Al via il filone dedicato ai film la cui produzione è stata funestata da incidenti, strani avvenimenti e morti improvvise
La produzione di un film, si sa, non è cosa facile. Alcune pellicole hanno richiesto anni di duro lavoro da parte di registi, attori e troupe tecnica, il tutto per arrivare alla perfezione. In altri casi però, la produzione si è dilungata oltremodo, a causa di incidenti sul set, che in alcuni casi hanno portato alla morte del malcapitato di turno. Inizia oggi un filone dedicato a quelli che sono considerati i “film maledetti” di Hollywood, che anche grazie (o sarebbe meglio dire “a causa”) di questo nome, hanno raggiunto la fama internazionale. E partiamo con uno dei capisaldi della cinematografia dell’orrore: L’Esorcista di William Friedkin.
Siamo nel 1973, l’anno in cui i Pink Floyd lanciano “The Dark Side of the Moon”, che rimarrà in classifica per oltre due anni e rimane ad oggi uno dei dieci album più venduti della storia. Nello stesso anno viene effettuata la prima telefonata con un cellulare portatile, la cui batteria aveva le dimensioni di una valigetta. A dicembre William Friedkin decide di sconvolgere gli Stati Uniti (e successivamente il resto del mondo) con una delle sue opere migliori, L’esorcista, ancora oggi considerato il film più terrificante di sempre, complici le atmosfere da brivido, la qualità del cast, ma anche gli incidenti capitati durante la produzione che hanno fatto spesso pensare che il Diavolo ci stesse mettendo davvero lo zampino.
Il film, interpretato da Linda Blair (che diversi anni dopo reciterà anche nella parodia Riposseduta con Leslie Nielsen), Ellen Burstyn (Requiem for a Dream, Interstellar), Jason Miller (Il Mediatore) e Max Von Sydow (Shutter Island, Molto Forte Incredibilmente Vicino) racconta di una bambina, Regan, che mostra strani segni riconducibili inizialmente a un caso di depressione e schizofrenia. La malattia si rivelerà in poco tempo qualcosa di decisamente peggiore, causato dalla possessione di un demone che sconvolgerà la vita di Chris, dell’apprensiva madre della piccola e di tutti coloro che le stanno attorno, convincendola, nonostante il suo ateismo, a convocare un prete, Damien Karras, afflitto da forti dubbi sulla sua fede e da poco rimasto orfano della madre, che possa salvare la vita della figlia, con l’aiuto di Lankester Merrin, esorcista di fama globale che già una volta si è trovato faccia a faccia con il demone.
Nove persone morte, un incendio divampato sul set de L’esorcista e una delle protagoniste rimasta seriamente ferita. Sono solo alcune delle vicende avvenute durante la produzione del film tratto da uno dei migliori romanzi di William Peter Blatty e questo se escludiamo lo stress subito dal cast a causa del rigido regista William Friedkin, conosciuto per i suoi metodi non proprio standardizzati, utilizzati per ottenere il massimo del realismo da parte degli attori. Già solo l’indirizzo della sede in cui venne effettuato il montaggio del film è evocativo: il 666 sulla Fifth Avenue di New York.
Prima di procedere, avvisiamo che, se non hai visto il film, potresti incorrere in alcuni spoiler.
I guai cominciano già dopo il secondo giorno di produzione. L’Esorcista è ambientato e girato a Georgetown, Washington. La casa utilizzata per le scene è tutt’oggi esistente e risiede al 3600 di Prospect Street. E’ diversa da come appare nel film, perché all’epoca la produzione decise di renderla più grande, costruendo tutta la parte posteriore come set temporaneo. Ebbene, buona parte di quel set, nella notte tra il secondo e il terzo giorno di riprese, quando quindi era fortunatamente deserto, prese fuoco e venne quasi completamente distrutta, costringendo la produzione a bloccare le riprese per un paio di mesi in modo tale da rimettere il tutto in sesto. L’unica parte rimasta intatta fu proprio la camera da letto di Regan.
Diversi parenti della troupe impiegata nella produzione de L’Esorcista morirono durante la registrazione delle scene. Tra questi anche il fratello di Max Von Sydow, uno dei tecnici impiegati per la refrigerazione del set (di cui parlerò dopo), il figlio appena nato di un altro tecnico della troupe e anche la nonna di Linda Blair. Il figlio di Jason Miller, che nel film interpreta il ruolo di Damien Karras, inoltre, subì un incidente in moto, per fortuna non fatale, durante una visita sul set al padre. La situazione era talmente inquietante che si decise di far intervenire il Reverendo Thomas Berminghan, che nel film interpreta il Presidente della Georgetown University, nonché amico e consigliere di Padre Karras, e che nella vita reale era a tutti gli effetti un vero sacerdote, a benedire il set, nella speranza che questa catena di tragici eventi avesse finalmente fine. Ricordiamo inoltre che sia Jack McGowran (Burke Dennings nel film) che Vasiliki Maliaros (la madre di Damien Karras nel film) morirono subito dopo le riprese. Entrambi i personaggi interpretati muoiono anche nel film.
