Te li ricordi i film d’animazione di una volta? Quelli che richiedevano anni per essere prodotti, i cui elementi, compresi i fondali, erano disegnati completamente a mano? Esistono quasi dagli albori del cinema, ma naturalmente noi li conosciamo soprattutto per le produzioni Disney, che dai tempi di Biancaneve e i sette nani datato 1934, data che segna il via per i lungometraggi animati, ha saputo innovarsi ed innovare i metodi per produrre alcuni tra i migliori cartoni animati della storia.
Tra le invenzioni migliori, ideate dal reparto animazione, c’è stata sicuramente la Multiplane Camera, nata prima poco prima degli anni ’60, che ha contribuito a creare il sistema di profondità per i fondali. Fiero della tecnologia adottata, lo stesso Walt Disney ha voluto poi illustrare il sistema in un breve documentario.
L’animazione è stata sicuramente una grande innovazione, ma ha avuto a che fare con un periodo oscuro, tra gli anni ’70 e ’90, in cui la Disney ha dovuto spostare e ridimensionare l’allora gigantesco reparto di animazione dell’azienda. Questo poco prima di entrare nel famoso “Rinascimento Disney”, iniziato nel 1989 con l’uscita de La Sirenetta e proseguito per circa dieci anni con un capolavoro dietro l’altro, tra i quali anche Mulan, diventato di recente un live-action distribuito su Disney+, di cui ti invitiamo a leggere la recensione.
Naturalmente, un successo del genere non poteva non scatenare una certa concorrenza. Se Warner Bros, con i suoi Looney Toons, cavalcava soprattutto l’onda del piccolo schermo, un’altra figura, collaboratore per un breve periodo, proprio di Disney, ha pensato bene, nel frattempo di aprirsi uno studio proprio e di farsi conoscere con film d’animazione “più adulti”, non sempre di successo, ma rimasti nella memoria di più di una generazione e destinati a durare per sempre. Stiamo parlando, naturalmente, di Don Bluth.
Per i pochi che non lo conoscessero, e ci rivolgiamo in particolar modo alla generazione più giovane, Don Bluth ha regalato al suo pubblico dei piccoli capolavori. All’inizio degli anni ’80, Bluth ha diretto il suo primo lungometraggio, Brisby e il Segreto dei Nimh. Lo stile più dark, il dettaglio delle espressioni dei personaggi e le storie più complesse, hanno da subito denotato grandi differenze dai lungometraggi d’animazione che abbiamo imparato a conoscere, ma allo stesso tempo hanno creato un nuovo stile che presto sarebbe stato non solo riconoscibilissimo, ma anche particolarmente amato da grandi e piccini.
Aiutato da una collaborazione con Steven Spielberg, Bluth ha portato al cinema, nell’animazione, temi trattati solo marginalmente da Disney, come la morte, l’abbandono e la discriminazione, rendendoli comprensibili a tutti e traendone capolavori d’animazione indimenticabili.
Negli anni successivi, infatti, hanno fatto la loro comparsa sul grande schermo, personaggi diventati iconici. Don Bluth ci ha portato in Russia a conoscere la famiglia (di topolini) Toposkovich, per raccontarci il loro difficile viaggio verso l’America e la ricerca disperata di Fievel dei suoi genitori in Fievel sbarca in America, e poi nel mondo dei dinosauri, per farci vivere la storia di Piedino e dei suoi amici in Alla Ricerca della Valle Incantata.
Ci ha raccontato la storia di Charlie, il pastore tedesco “di strada”, protagonista di Charlie – Anche i cani vanno in Paradiso, che vittima di un incidente stradale, finisce nell’aldilà e con l’inganno riesce a tornare sulla terra per meditare la sua vendetta contro il cane che lo ha fatto uccidere (chiamato, con una certa dose d’ironia, Carface). Il suo ritorno, però, sarà anche la sua possibilità di redimersi, senza la quale, non potrà più mettere le zampe in Paradiso.
Negli anni ’80. il regista ha voluto contribuire, con la sua arte, anche allo sviluppo del mondo videloudico, sviluppando, assieme ad AMD, Dragon’s Lair, un difficilissimo arcade in cui il giocatore deve guidare le mosse di Dirk the Daring, il protagonista, tra ostacoli e creature intente a minacciare la sua vita, nel tentativo disperato di salvare la principessa Daphne, caduta nelle grinfie di un malvagio drago. Nelle ultime settimane, sembra che il progetto, che ha avuto un enorme successo nelle sale giochi di tutto il mondo negli anni ’80 (lo si vede anche nella seconda stagione di Stranger Things), sia destinato a diventare un film con Ryan Reynolds e che, presumibilmente, sarà interattivo.
Infine, negli ultimi anni, ci ha raccontato la storia della dinastia dei Romanov, in Anastasia, che da sempre è ricordato, specialmente, per le sue strabilianti musiche e canzoni, curate da David Newman e Stephen Flaherty, di cui si ricorda, in particolare, il brano principale del film, “Quando viene Dicembre”. Nella versione Italiana, Tosca e Fiorello hanno prestato la loro voce rispettivamente ad Anastasia e Dimitri.
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Prima di scomparire, Don Bluth ha realizzato un ultimo film, cedendo in parte alla continua ascesa della computer grafica, che negli ultimi anni ha preso il posto dell’animazione tradizionale, da molti considerata lo stato dell’arte. Titan A. E. è stato uno dei film del regista di minor successo e la causa per cui, probabilmente, fino ad oggi, Don Bluth ha abbandonato la cinematografia.
Si è però acceso un barlume di speranza. Don Bluth, infatti, ha di recente annunciato l’apertura di un nuovo studio, con l’intenzione di riportare in auge la dimenticata arte dell’animazione tradizionale. L’idea, secondo le parole del regista, è quella di creare nuovi progetti, completamente animati, che definiscano nuovi personaggi, idee e stili. Questo per assecondare i desideri di una folla, sempre più ampia, desiderosa di un nuovo rinascimento dell’animazione disegnata a mano.
Il ruolo di Presidente del nuovo studio, data comunque la non indifferente età di Don Bluth, che proprio oggi, 13 Settembre, compie ben 83 anni, non sarà affidato al regista, ma a Lavalle Lee, che ormai da molto tempo, condivide la passione per l’animazione insieme a Bluth. E’ già stato annunciato che uno dei primi progetti a prendere il via sarà Bluth’s Fable che consisterà in una raccolta di racconti, tutti scritti dallo stesso Bluth, che traggono ispirazione dalle più famose favole di Esopo.
La novità del nuovo studio, consisterà, inoltre, in un rapporto molto più stretto con il pubblico. L’idea, infatti, è quella di rendere partecipi i fan dell’animazione, facendoli attivamente partecipare alla realizzazione dei nuovi film. Tramite l’uso di canali streaming e dei social media, infatti, saranno condivisi, bozzetti a matita, concept art e molto altro materiale, che il pubblico potrà approvare o meno e dal quale potrebbero nascere nuovi suggerimenti per ulteriori film.
Rimaniamo in attesa quindi di altri dettagli, ma una cosa è certa: il nostalgico, ma desiderato mondo dell’animazione, forse sta finalmente per tornare.