riscoprire e da far scoprire alle nuove generazioni che non hanno potuto vederlo sul grande schermo.