Se particolari incidenti durante il set non avvennero più, non si può però dire che per il cast sia stata una passeggiata. In particolar modo a causa dei metodi del regista William Friedkin. Per ottenere reazioni genuine da parte degli attori, si è inventato davvero di tutto. Anzitutto ha voluto rendere reale la sensazione di gelo all’interno della stanza di Regan facendo in modo che si potesse vedere il fiato degli attori. Se oggi questo è possibile grazie alla computer grafica, nel ’73 era tutta un’altra storia. Friedkin decise che per ottenere l’effetto era necessario refrigerare la stanza mediante l’uso di potentissimi climatizzatori che hanno fatto crollare la temperatura di circa 35-40 gradi sotto zero. Mentre Max Von Sydow e Jason Miller però erano in parte riparati, grazie a delle tute da sci indossate sotto l’abito talare, lo stesso non si può dire della povera Linda Blair, costretta a recitare a quelle temperature, rigorosamente in vestaglia da notte. A quanto pare un giorno sul set gli attori trovarono addirittura un sottile strato di neve.
In un paio di scene in particolare, sia Linda Blair che Ellen Burstyn sono state legate a delle cinghie, manovrate da alcune persone nascoste dietro le pareti del set. Nel primo caso l’effetto ottenuto è stato quello di veder effettivamente volare la povera Linda sul letto. Nel doppiaggio originale, in particolare, si sente la giovane attrice urlare “Fa male, fa male! Brucia!”. Molti non sanno che quelle battute non erano nel copione e la bambina stava di fatto implorando i tecnici di smettere. Così come è autentico l’urlo di Ellen Busrtyn, che con una tecnica simile a quella utilizzata per Linda Blair, è stata scaraventata a terra riportando una ferita a livello della colonna vertebrale che le ha causato dei danni permanenti.
Altre reazioni autentiche, visibili nel film, sono quelle di Jason Miller e di William O’Malley (anche lui un prete nella vita reale). Il primo avrebbe dovuto essere colpito al petto dal getto di vomito generato dal corpo di Regan posseduto dal demone Pazuzu. Per qualche motivo il meccanismo non ha funzionato a dovere e la miscela di crema di piselli è finita dritta sul volto dell’attore che si è infuriato (e la reazione si vede molto bene nel film). O’Malley, che invece interpreta l’amico di Karras, Padre Dyer, subito prima di una delle ultime scene del film, in cui sarebbe dovuto sembrare sconvolto, ha ricevuto un potente schiaffo da parte del regista, subito prima di sentir gridare “Azione!” dallo stesso. La reazione è effettivamente finita nel film ed è assolutamente autentica.
Tra le altre stranezze che girano attorno a L’Esorcista, ce ne sono in particolare tre da segnalare. La prima riguardante Paul Bateson, uno degli assistenti medici, nella scena dell’angiografia. A quanto pare, si è scoperto successivamente che l’attore era coinvolto in una serie di omicidi ai danni di giovani omosessuali. Nel 1979 venne arrestato e lo stesso Friedkin decise di dirigere un film a riguardo, Cruising nel 1980, con Al Pacino come protagonista. E a proposito dell’angiografia, non tutti sanno che il doloroso esame è stato effettivamente effettuato alla piccola Linda Blair e che le immagini trasmesse poi sullo schermo sono effettivamente reali. Sembra che buona parte dei malesseri e svenimenti avvenuti poi nelle sale cinematografiche siano dovuti perlopiù proprio a questa scena. Infine, una delle stranezze più conosciute, è avvenuta proprio nel nostro paese, nel 1974 alla prima del film a Roma. Nelle vicinanze del cinema Metropolitan, dove è stata proiettata la pellicola per la prima volta, pare che un fulmine abbia colpito una croce posata circa 400 anni prima, facendola crollare al suolo.
Una produzione quindi decisamente travagliata. Le leggende che si celano dietro alla nascita di L’Esorcista sono quasi più spaventose del film che ne è seguito e forse hanno contribuito davvero a renderlo il film più terrificante della storia, considerato tale ancora oggi, dopo quasi 46 anni dall’uscita nelle sale.