J.K. Rowling di nuovo nella bufera per alcuni suoi tweet (tre in serie, che puoi leggere qui sotto) ritenuti trans-fobici. La risposta del web non si è fatta attendere e non tutte le critiche sono positive. Andiamo a leggere la traduzione: “Se il sesso non è reale, la realtà vissuta dalle donne di tutto il mondo viene cancellata. Conosco e amo le persone trans, ma cancellare il concetto di sesso significa rimuovere la capacità di molti di discutere in modo significativo delle loro vite. Dire la verità non vuol dire odiare”. L’ hashtag #JKRowling è diventato subito popolarissimo e la scrittrice è stata etichettata come sostenitrice di un femminismo radicale ostile al mondo dei trans (T.E.R.F. : Trans-exclusionary- radical feminism). Le sue frasi hanno avuto tanta eco perchè confondono sesso e identità di genere in modo superficiale.
If sex isn’t real, there’s no same-sex attraction. If sex isn’t real, the lived reality of women globally is erased. I know and love trans people, but erasing the concept of sex removes the ability of many to meaningfully discuss their lives. It isn’t hate to speak the truth.
— J.K. Rowling (@jk_rowling) June 6, 2020
J.K. Rowling era già finita sotto attacco quando aveva sostenuto apertamente la causa di Maya Forstater, esperta di tasse impiegata al Centre for Global Development (CGD), associazione con base a Washington D.C. e Londra, impegnata nella lotta contro la povertà. Quest’ultima era stata licenziata per alcuni tweet che criticavano un progetto di legge che avrebbe consentito alle persone di identificare se stesse come appartenenti ad un genere liberamente. Le sue posizioni espresse in rete avevano in seguito provocato il suo licenziamento per giusta causa,che era stato recentemente confermato dalla sentenza del Tribunale del Lavoro londinese. La studiosa si era difesa, sostenendo che il suo tweet voleva essere una difesa dei diritti delle donne, spesso vittime della violenza maschile in quanto tali: la sua critica alla possibilità di auto-definirsi era in realtà espressione del timore che questa legge potesse essere usata per indebolire la battaglia contro la violenza di genere. Precisa sul punto l’autrice britannica, difendendosi dall’accusa: “L’idea che donne come me, empatiche da decenni nei confronti dei trans, affini perché vulnerabili nello stesso modo in quanto donne – per esempio nei confronti della violenza maschile – odino le persone trans perché credono che il sesso esista e abbia conseguenze concrete non ha senso”.
The idea that women like me, who’ve been empathetic to trans people for decades, feeling kinship because they’re vulnerable in the same way as women – ie, to male violence – ‘hate’ trans people because they think sex is real and has lived consequences – is a nonsense.
— J.K. Rowling (@jk_rowling) June 6, 2020
Nell’ultimo tweet la creatrice di Harry Potter cerca di rimediare, chiarendo ulteriormente la sua opinione, che non voleva essere discriminatoria: “Rispetto il diritto di ogni persona trans di vivere in un modo che sia autentico e confortevole per loro. Marcerei con voi se foste discriminati perché trans. Allo stesso tempo la mia vita è stata plasmata dall’essere donna. Non credo che dirlo significhi odiare”. Sull’ultimo tweet non possiamo che essere d’accordo ma il dubbio è legittimo: la proprietaria di un brand miliardario dovrebbe avere uno staff in grado di consigliarla su questioni spinose come questa: a volte esprimere un concetto in meno di 140 caratteri è un’impresa ardua perfino per chi con la proprietà di linguaggio e la fantasia si è inventato una carriera.
I respect every trans person’s right to live any way that feels authentic and comfortable to them. I’d march with you if you were discriminated against on the basis of being trans. At the same time, my life has been shaped by being female. I do not believe it’s hateful to say so.
— J.K. Rowling (@jk_rowling) June 6, 2020