40 anni fa faceva il suo ingresso nelle sale un film considerato spinto e osceno, tanto da essere vietato ai minori di 14 anni; un film che tuttavia avrebbe rivoluzionato il cuore e l’anima di milioni adolescenti, avvicinandoli in maniera pura ed innocente al tema della scoperta della sessualità.
Laguna Blu esordisce il 5 Luglio 1980 , protagonisti sono due attori quasi bambini, Christopher Atkins un putto dalla pelle dorata e Brooke Shields una quattordicenne dalla bellezza eterea e rara, diretti da Randal Kleiser che aveva diretto Grease.
Richard ed Emmeline come Adamo ed Eva, vivono nel loro paradiso terrestre giorno dopo giorno e da bambini divengono adulti e genitori, scoprendo e vivendo intensamente il loro amore bucolico e appassionato.
Nel 1980 fu subito bollato come film scandalo con l’accusa pesantissima di promuovere la pornografia, ma vedendolo ora possiamo sicuramente affermare che, di pornografico, non aveva proprio nulla.
Nel film infatti nulla viene lasciato al caso e anche le scene più intime erano state studiate dal regista perché non comparissero parti del corpo che potessero destare imbarazzo.
Kleiser spiegò che per le scene intime erano state usate delle controfigure e che la chioma della protagonista di fatto la vestiva perché incollata dalla costumista.
Certo, la Shields non doveva provare di sicuro alcun imbarazzo dal momento che era già lanciatissima come baby modella; grazie a quello sguardo incorniciato dalle sopracciglione vellutate infatti, aveva già girato Pretty baby di Louis Malle, in cui interpretava una prostituta bambina, mentre in Alice sweet Alice, veniva uccisa in chiesa. Come inizio niente male.
Certo i ruoli non li sceglieva lei, ma la potentissima madre manager, Teri, a cui Brooke avrebbe dedicato il libro autobiografico There was a little girl – The real story of my mother and me in cui svelava le ombre di una vita sotto i riflettori. Il paradiso può essere infernale e la vita di baby star con una mamma alcolista (morta nel 2012 a 79 anni per demenza senile dopo una lunga battaglia contro l’alcol), un incubo. Tutto raccontato con disperazione e grazia, senza lanciare accuse. Da figlia amorevole.
La statuaria Brooke Shields, seminuda e innocente e con quei capelli lunghi coprivano tutto quello che c’era da coprire avrà probabilmente intimorito l’ingenuo partner Christopher Atkins,tant’è che dopo il successo all’uscita del film si è perso in ruoli piccoli.
Per un po’, grazie al personaggio del naufrago, inseguito da schiere di fan, spiegò che in realtà non voleva fare l’attore e che mentre frequentava la Denison University e faceva il bagnino, l’istruttore di vela e un amico lo convinsero a partecipare ai provini per Laguna blu.
Era uno sportivo, aveva il fisico del ruolo e fu scelto tra 4000 aspiranti, salutato come il nuovo Robinson Crusoe.
Rispolveriamo la trama.
Verso metà Ottocento, quando il veliero Northumberland naufraga tra le acque del Pacifico, tre persone trovano salvezza su un’isola sperduta: i piccoli Emmeline e Richard e il cuoco di bordo, Paddy.
É grazie ai suoi insegnamenti che i due imparano a sopravvivere nella natura selvaggia, ma quando Paddy muore devono cavarsela da soli , scampando ai sacrifici umani di una popolazione di indigeni, tra capanne, nuotate in acque cristalline e natali alternativi.
Come per tutti gli adolescenti, quando la pubertà li colpisce, entrambi privi di un’adeguata educazione sessuale, si ritrovano spaesati e cominciano a provare un’attrazione fisica che stentano a comprendere diventando, non senza difficoltà, genitori di un bambino.
Questi un giorno, mentre i genitori sono in mare su una barca, ingoia alcune bacche, che stando al vecchio Paddy provocherebbero un sonno senza risveglio.
Disperati, i suoi genitori decidono di darsi la morte, mangiando anche loro le bacche. Mentre giacciono, apparentemente senza vita, sul fondo della barca accanto al figlio, vengono avvistati dai marinai di un veliero che da tempo li andava cercando (a bordo c’è il padre di Richard), ma i tre sono profondamente addormentati. Il film termina senza dare indicazioni sul loro destino, lasciandoci un dubbio che non verrà mai fugato.
