Jessica Rabbit è una delle creazioni Disney più conosciute, amate e imitate, simbolo indiscusso di sensualità e seduzione.
Nata dalla mente creativa dello scrittore Gary Wolf è diventata popolarissima per essere la moglie di Roger Rabbit in Chi ha incastrato Roger Rabbit?, film del 1988 diretto da Robert Zemeckis, divenuto un cult anche grazie alla procace Jessica.
Ispirata alle grandi dive della golden age hollywoodiana, Jessica Rabbit viene rappresentata con un sinuoso corpo a clessidra fasciato da un vestito di lustrini che lascia ben poco all’immaginazione, complice anche il colore rosso fuoco dei suoi capelli, ispirato alla leggendaria Gilda, interpretata da Rita Hayworth.
La pettinatura sexy che copre costantemente una parte del volto ricorda invece quella di Veronica Lake, mentre lo sguardo seducente da gatta è ispirato a quello di Lauren Bacall.
Ma Jessica non è cattiva, anzi, ed è lei stessa a dirlo in una delle battute più famose del film
“Io non sono cattiva, è che mi disegnano così!”
Sarà forse per questo che hanno deciso di cambiare radicalmente il suo aspetto e disegnarla diversamente.
Invece no, la nostra bella Jessica è stata costretta a cambiare look, perché accusata di sessismo
Jessica Rabbit diventa un’investigatrice: i motivi
Tutto è partito dal Disneyland di Anaheim in California, che ha deciso di cambiare il look del personaggio all’interno di una giostra del parco.
Tutti i fan del film Chi ha incastrato Roger Rabbit?, almeno per il momento, possono restare tranquilli. Nessun frame della pellicola sarà modificato e Jessica Rabbit, almeno nella storia del cinema, manterrà il proprio sex appeal e le curve.
Nel luogo di attrattiva per bambini e appassionati del genere, il parco Disneyland appunto, è stata installata nel 1994 un’attrazione, la Car Toon Flip, ispirata proprio al film Chi ha incastrato Roger Rabbit?.
Con una decisione recente, comunicata in questi giorni, la giostra sarà rinnovata modificando completamente la storia. Fino ad oggi la tematica proposta era “una corsa attraverso Toontown alla ricerca di Jessica Rabbit”, evidente richiamo ala storia raccontata nel film e il personaggio, chiaramente, ricalcava in tutto e per tutto quanto era visibile al cinema, compreso l’abbigliamento succinto e provocante.
L’esperienza nel parco divertimenti, attraverso la ricostruzione delle diverse scene del film, terminava con il ritrovamento della donna imprigionata nel bagagliaio di una macchina.
A breve invece Jessica Rabbit si trasformerà in un’investigatrice e la sua storia all’interno del parco divertimenti sarà interamente modificata. Non più ricercata appunto, ma detective a caccia di chissà quale criminale con annesso cambio di look: niente più immagine da “pin up” o abito con le paillettes, il suo guardaroba si riempirà di vestiti più abbottonati.
Inoltre non sarà più una vittima salvata da un uomo ma avrà un ruolo attivo e al posto della donna da ritrovare e salvare, l’obiettivo saranno i barili di acido con cui il giudice Morton, antagonista del film, scioglieva i personaggi animati.
In questo modo, il Disneyland californiano potrà accantonare le accuse di sessismo e maschilismo.
Prima di Jessica Rabbit: le altre accuse rivolte a Disney
Ricorderete sicuramente che recentemente la Disney aveva dovuto difendersi dalle accuse di razzismo dovute a personaggi come Aladin, Calimero e Tom e Jarry e in passato non sono mancate le critiche per il bacio non consensuale di Biancaneve, la maschera da mercante ebreo de I tre porcellini.
Al centro della polemica sono finiti anche corvi neri di Dumbo, che rappresentano delle caricature dei lavoratori delle piantagioni e Peter Pan, con i membri della tribù indiana di Giglio Tigrato chiamati “pellirosse”, mentre Gli Aristogatti raffigurano il gatto siamese Shun Gon, con degli stereotipi asiatici.
La piattaforma Disney+ ha addirittura deciso di lasciare i titoli disponibili per il pubblico sopra l’età minima, ma con un chiaro disclaimer che appare prima della visione. Questa avvertenza recita:
“Questo programma include rappresentazioni negative e/o denigra popolazioni o culture. Questi stereotipi erano sbagliati allora e lo sono ancora. Piuttosto che rimuovere questo contenuto vogliamo riconoscerne l’impatto dannoso, imparare da esso e stimolare il dibattito per creare insieme un futuro più inclusivo”.
Questa decisione è quindi stata presa con l’intento di ricordare quanto differenti fossero i tempi in cui i diversi film sono stati realizzati, e quanto oggi determinate scelte sono da riconoscere, con un occhio critico.
Lo stesso, a quanto sembra, vale per Jessica Rabbit, la cui immagine non cambierà nel film, ma al momento, solo nelle sue raffigurazioni all’interno del Disneyland della California.
Lo stesso quindi vale anche per il suo personaggio che si aggira per il parco, che subirà un restyling.
Pazzesco vero?