Don’t Worry Darling
Scheda Don’t Worry Darling
Genere: Drammatico, thriller; Anno: 2022; Durata: 122 minuti; Paese: Stati Uniti d’America; Regia: Olivia Wilde; Soggetto: Katie Silberman, Carey Van Dyke, Shane Van Dyke; Sceneggiatura: Katie Silberman; Fotografia: Matthew Libatique; Montaggio: Jennifer Lame, Andrew Leven; Casa di produzione: New Line Products, Vertigo Entertainment; Produttori esecutivi: Richard Brener, Daria Cercek, Catherine Hardwicke, Celia Khong, Alex G. Scott, Carey Van Dyke, Shane Van Dyke; Distribuzione: Warner Bros.; Cast: Florence Pugh, Olivia Wilde, Chris Pine, Gemma Chan, Nick Kroll, Harry Styles, Douglas Smith, KiKi Layne, Timothy Simons, Kate Berlant, Asif Ali.
Trailer Don’t Worry Darling
Sinossi Don’t Worry Darling
Ambientato nell’America degli anni ’50, Don’t Worry Darling racconta la storia di Alice (Florence Pugh), casalinga che vive con il marito Jack (Harry Styles) nella comunità utopica e idilliaca di Victory, gestita da Frank (Chris Pine). Gli uomini passano le giornate sviluppando materiali innovativi, mentre le donne si godono il lusso della comunità. Una vita apparentemente perfetta, che inizierà a crollare quando Alice si farà domande che andranno oltre l’apparenza.
Recensione Don’t Worry Darling
Don’t Worry Darling è sicuramente un bello stacco dall’ultimo film diretto da Olivia Wilde, Booksmart – LA rivincita delle sfigate. Da una parte, troviamo un simpatico coming of age con Beanie Felstein e Kaitlyn Dever, dall’altra siamo immersi in un thiller simile a un episodio di Black Mirror, tutto retto sulle spalle della magnifica Florence Pugh.
Quella di Don’t Worry Darling è un’ottima regia, accompagnata da un altrettanto buona fotografia, ma protagonista di questo film è sicuramente il montaggio di Jennifer Lame e Andre Leven, che riesce a trasmettere prima quella sensazione di disagio che sta vivendo Alice (Florence Pugh) e poi ti travolge appieno. Il montaggio è quello che tiene insieme alcuni passaggi del film, che verso la fine della prima ora di visione fanno un po’ perdere l’attenzione dello spettatore.
Comunque, Don’t Worry Darling mette in scena una società patriarcale, l’America degli anni ’50 del Novecento, con la sua divisione dei ruoli tra il marito che va a lavorare e provvede per la famiglia, e la moglie che sta a casa a pulire, cucinare e accudire i figli. Uno schema con cui siamo fin troppo familiari, ma che in Don’t Worry Darling finisce col prendere una piega un po’ distopica, potremmo dire, verso la seconda metà del film. A livello di ideazione e di tecnologie messe in gioco, pare davvero di trovarsi di fronte a un episodio di Black Mirror, solo forse meno angosciante rispetto alla serie Netflix.
La visione patriarcale di questa società fittizia di Victory si mostra per potersi redimere ed essere sorpassata, ma il modo in cui ciò avviene è così dozzinale e svalutato, che non ti fa neanche godere il momento.
In ogni caso, dopo i ruoli in Midsommar (Ari Aster) e Piccole Donne (Greta Gerwig), Florence Pugh non si smentisce e mostra tutta la sua bravura d’attrice, nonostante la sua controparte principale, Harry Styles, non riesca a raggiungere i suoi livelli. Purtroppo, però, a livello di incassi ha fatto più il cantante inglese che Florence Pugh.
Mentre Nick Kroll in un ruolo drammatico fa quasi ridere, perché ci si aspetta che tornerà a fare il comico da un momento all’altro, e Olivia Wilde rimane, nonostante tutto, ottima. Chris Pine, invece, rimane un po’ anonimo, nel senso che se fosse stato sostituito da un altro attore per interpretare il personaggio di Frank, non si sarebbe notato.