La storia, in realtà, non è nuova, ma ispirata al romanzo La laguna azzurra di Henry De Vere Stacpoole, in cui due bambini, Emmeline e Richard, si salvano da un naufragio, crescono su un’isola deserta, imparano l’arte della sopravvivenza, s’innamorano, hanno un figlio appunto.
https://www.youtube.com/watch?v=I7RK50BODlE
Dal punto di vista tecnico la pellicola presenta qualche difetto, anche comprensibile per l’epoca a dir la verità, come ad esempio nella scena in cui piove da matti e i ragazzi si riparano; successivamente lei nella scena di inseguimento il vestito di lei cambia (notate le spalline), inoltre quando escono la sabbia non e’ bagnata .
Ancora nella scena in cui Emily scopre la roccia sacra, la ragazza sfoggia un bel trucco ed è difficile credere che sia naufragata, dieci anni prima, con uno scorta di trucco.
E che dire della lampada a petrolio che si scorge quando Emily mette a letto il bambino? Anche ammesso che abbiano avuto una scorta di petrolio appena arrivati sull’isola, è impossibile che ne avessero ancora dopo tutti quegl’anni.
Verso la metà del film quando Shields va a dormire da sola ,sulla spiaggia, durante una tempesta si vede un filo che tirato fa cadere la parete del giaciglio.
Qualcosa da eccepire quindi c’è, ma è davvero poco se paragonato al trionfo naturalistico rappresentato dalla pellicola.
Il film incentivò il turismo esotico in quanto la location era effettivamente un paradiso naturale privo di strade e strutture in cui vivere comodamente e troupe e gli attori passarono il periodo delle riprese in tenda e senza acqua potabile.
L’obiettivo era quello di catturare al meglio la natura rigogliosa del posto.
Missione compiuta, tanto che non solo il direttore della fotografia Néstor Almendros ricevette la nomination all’Oscar, ma il film portò anche alla scoperta di una nuova specie.
Guardando Laguna Blu lo zoologo John Gibbons notò una particolare iguana a lui sconosciuta: sarà chiamata Brachylophus vitiensis. Oggi questa specie è a fortissimo rischio di estinzione.
Tre sono in realtà le principali location del film: la Giamaica, Vanuatu e le Isole Fiji. O, meglio, le Yasawa Islands che appartengono alle Fiji.
In Giamaica sono state effettuate le riprese relative le scene nella giungla e quelle sulla spiaggia: e sebbene Blue Lagoon, una profondissima insenatura probabilmente d’origine vulcanica nei dintorni della poco turistica Port Antonio, si faccia pubblicità sostenendo di essere la laguna blu del celebre film, ciò non corrisponde al vero.
La vera laguna blu si trova a Vanuatu, nel Sud del Pacifico, un arcipelago della Nuova Zelanda composto da 80 isole.
Qui ci si va prevalentemente per le immersioni, rese indimenticabili dalla sua straordinaria barriera corallina e da suggestivi relitti, come quello della nave americana affondata durante la II Guerra Mondiale, mentre trasportava le truppe. Tra i luoghi più suggestivi di Vanuatu c’è proprio la laguna in cui Laguna Blu è stato girato, Champagne Bay.
Tra le più famose spiagge dell’intero arcipelago, Champagne Bay si trova sulla costa orientale di Espirito Santo.
A cosa deve il suo nome? Ad un fenomeno particolare: durante la bassa marea, l’acqua si ritira e “frizza” proprio come se fosse champagne, attraversando le rocce vulcaniche che si trovano sul fondale. Tappa fissa per le navi da crociera, è un luogo magico. E tutto da scoprire.
Dalla Nuova Zelanda, il set di Laguna Blu si è poi spostato alle Isole Fiji. In particolare, a Turtle Island. Isolotto privato e semi-deserto, accessibile solo a 14 coppie alla volta; un vero paradiso fatto di spiagge nascoste e di una natura incontaminata.
Infine, Nanuya Levu Island. Qui sono state girate scene sull’isola e sulla spiaggia, le stesse che hanno reso “Laguna Blu” un film dagli epici scenari. Anche questa, come Turtle Island, è un’isola privata e romanticissima accessibile solo da poche persone alla volta, che possono soggiornare nel suo (unico) resort eco-friendly.
Un film che continua a svelarci misteri e curiosità quindi, e che a 40 anni di distanza è ancora in grado di farci sentire e provare le prime pulsioni adolescenziali.
Pur finendo in tribunale, il film incassò 58 milioni di dollari e fu un successo incredibile ma unico.
Ma il paradiso visto dagli adolescenti non fa più scalpore. Laguna blu resta unico.
Undici anni dopo infatti, il sequel del 1991 con Milla Jovovich, intitolato Ritorno alla laguna blu, fu un vero e proprio flop notevole al box office.
Certo i tempi erano cambiati, erano più maturi; noi tutti lo eravamo e due adolescenti in piena tempesta ormonale, desiderosi di scoprire l’amore fisico e mentale, erano forse divenuti semplicemente la normalità.