Il Maestro e Margherita è indubbiamente uno dei romanzi più importanti del Novecento, non solo russo. Un po’ per il suo significato enigmatico, a tratti decisamente misterioso, un po’ perché Bulgakov, quando scrisse questo romanzo, si trovava in piena epoca di dittatura staliniana, anche dal punto di vista culturale, in cui bastava anche una sola velata critica al regime staliniano per finire nei terribili gulag siberiani, persino per artisti che esprimevano solamente un loro legittimo punto di vista storico-letterario sul mondo circostante.
Non è un caso che il romanzo più di successo di Michail Bulgakov, scritto tra il 1928 e il 1940, anno della sua prematura morte, fu tormentato al punto da immaginare e riscrivere il suo capolavoro per almeno otto volte. Un romanzo a tal punto complicato da collocare nel regime staliniano e post Stalin, che solo nel 1967 trovò la sua compiuta pubblicazione.

Il film, nello specifico, diretto da Michael Lockshin, uscirà il 15 maggio al cinema ed è ambientato nella grigia e repressiva Mosca degli anni ’30, durante il regime staliniano. Ora, quindi, questo romanzo, dopo tanti anni di oblio, sembra ritrovare una nuova luce anche al cinema; scopriamo, dunque, insieme alcuni dei motivi per riscoprire, prima dell’uscita nelle sale, Il Maestro e Margherita…
Il Maestro e Margherita. La trama
Il Maestro e Margherita ha come protagonista un celebre scrittore noto come il Maestro (Evgeniy Tsyganov), il quale finisce travolto dallo scandalo quando la sua pièce teatrale su Ponzio Pilato (Claes Bang) viene accusata di rappresentare Cristo con troppa umanità, per questo viene severamente censurata e stroncata dalla critica ufficiale. In pochi giorni, la sua reputazione è distrutta, il suo lavoro bandito e la sua voce silenziata. Ridotto all’emarginazione e alla disperazione, trova conforto e nuova ispirazione nell’incontro con Margherita (Yulia Snigir), una donna bellissima e sposata, con cui nascerà un amore travolgente e proibito.

Spinto dalla passione per Margherita e dal bisogno di reagire alle ingiustizie subite, il Maestro inizia a scrivere un nuovo romanzo che, in quell’Unione Sovietica, non potrà mai essere pubblicato, un nuovo progetto che racconta un evento straordinario: l’arrivo del diavolo a Mosca. Immaginando una Mosca visitata da Woland (August Diehl), un enigmatico e diabolico straniero, accompagnato da un seguito di personaggi grotteschi e irresistibili. Con ironia crudele e sferzante, Woland scatena una vendetta surreale contro l’ipocrisia, la corruzione e l’opportunismo della società sovietica, colpendo chi ha umiliato e tradito lo scrittore.
Tra realtà e immaginazione, giustizia e illusione, il confine si farà sempre più labile: il caos prende il sopravvento e la verità si confonde con la finzione letteraria. E mentre tutto sembra destinato a perdersi, è Margherita a mantenere viva la fiamma della speranza, spronando il Maestro a non arrendersi, a scrivere comunque, e a credere che anche nelle tenebre più fitte, l’amore e la libertà possano ancora esistere.

Il Maestro verrà persino trasferito in una clinica psichiatrica, dove verrà sottoposto a varie terapie d’urto, tra cui il terribile elettroshock. Nonostante le sofferenze fisiche e psicologiche, l’internamento nella clinica non riuscirà a interrompere la sua creatività. Anzi, in questo ambiente angusto e oppressivo, il Maestro inizia a scrivere di nuovo, supportato dall’aiuto di un’infermiera che gli fornisce il materiale per continuare. In un ultimo atto di speranza e disperazione, il Maestro ricomincerà il suo romanzo, completandolo in segreto, nella sua stanza.
Il Maestro e Margherita. Una versione cinematografica altrettanto travagliata in un mondo perennemente complicato
Rispetto al romanzo, il film Il Maestro e Margherita (2024) aggiungerà un ulteriore piano narrativo che si intreccierà con quelli dell’opera originale, accentuando ancor di più, il rapporto tra realtà e finzione.
Le origini del film in questione sono da ritrovare addirittura nel 2018, quando è stato annunciato un nuovo adattamento cinematografico del romanzo di Michail Bulgakov, per la regia di Nikolaj Lebedev. Il progetto in questione non vedrà, però, mai la luce e non entrerà in lavorazione fino al 2020, quando Michail Lokšin si unì alla produzione in veste di regista e sceneggiatore.

