Se provi nostalgia dei cari vecchi anni ’70, se l’unica cosa che vorresti è una macchina del tempo per poter tornare indietro di circa cinquant’anni, Imagine, la pellicola girata da John e Yoko, è quel che fa al caso tuo. E’ sia un modo per rivedere due miti di quegli anni sia per respirare un po’ di aria pura.
Imagine, film del 1972, è più simile a un’opera di video art che a un film. E’ un film fatto essenzialmente di musica e fotografia. Non c’è trama, non c’è storia, se non quella di un amore assoluto fra un musicista “più famoso di Gesù Cristo” e una delle artiste più dotate dell’epoca.
La fotografia e la produzione del film non possono non aver risentito della forte impronta di Yoko Ono, uno dei primi e principali membri della libera associazione di artisti di avanguardia Fluxus, che fu attiva negli anni ’60. Poi Yoko sposò John Lennon e da allora è stata la donna più odiata del pianeta. I critici d’arte cominciarono a insinuare che le sue opere venivano esposte solo perché era la moglie di John Lennon, addirittura fu accusata di aver fatto diventare John dipendente dall’eroina.
Anche della sua musica fu detto che non sarebbe mai esistita senza uno sponsor come John Lennon; invece la madre di Yoko era una pianista e tutti i fratelli Ono ebbero una rigorosa educazione musicale. Ma, soprattutto, i fan dei Beatles le dettero la colpa dello scioglimento della band.
Se guardiamo ai fatti, l’album bianco, che fu quello alla quale Yoko presenziò, è già una prova di quanto i Beatles stessero intraprendendo strade diverse. A parte l’emancipazione di George Harrison, che nel doppio bianco pubblica le sue canzoni più famose e più belle, John e Paul non scrivono più insieme, anche se i pezzi sono firmati sempre da entrambi, e ognuno va in una direzione completamente diversa. L’album bianco, che è considerato da molti il migliore dei Beatles, non è già più un album dei Beatles.
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Quanto alle canzoni del film, bisogna ammettere che quelle di John sono molto più convenzionali rispetto a quelle di Yoko, più sperimentale e interessante. La stessa Imagine, una delle canzoni col testo più bello mai scritto e stupenda, nella sua semplicità, non è che una variante del classico schema: tonica, sottodominante, dominante.
In Imagine ci sono scene di grande impatto estetico, come la partita a scacchi fra John e Yoko con la scacchiera e gli scacchi completamente bianchi e ci sono scene, francamente, poco efficaci. La vera nota stonata, è il caso di dirlo per un film del genere, è l’apparente solipsismo della coppia che, invece, era molto attiva politicamente e socialmente.
Nel film si vede solo una breve sequenza di John e Yoko a una manifestazione, probabilmente contro la guerra nel Vietnam, ma sono note le loro performance pubbliche, a partire dal famoso bed-in per la pace. Nulla di questo traspare nel film dove i due sembrano persi in un mondo ideale fatto solo di loro stessi, fino al finale nel quale i due artisti ripetono all’infinito l’uno il nome dell’altra. Senza voler fare paragoni azzardati, ma solo un po’ di ironia, la scena ricorda quella di Madagascar, dove Alex e Martin si corrono incontro lungo la spiaggia chiamandosi per nome.
Adoro John, ma devo ammettere che nel film è la personalità di Yoko che spicca. Se ripensiamo ai film dei Beatles come A hard day’s night o Help! ci sono queste sceneggiature comico-demenziali alla Monty Python, a mio avviso i veri eredi dei Beatles, che forse rappresentano il vero temperamento di John. Imagine è un progetto di Yoko che, probabilmente, John non ha capito nemmeno fino in fondo.
Lo so, difendere Yoko è assolutamente contro corrente, però, pensaci bene, è solo dopo che ha incontrato lei che John è diventato il John che tutti noi amiamo e rispettiamo.