Our watch has ended. Diamo l’addio oggi a Game Of Thrones, una serie unica nel suo genere e che, piaccia o meno, si è conclusa.
L’ottava ed ultima stagione di Game Of Thrones sembrava non arrivare mai ed ora che è terminata, ci rendiamo conto di quanto in fretta voli il tempo. La HBO ha salutato tutti così:
Immergiamoci dunque, per l’ultima volta nell’analisi approfondita dell’episodio di Game Of Thrones e ripercorriamo le scelte fatte dalla produzione. Il Gioco del Trono è finito.
Tyrion percorre le strade di ciò che resta di King’s Landing, le immagini sono molto suggestive poiché alcune parti della città sono ancora in fiamme e l’atmosfera è satura di cenere che piove dal cielo come neve. Forse era questo il vero inverno che era stato annunciato fin dall’inizio. Giunge sino alla Fortezza Rossa e rinvenendo i corpi abbracciati di Cersei e Jaime, ne piange la morte. Intanto Jon Snow e Sir Davos assistono all’esecuzione di ciò che resta dell’esercito dei Lannister da parte di un furente Verme Grigio che ha ricevuto chiari ordini dalla sua regina e non permetterà a nessuno di fermarlo.
Anche Arya attraversa le strade a piedi, non è più con il bel cavallo bianco e vede i Dothraki adunarsi per la comparsa della fiera Daenerys che appare con Drogon alle sue spalle, un magnifico e spettacolare colpo d’occhio con cui sembra che lei stessa sia un drago…e in effetti lo è. Nomina Verme Grigio ‘Master of War‘ e tiene un accalorato discorso in onore dei popoli liberati, garantendo che la sua opera non è terminata e che continuerà a liberare tutti i territori di Westeros, a partire da Grande Inverno.
Tyrion la raggiunge, colmo di delusione e risentimento e alle parole della Madre dei Draghi che lo accusa di tradimento, risponde: ‘Ho liberato mio fratello e tu hai massacrato una città‘ e stacca la spilla da Primo Cavaliere gettandola via appena prima di essere imprigionato. Fa effetto, perché ricordiamo bene quanto quella nomina lo avesse reso felice.
Silenziosa e cauta, Arya avvicina Jon che le propone la fuga, ma la ragazza lo fa riflettere e gli dice quello che il “fratello” probabilmente sa, ma non riesce ad accettare, ossia che è solo questione di tempo prima che Daenerys decida di ucciderlo per essere certa che non vi sia nessun tipo di minaccia al suo Regno, neanche potenziale. Il nostro bel Targaryen, fa dunque visita a Tyrion che confinato in cella gli chiede di riflettere sulla necessità di eliminare Daenerys nonostante il sentimento che prova per lei, anzi rivela di esserne anche lui perdutamente innamorato. Jon rimembra le parole di Mastro Aemon ‘L’amore è la morte del dovere‘, ma Tyrion insiste che amore o no, Aegon Targaryen rappresenta il più grande pericolo per Dany e che presto sarà lui ad essere giustiziato. Irremovibile e fedele alla sua Regina, Jon non intende dargli ascolto finché il più piccolo dei Lannister gli chiede se crede che le sue sorelle si inchineranno mai a Daenerys e di pensare a loro, prima di prendere una decisione.
Daenerys giunge in quella che un tempo era la sala del trono, il tetto è distrutto e intorno al Trono non c’è altro che distruzione e cenere. Si avvicina lentamente, ammirando e sfiorando il maestoso ammasso di ferro composto da mille spade. Jon la interrompe e le chiede di perdonare e risparmiare gli abitanti ed i soldati dei Lannister sopravvissuti al massacro, ma Dany non ascolta nessuno (quando mai l’ha fatto, dopotutto?) e gli spiega che il nuovo mondo non può essere costruito dagli uomini leali al mondo passato.
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Jon piange mentre Dany cerca di fargli immaginare il mondo utopico che potranno costruire insieme, le sussurra che la considera e sempre la considererà la sua Regina e la bacia. Il bacio appassionato, lungo e quasi disperato termina in tragedia. Jon pugnala Daenerys che muore fissando con gli occhi sgranati chi proprio non si aspettava potesse tradirla. La Madre dei Draghi spira dunque tra le braccia di Aegon Targaryen che piange stringendola a sé, quasi come quando ha perso Ygritte.
Drogon irrompe nella scena e non nascondo di aver pianto nel vederlo scuotere col muso il corpo esanime della sua mamma, la scena è davvero straziante. Il drago soffre immensamente e anziché sferrare un attacco mortale contro Jon, sfoga tutta la sua ira sul Trono di Spade che si liquefa così come era stato forgiato: tra le fiamme. Con una delicatezza resa davvero benissimo, Drogon solleva la sua Daenerys e vola via con lei. Muore dunque il personaggio che ho amato di più fin dall’inizio e che ho continuato ad amare fino alla fine. Ironicamente, muore senza essersi MAI seduta sul Trono di Spade.
Verme Grigio e due altri Immacolati, conducono Tyrion a Fossa del Drago e, dalla sua lunga barba si intuisce che deve essere passato del tempo. Il prigioniero si trova al cospetto di Sansa, Arya, Bran, Gendry, Davos, Brienne, Yara, il Lord di Dorne, evidentemente un Martell, Edmure Tully e Robert Arryn! Confusi sulle decisioni più urgenti da prendere, tutti concordano che debbano innanzitutto eleggere un Re. C’è un momento divertente che aiuta a smorzare la tensione, quando Edmure si alza e si affretta a candidarsi, ma Sansa lo invita a sedersi. Sam Tarly, il lungimirante e buon Sam, propone una sorta di elezione popolare che democratizzerebbe Westeros e che viene respinta istantaneamente. Quest’uomo è troppo avanti per i Lord e le Lady presenti, c’è poco da fare.