Le riprese, svoltesi tra Mosca, San Pietroburgo e Malta, iniziarono così nel luglio 2021 e furono portate a termine nell’ottobre 2021. Un non trascurabile dettaglio che di certo non ha aiutato la produzione e la distribuzione del film è il fatto che Bulgakov era uno scrittore ucraino, nativo di Kiev nel 1890, e che la situazione attuale tra Russia e Ucraina nel corso degli anni è andata complicandosi al punto tale da portare alla guerra, all’inizio del 2022, purtroppo ancora in corso oggi.
Quindi, l’uscita inizialmente prevista per il 2022 fu posticipata al 2023 in seguito alla decisione della Universal Pictures di abbandonare progetti cinematografici russi dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin. Il film è stato quindi distribuito nelle sale russe il 25 gennaio 2024, mentre in Italia uscirà, come accennato in precedenza, il 15 maggio 2025.

Il film è stato accolto alla sua uscita in maniera decisamente positiva dalla critica russa, tanto che il critico Anton Dolin lo ha definito il primo adattamento ben riuscito del romanzo. Ci fu, infatti, un altro tentativo circa cinquant’anni fa di trasporre il complicato e allo stesso tempo affascinante romanzo di Bulgakov: Il Maestro e Margherita, film italo-jugoslavo del 1972, diretto da Aleksandar Petrović, con protagonista il nostro indimenticabile Ugo Tognazzi, con critiche di certo positive, sebbene non completamente unanimi nel giudicarlo un capolavoro, nonostante l’ottima interpretazione dell’istrionico attore cremonese.
Tuttavia, sebbene questa nuova versione sia stata giudicata dai critici russi “il miglior film commerciale realizzato nella storia della Russia moderna“, per i suoi temi vagamente antirussi è stato criticato da attivisti filo-putiniani, tra cui Zakhar Prilepin, Tigran Keosayan e Vladimir Solov’ëv, che hanno tacciato Il Maestro e Margherita di essere critico nei confronti dell’operazione militare in Ucraina e della censura governativa.

I detrattori del film hanno inoltre richiesto un’indagine sul perché la pellicola sia stata finanziata dal Ministero della Cultura, richiedendo anche che il regista fosse messo sotto indagine dalle autorità.
Insomma, un mondo complicato certamente quello in cui, negli anni trenta, Bulgakov si apprestava a scrivere il suo capolavoro Il Maestro e Margherita e che, quasi un secolo dopo, non sembra essere poi tanto mutato; il suo libro stesso ha conosciuto momenti difficili anche molto dopo essere uscito dalla sua penna e dopo essere stato pubblicato solamente un quarto di secolo dopo la morte del suo geniale creatore.

Tornato alla ribalta e poi di nuovo sparito nell’oblio per molti anni, ora, da qualche decennio a questa parte, si è ripreso l’attenzione del pubblico letterario, ridiventando un classico da possedere nella propria biblioteca personale.
Adesso, dopo poco più di 50 anni dall’unica versione cinematografica, è finalmente pronto a risorgere anche per il cinema, e chissà verso quali folli voli e quali cieli Il Maestro e Margherita ci porterà in questo 2025, nel suo eterno viaggio tra amore, letteratura, follia e disperata ricerca di un altro mondo, decisamente migliore rispetto a quello lasciato indietro, senza molti rimpianti, ancora una volta a terra…