La giunta comunale di Rimini ha, finalmente, approvato in via definitiva il primo degli stralci previsti per la realizzazione del Museo Fellini, che dovrebbe essere aperto nel 2020
Approssimandosi il centenario della nascita del regista riminese, il comune che gli diede i natali ha progettato un museo che coinvolgerà, in pratica, tutto il centro storico. I palazzi interessati saranno Castel Sismondo, la rocca quattocentesca al cui progetto contribuì anche Filippo Brunelleschi; Palazzo Valloni, un edificio del settecento, restaurato da poco, dove a piano terra c’è ancora il cinema Fulgor, caro al Maestro, e Piazza dei Sogni, con un percorso di installazioni e scenografie felliniane, aree verdi e arene per spettacoli all’aperto.
Avevamo già segnalato in due articoli il rinnovato interesse per il regista riminese: Fellini a Roma: un omaggio al grande regista in una graphic novel e Il premio alla carriera Cineteca Bologna a Vincenzo Mollica e abbiamo anche potuto visitare la mostra Verso il centenario. Federico Fellini nella sala dei Musei Civici degli Eremitani a Padova, basata soprattutto sulla vasta produzione grafica di Fellini. Una rassegna modesta, ma davvero ben fatta, che in poche stanze è riuscita non solo a raccogliere un immenso e pregiatissimo patrimonio, ma anche a dare un’idea a tutto tondo di chi fosse Fellini e, sopratutto, di cosa fosse il suo cinema. Ecco qualche foto della mostra:
Ora attendiamo questo mega museo che, se vuol essere veramente esaustivo, avrà a disposizione quantità impressionanti di materiale, anche perché Fellini non è stato solo un prolifico regista, ma anche un ancor più prolifico sceneggiatore, per il cinema, per la televisione e per la radio. Fu proprio durante il suo lavoro di sceneggiatore all’EIAR (la RAI di allora) che conobbe Giulietta Masina, sua compagna di una vita e sua attrice ispiratrice. Fellini fu anche attore, nei film suoi e di altri colleghi. Addirittura scenografo e costumista nel suo film Il Casanova e basta vederlo per capire che forse solo lui poteva pensarli. In più, come abbiamo già avuto modo di dire negli articoli precedenti, iniziò la sua carriera come vignettista e caricaturista. Quindi un artista completo, che ha lasciato al mondo, più che singole opere, un immaginario che prima di lui non esisteva. Non per nulla è stato coniato l’aggettivo “felliniano”.