Una famiglia vincente – King Richard (King Richard)
Regia: Reinaldo Marcus Green; sceneggiatura: Zach Baylin; fotografia: Robert Elswit; scenografia: Wynn Thomas, William Arnold; costumi: Sharen Davis; trucco: Akiko Matsumoto, Erica Preus, Jennifer Zide; musiche: Kris Bowers; effetti speciali: Mark R. Byers; montaggio: Pamela Martin; interpreti: Will Smith (Richard Williams), Aunjanue L. Ellis (Oracene ‘Brandi’ Williams), Saniyya Sidney (Venus Williams), Demi Singleton (Serena Williams), Tony Goldwyn (Paul Cohen), John Bernthal (Rick Macci), Andy Bean (Laird Stabler), Kevin Dunn (Vic Braden), Craig Tate (Roc), Dylan McDermott (Will Hodges), Susie Abromeit (Robin Finn), Noah Bean (Steven); produzione: Will Smith, Tim White e Trevor White, Venus Williams, Serena Williams per Star Thrower Entertainment, Warner Bros, Westbrook Studios; origine: USA – 2021; durata: 144′.
Trama
Compton, sobborghi di Los Angeles, nei primi anni’90. Il guardiano notturno Richard Williams (Smith) dedica le proprie giornate ad allenare due delle sue figlie Venus e Serena, per farne due campionesse. Ha un piano preciso, un manuale di 78 pagine che segue scrupolosamente da quando ha visto la tennista vincente del Roland Garros portarsi a casa quarantamila dollari di premio per sei incontri e due settimane di lavoro. Grazie al supporto della moglie Oracene, infermiera, può trascorrere le giornate a prepararle, sottoponendole ad allenamenti durissimi che le temprino per convincere un allenatore professionista a credere nel loro talento.
Richard riesce ad ottenere numerosi colloqui, ma i coach più prestigiosi cui si rivolge non si fidano di quel nero esaltato, convinto che le sue figlie possano diventare delle campionesse. La soluzione è solo una: l’allenatore deve vederle giocare. Così le porta al Country Club dove si allenano John McEnroe e il giovane Pete Sampras. Approfittando di una provvidenziale sfuriata del fumantino McEnroe, Williams convince l’allenatore dei due campioni a palleggiare con Venus e Serena. Egli si accorge subito che hanno qualcosa di speciale, ma accetta di preparare solo la prima perchè dovrà farlo gratuitamente, data la scarsità di mezzi della famiglia d’origine delle ragazze.
Venus comincia così a giocare i primi tornei e sbaraglia in fretta tutte le avversarie, mentre Serena, in segreto, continua ad allenarsi con la madre. Richard ammonisce le figlie a restare umili, consapevoli di essere delle donne nere del ghetto e che ogni cosa dovranno guadagnarsela. Intanto anche Serena inizia ad ottenere risultati e la famiglia lascia la malfamata Compton – dove le sparatorie sono all’ordine del giorno – per la Florida, dove le ragazze trovano un nuovo coach e intanto possono studiare. Qui Richard prende una decisione controversa: decide, contro il parere dell’allenatore (che da contratto mantiene la famiglia) che Venus non giocherà più tornei juniores per un po’ di tempo. Il suo timore è che spingendola verso il professionismo troppo presto possa bruciarsi e avere problemi comportamentali come Jennifer Capriati e altri giovani prodigio dell’epoca, messi sotto pressione da genitori avidi e irresponsabili, contro i quali si scaglia pubblicamente, rilasciando interviste.
Trascorsi due anni, dopo molte insistenze da parte della moglie e della figlia ormai quattordicenne, Richard acconsente a farla partecipare al torneo di Auckland. Dopo un’iniziale tentennamento, dovuto alla lunga assenza dal circuito, Venus si riprende e supera il primo turno. A questo punto gli sponsor si presentano con generose offerte ma il padre, d’accordo con la moglie e la figlia le rifiuta: la ricchezza è un obiettivo, ma non il più importante e in coscienza bisogna dimostrare di meritarla. Al secondo turno Venus è abbinata alla numero 1 del mondo Aranxta Sanchez Vicario e, se perdesse, tutto potrebbe sparire. Dopo un primo set dominato dalla matricola Williams, la Sanchez chiede un time-out per andare in bagno: resta fuori più di trenta minuti, innervosendo l’inesperta avversaria e raffreddando i suoi muscoli. Al ritorno è un’altra partita e la spagnola s’impone in tre set. All’uscita però è Venus la star, fonte d’ispirazione per tante ragazze di colore come lei. Gli sponsor si ripresentano e la sua carriera potrà decollare.
Un personaggio controverso
‘King’ Richard Williams oggi, dopo due ictus e gravi problemi di salute, non segue più da vicino la carriera delle figlie, ma può dirsi orgoglioso: Venus e Serena hanno vinto in tutto 30 tornei del Grande Slam e la più giovane delle due, con 23 vittorie, è a un passo dal record di Margaret Court Smith. Nel film il padre delle sorelle Williams è Will Smith, anche produttore di Una famiglia vincente – King Richard e già premiato col Golden Globe 2022 come miglior attore drammatico: la sua prova è di quelle che non si dimenticano. nel rendere il suo personaggio, Smith è ben coadiuvato da Aunjanue L. Ellis (Se la strada potesse parlare, The Help), orgogliosa moglie che mitiga il temperamento dell’inflessibile Richard e dalle giovani attrici che interpretano le figlie. In oltre due ore e mezzo di film, Smith dipinge un ritratto di Richard Williams sfaccettato, parlando del suo passato, di come sia scappato dal Ku Klux Klan e abbia sempre dovuto combattere il pregiudizio razziale, che per un uomo nato in Louisiana negli anni ’40 era tutt’altro che uno scherzo. Le sorelle Williams affiancano l’attore nella produzione e il risultato è tecnicamente eccellente, con un montaggio che non annoia e rende credibile il tennis proiettato sullo schermo.
Una biografia forse troppo benevola? Probabilmente sì, gli aspetti meno lusinghieri sono trattati solo superficialmente. Del resto, come dichiarato da Serena Williams nella conferenza stampa di presentazione: “Mio padre era un ragazzo fantastico – è un ragazzo fantastico, dovrei dire – e penso che fosse molto in anticipo sui tempi. Pensa sempre a un livello diverso. Anche ora è sempre cinque passi avanti a tutti gli altri. E il modo in cui ci ha insegnato il tennis con le tecniche, il modo in cui ha spinto me stessa e mia sorella, è stata una grande opportunità per raccontare la sua storia. Non ci sarebbero Venus e Serena se non fosse stato per Richard”.