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I care a lot, la nostra recensione

Laura Mecozzi 4 anni fa Commenta! 5
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I care a lot è il nuovo film distribuito da Prime Video che ci permette di rivedere sullo schermo la nostra Rosamund Pike dopo il successo Gone girl, un racconto che ci ha lasciato senza fiato.

Contenuti
Di cosa parla?Perché vederlo?

I care a lot

I Care a Lot è una commedia nera ma cosa vuoi sapere di più su di lui? Possiamo dirti che uscito nel 2020 ed è frutto della scrittura e della regia di J Blakeson.

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Come ti abbiamo detto nel film c’è Rosamund Pike, ma naturalmente non è l’unico volto noto che compare sulla pellicola.

La Pike è stata affiancata da Eiza González, Peter Dinklage, Macon Blair, Chris Messina, Alicia Witt, Isiah Whitlock Jr, Damian Young e Dianne Wiest.

I Care a Lot è stato presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival lo scorso 12 settembre  e, come per molti film in questo ultimo anno, ha avuto un rilascio in streaming il 19 febbraio 2021, tramite Netflix e Prime Video, a seconda della nazione (Netflix per India, Stati Uniti, Sud America, Germania, Sudafrica e Medio Oriente; Prime Video per Canada, Australia, Italia, Irlanda e Nuova Zelanda) .

Di cosa parla?

Protagonista del film è una tutrice che rappresenta l’incubo per chiunque abbia in casa una persona anziana e non autosufficiente. Ben presto scopriamo che questa “tutrice” invece di prendersi cura dei casi che le vengono affidati vada proprio alla ricerca di persone senza famiglia o con persone deboli al loro fianco per poterli internare e far si di avere accesso a tutti i loro beni.

L’intento è proprio quello di sequestrare i beni di persone anziane e poterci fare il massimo dei guadagni possibili. Ma le cose si inceppano per conto suo, solo per farla confondere con un pericoloso gangster. La vittima presa di mira da Marla Grayson (Rosamund Pike), la cosiddetta ciliegia, si rivela essere la madre di uno temibile boss della mafia russa, Roman Lunyov (Peter Dinklage).

I care a lot, la nostra recensione

Perché vederlo?

I Care a Lot è quel genere di thriller che appena ci si sale sopra ti trasportano dritti al finale senza pause o momenti morti. Sono quei thriller che viaggiano così veloce da farti entrare immediatamente nella storia, senza momenti in cui senti di esserne estraneo e stranamente senza nemmeno farti patteggiare per una o per l’altra parte, non ci sono vittime in primo piano ma solo un violento scontro tra due carnefici.

I Care a Lot riesce a creare, nella sua brutalità, dei ritratti graffianti, protagonisti sono delle persone ciniche e senza scrupoli e grazie proprio a questo questa commedia nera riesce a pungerti sulla carne viva.

Una satira che ha come tema centrale l’abuso sugli anziani quando questi sono nella fase della loro vita in cui sono più deboli. Basta un medico corrotto per poter essere classificati come persone non capaci di poter prendere le decisioni per conto proprio, finire dentro una casa di cura e non avere più controllo su se stessi e ciò che un tempo le circondava.

“Giocare in modo corretto è uno scherzo inventato dai ricchi per mantenere il resto di noi poveri” è con questa scusante che vengono giustificate queste azioni come lo spaccio di droga leggero o una truffa senza precedenti.

Un film che riesce a toccare nel profondo perché tocca una tematica che tutti noi conosciamo ma per lo più preferiamo ignorarla, quella di anziani ignorati e sfruttati fino alla loro morte.

Non ci abbandoniamo però a versione addolcite, non a casa come rivale c’è un boss della mafia e non un’innocua anziana, e il tutto viene ripreso con abile freddezza, così gelida da far vedere tonnellate di armi senza farci spaventare di esse: più che scene d’azione sembrano delle slapstick.

Una nota di merito  per I Care a Lot va sicuramente a Rosamund Pike, fredda e glaciale come in Gone Girl.

Alla fine possiamo dire che J Blakeson ha realizzato un film ti travolge con i suoi personaggi così caratterizzati e il significato  intrinseco doloroso.

E’ una narrazione che funziona proprio in virtù del fatto che nessuno può accettare di vedere quello che fanno i personaggi, nessuno può augurare che i piani della protagonista funzionino o che il boss possa avere la meglio: manca un protagonista positivo a cui augurare il meglio, ed il bello forse è proprio questo.

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