Tyrion sostiene che un buon Re debba conoscere la storia, debba esserne custode e farsene portatore, per poter proiettare i suoi sudditi verso il futuro ed impedire che vengano commessi gli errori del passato. E tra tutti i possibili candidati, Bran ha la storia più complessa e articolata: sopravvissuto alla caduta da una torre, paralizzato ma che ha imparato a volare, Corvo a Tre Occhi e custode della storia di tutta Westeros, ma soprattutto, unico a poter spezzare la ruota (l’intento principale di Daenerys) del passaggio del Trono da padre in figlio, così che i regnanti potranno essere scelti lì a Fossa del Drago dai Lord e dalle Lady dei Regni.
Il saggio Tyrion chiede dunque direttamente a Bran se voglia accettare di regnare. ‘Perché pensi che sia venuto fin qui?‘ è la sua risposta, segno che probabilmente non sarebbe che potuta andare così. Il voto è unanime e Sansa chiede ed ottiene che il Nord resti un Regno indipendente. Dunque ‘Ave a Bran lo Spezzato, primo del suo nome, Re degli Andali e dei Primi Uomini, Lord dei Sei Regni, Protettore del Reame‘ e lode a Tyrion, nominato suo braccio destro col compito di trascorrere il resto dei suoi giorni a rimediare agli errori commessi, nonostante le proteste di Verme Grigio.
Subito dopo, Tyrion comunica a Jon che Bran lo spedisce tra i Guardiani della Notte, unica decisione accolta dagli Immacolati. Jon appare ancora scosso e confuso, tormentato dal dubbio che uccidere Daenerys non sia stata davvero la cosa giusta da fare. Tyrion lo invita a richiederglielo tra una decina d’anni, aprendosi alla possibilità che i due si rincontreranno.
Gli Immacolati salpano per Naath e i fratelli Stark si salutano, probabilmente per l’ultima volta. Sansa chiede perdono a Jon per non essersi opposta al suo esilio, ma il giovane e saggio Aegon sa che è la soluzione migliore per lui. Arya è pronta a scoprire le terre ad ovest di Westeros, dopotutto ‘Noone knows‘.
Brienne sfoglia il grande libro dei Cavalieri e giunta alla pagina di Jaime Lannister e gli rende onore completando il racconto delle sue gesta e concludendo con un ‘Morto difendendo la sua Regina‘ (sportiva lei, considerando che è stata sedotta e abbandonata)!
Alla Fortezza Rossa, Tyrion prepara il primo incontro del Concilio composto da Bronn (Maestro del Conio e Lord di Alto Giardino, come promesso), Sir Davos (Maestro delle Navi), Brienne (Lord Comandante della Guardia Reale) e Sam (Gran Maestro) che gli mostra ‘A Song of Ice and Fire‘ il racconto completo di quanto accaduto. Bran giunge accompagnato da Podrick, diventato Cavaliere, e annuncia di aver individuato Drogon ad est. Il Consiglio discute, dunque, della ricostruzione della città e scherza sull’urgenza di ripristinare i bordelli e Tyrion ripropone la storiella già raccontata a Verme Grigio e Missandei e di cui, a quanto pare, non conosceremo mai il finale: ‘Una volta ho portato un asino ed un alveare in un bordello…‘
Al Nord, Tormund accoglie Jon nel nuovo Castle Black e il giovane ritrova l’amato Spettro, uno dei momenti più attesi e commoventi della puntata! (Ecco perché non si erano salutati!).
Sansa viene incoronata Regina del Nord e Arya salpa accompagnata dai vessilli Stark verso terre sconosciute (quanto mi piacerebbe una serie incentrata sulle sue avventure!).
Jon, Spettro, Tormund e un folto gruppo di Bruti, lasciano Castle Black e la Barriera alle loro spalle, dirigendosi verso la foresta. Il terreno fangoso ed innevato sotto i loro piedi e sotto gli zoccoli dei cavalli, si trasforma poco a poco in vegetazione. L’inverno sta finendo e Jon è diventato il Re delle Terre oltre la Barriera, il nuovo Mance Rayder.
Che piaccia o no, lo show è terminato e trovo davvero insensato ed offensivo firmare addirittura una petizione per chiedere che l’ultima stagione venga girata di nuovo, è un colpo basso a tutto il cast, alla crew e al lavoro che c’è dietro ad ogni singolo fotogramma che noi guardiamo comodamente sdraiati sui nostri divani e, a quanto pare, dall’alto dei nostri discutibili piedistalli. Game Of Thrones non è la prima e non sarà l’ultima serie il cui finale non mette tutti d’accordo, ma da qui a sottovalutare il lavoro di migliaia di persone, ce ne passa. La libertà di apprezzare o meno un contenuto finisce dove inizia il rispetto per chi ha dato tutto per realizzarlo. Ben vengano, invece, discussioni costruttive e valutazioni della storia, delle possibilità di terminarla in maniera diversa, la ricerca di riferimenti e significati, le possibili dinamiche future dei personaggi sopravvissuti al Gioco del Trono. Di errori tecnici rilevanti non si può parlare, qui si tratta della trama pura e semplice che può piacere o meno.
Non ci resta che aspettare il documentario della prossima settimana: The Last Watch! Contento del finale? Come avresti voluto che finisse la serie?
Valar Morghulis