Il migliore. Marco Pantani
Il migliore. Marco Pantani è un film di genere documentario del 2021, diretto da Paolo Santolini. Uscita al cinema il 18 ottobre 2021. Durata 100 minuti. Distribuito da Nexo Digital.
Dal 18 al 20 ottobre, nelle sale italiane, è stato trasmesso un intimo e intenso documentario sul compianto campione, scompare in circostanze non ancora chiare.
Il migliore. Marco Pantani – Il film
Fin dalla prima sequenza, il regista Paolo Santolini – nato e cresciuto in Romagna come Pantani – mette in chiaro che si parlerà dell’universo umano, sociale e culturale in cui il campione si è formato.
13/01/99 appuntamento a casa del Panta per il suo compleanno: una parrucca mora e lunga e voilà, ecco Marco in tutta la sua simpatia.
Un’insolita versione di Romagna Mia, a cappella, ci introduce ne Il Migliore, la storia del grande Marco Pantani.
Marco è un sogno.
Madonna di Campiglio – Aprica: 5/giugno /1999 giornata triste per il ciclismo, Marco, in maglia rosa non parte. Ematocrito a 52, non è naturale, alzato artificialmente.
Per la gente è un tradimento, perché la gente CREDE, A PRESCINDERE… o forse no.
Chi a Marco ci crede davvero, chi lo conosce, chi lo ama sia personalmente che professionalmente, non crede, e incita e chiama Marco a gran voce.
A distanza di 20 anni c’è chi ancora ricorda molto bene quei momenti.
Pantani non è mai stato trovato positivo a nessuna sostanza, aveva solo l’ematocrito alto, altrimenti sarebbe stato squalificato, ma quel circo mediatico, forse, per l’animo puro e semplice di Marco, era troppo ugualmente.
Si perché Marco è stato una sorta di parafulmine per quanto, intanto, stava accadendo nel mondo calcistico.
Andrea Agostini, suo addetto stampa, cerca in tutti i modi di dare spiegazioni ai giornalisti, mentre in realtà, forse, una spiegazione non riusciva a darsela nemmeno lui; di certo però, Marco era pulito.
Marco non è mai stato trovato positivo a nulla, a differenza di altri, ma nonostante questo i giornali iniziano a titolare e a parlare “impropriamente” di doping.
Cannavò è stato uno dei maggiori accusatori di Marco, nonostante il loro rapporto di lunga data: forse lui, più di altri, avrebbe dovuto credere a Marco, invece lo ha tradito.
“voglio fare le analisi”
Dice Marco, e volontariamente si sottopone ai test a Cesenatico.
“Mi hanno inculato… stavolta non parto più”
“ se io nascevo in mare e avevo due figli, non ero l’uomo più felice del mondo?”
Marco è distrutto, arriva a rinnegare la sua passione, la sua vita, che tante soddisfazioni, tanto affetto e tanta gloria gli aveva regalato.
“Perché non vai al giro di Francia e lo vinci”
“Perché qualcuno dubiterebbe, l’80% delle persone ha messo in dubbio la mka carriera… il potere della mala informazione è troppo forte”
Dice Marco che ormai non ha più quella luce negli occhi, si è spenta.
Nella storia del ciclismo solo sette corridori hanno vinto il giro d’Italia e il Tour de France nello stesso anno, l’ultimo è stato Marco Pantani.
Orgoglio infinito per mamma Tonina, che quando parla del proprio figlio, ancora oggi, ride e sta bene.
“io lo vedo ancora qui, sento il suo profumo”
Tragedie di questo tipo non sempre uniscono le famiglie, alle volte le spaccano, come i questo caso (come racconta la nipote Serena, che oggi vive nella casa di Marco e dorme nel suo letto).
Sua sorella invece fra una piadina e l’altra dice:
“avevo un fratello, ma era di tutti, troppo di tutti, quindi non me lo sono mai potuto godere come avrei voluto”
“ci sono andata io a riconoscerlo alla camera mortuaria… sembrava una tavola sospesa per aria.”
Giro d’Italia – 1999
Una maglia rosa meritata e sudata. Un padre orgoglioso, che non sta nella pelle.
