Green book, un film che mescola dramma e ironia

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Considerato in pole per gli Oscar, arriva nelle sale il 31 gennaio

Quando il locale dove lavora come buttafuori viene chiuso, l’italoamericano Tony “Lip” Villalonga deve trovare un modo per mantenere la moglie e due figli senza voler scendere a patti con la malavita, e ben cosciente del fatto di non poter continuare a partecipare a gare clandestine di mangiatori di hamburger ancora a lungo prima che il suo fisico lo abbandoni. Così, quando riceve un invito per un colloquio di lavoro presso il misterioso “dottore”, Tony non può fare altro che accettare scoprendo che il suo futuro datore di lavoro è in realtà Don Shirley, il pianista jazz di colore più famoso al mondo, il quale gli propone di fargli da autista e da bodyguard durante il suo tour nella razzista America del Sud del 1962. Prima di partire Don consegna a Tony il Green book, la guida turistica dove sono indicati gli hotel dove la gente di colore è accettata senza derisioni, o peggio, botte. E così, a bordo di una cadillac celeste i due partiranno per un viaggio che li porterà a conoscersi meglio ponendo le basi per un’amicizia che durerà tutta la vita, ma anche di entrare profondamente in contatto con l’ipocrisia dei bianchi dell’epoca, i quali invitavano i musicisti di colore a suonare nei loro locali di classe, ma poi non gli permettevano di usare il solito bagno o di uscire dopo una certa ora, spingendo entrambi i protagonisti a profonde riflessioni.

Tratto da una storia vera, Green Book è interpretato da Viggo Mortensen e Mahershala Ali ed è diretto da Peter Farrelly, il quale collabora alla sceneggiatura insieme a Brian Currie e Nick Villalonga, figlio di Tony “Lip” il quale amava raccontare al figlio di quel viaggio che lo aveva trasformato nelle idee e nei principi e da cui era nata una profonda ed eterna amicizia; sia Tony che Shirley sono deceduti nel 2013. Presentato alla Festa del Cinema di Roma il 24 ottobre, all’anteprima era presente Viggo Mortensen che ha dichiarato:

Green Book non ti dice cosa devi pensare, ascoltare o vedere. Secondo me è un invito a fare un viaggio, a ridere, a piangere e se vuoi forse a riflettere sui limiti delle prime impressioni. Non è una lezione forzata, è una bella storia condivisa del passato che può aiutarci a capire il presente….queste storie ti permettono di conoscere un po’ di più chi è diverso da te. Sono molto importanti in questo momento perché si vede in giro tantissima misoginia e ignoranza, ad esempio su temi come la crisi dei migranti o la religione. Mi spavento soprattutto quando vedo che persone di potere, dai politici ai sindacalisti, sono ignoranti nella stessa maniera o fingano di esserlo, per arrivare o rimanere al potere. D’altronde il percorso dell’umanità non è diretto, ma pieno di deviazioni e a volte si fanno dei passi indietro, come sta succedendo in tante parti del mondo, Italia compresa. Il progresso dell’umanità viene anche dai piccoli gesti quotidiani, come chiedere scusa se urti qualcuno per strada“.

Green Book ha vinto il premio del pubblico al Toronto Film Festival ed è considerato uno dei possibili trionfatori ai prossimi Oscar, sarà nelle sale dal 31 gennaio 2019.

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