Intanto scorrono immagini di repertorio che ci mostrano la vi di Marco, oltre la bici e il ciclismo; Marco che acquistava una moto senza saperla guidare ancora, Marco che chiede 10 giorni di ferie a Giacobazzi per stare al mare con gli amici, Marco festaiolo e di compagnia, Marco in giro di notte con gli amici, la passione per la caccia e per la pesca, le scorribande, i travestimenti, le risate… tutto questo era Marco… un “patacca carismatico”.
Ci raccontano Marco innamorato, di Cristina, una cubista strana e bellissima; Marco che con i pattini entra in uno studio d’arte, prende una tela e inizia a dipingere, perché tutti possono essere artisti, figuriamoci Marco!
“mi chiedo, i dirigenti suoi dov’erano per difendere questo ragazzo. Che vengano da me, voglio che mi spieghino perché, un campione come lui che ha portato l’onore del ciclismo in tutto il mondo, sia stato lasciato così solo, indifeso e non tutelato, anche ora da morto. Tutti ne parlano, anche gente incompetente, solo per far soldi. Quanti libri escono su marco che non sai chi siano quelli che li scrivono…”
Maledettamente vere queste parole, pronunciate dalla nonna di Marco.
In questo documentario c’è tanto di Cesenatico, della sua storia, delle spiagge, i lidi, la musica, il canale, le feste di paese, l’amico Jader, morto anche lui i un incidete stradale.
Sapevate della passione di Marco per il karaoke? Si, a Marco piaceva cantare… quelle immagini mostrano un atleta, un uomo, un ragazzo pulito, sincero, genuino… difficile poter credere davvero a tutto quanto è stato detto e scritto e vedendo quella lapide, proprio non ci si crede che sia lì dentro, da 17 anni.
Incrocio perfetto watt e battiti, come era perfetto lui, folle, duro e imperterrito, capace di lavorare fino a 2 minuti e mezzo con l’acido nelle gambe.
Montava la sella con particolare attenzione, quando era convinto che il tubo sella della nuova bici fosse sbagliato, e aveva ragione; meno di un millimetro, ma lui se n’era accorto subito.
“quando lui ti abbracciava ti stritolava”
Dice Giacobazzi
E pensare che quel Tour non voleva neanche farlo.
“se ci vado lo faccio per me, va bene, ci vado”
Pioggia, vento, freddo, niente e nessuno poteva fermarlo, anche se era uno sfigato, sotto molti aspetti:
– 1993 cade al giro d’Italia e deve ritirarsi;
– aprile 1995 viene investito in auto in allenamento e salta il giro d’Italia;
– ottobre 1995 viene travolto da un’auto durante la gara Milano-Torino e rimane fuori dalle gare per due anni;
– 1997, un gatto gli taglia la strada durante il giro d’Italia, cade e si ritira.
Gli unici due anni che non ha avuto problemi sono il 92 e il 98, quando ha finto Giro e Tour.
Qualche nota stonata
Un vero peccato che non tutti i personaggi che nel film parlano di Marco, non siano didascalizzati.
Spesso infatti, mentre si ascoltano i racconti su Marco, ci s trova a chiedersi, chi sia a parlare, eccezion fatta per i volti noti, se non altro al mondo del ciclismo.
Anche i racconti personali non propriamente riferibili a Marco spesso occupano più spazio del dovuto, come anche le lunghe pause occupate da sfondi naturali, o forse è solo la voglia di scoprire di era Marco.
Dal 1999, dopo la sospensione dal giro d’Italia per ematocrito fuori norma, Marco Pantani è stato iscritto nel registro degli indagati di sette procure della Repubblica, è stato imputato in tre processi giudiziari con l’accusa di frode sportiva. Due si sono conclusi con un’assoluzione, il terzo è stato estinto nel 2004, in seguito alla sua morte.
Con Marco, per molti, è morto il ciclismo!
“ho sempre pianto poco, forse perché mi piace reagire e lottare. Credo nei valori e negli uomini, ed essere ferito nei sentimenti è più importante che nel fisico”
Ha dichiarato Marco in un’intervista… chissà se oggi, fosse finita diversamente, avresti ancora quella fiducia Marco!