Il fatidico giorno dell’uscita di una delle pellicole più attese dell’anno è finalmente arrivato. Con questo terzo film su Deadpool il rischio di riesumare Wolverine fallendo miseramente il confronto con quel capolavoro di Logan – The Wolverine (2017) era alto, soprattutto se consideriamo gli innumerevoli passi falsi della Marvel a seguito di Avengers: Endgame (2019) eppure, Shawn Levy, regista del film, e tutto il suo team, hanno fatto centro colpendo in pieno il cuore dello spettatore. Scopriamo insieme come.
A distanza di sei anni dagli eventi di Deadpool 2, Wade Wilson ha ormai deciso di abbandonare la carriera da supereroe non sentendosi più all’altezza del compito eppure, la sacra linea temporale, la principale del Marvel Cinematic Universe denominata Terra-616, è messa a repentaglio dopo la morte di Logan. La Time Variance Authority, l’organizzazione che si occupa di monitorare le varie linee temporali, strappa così lo sconsolato eroe dalla noiosa vita in cui si era rifugiato portandolo alla conoscenza del Wolverine di un altro universo con il quale si troverà a collaborare per salvare il mondo da un’irrimediabile rovina. Attenzione: l’articolo contiene spoiler!
Deadpool & Wolverine: non solo fanservice
Ciò che più si temeva per questo ritorno del mercenario chiacchierone era che il cuore pulsante della saga, violento e scurrile, con il passaggio del supereroe alla Disney potesse segnare l’ennesimo passo falso targato Marvel. In una fase 5 ancora nebulosa e colma di insuccessi dati da film come The marvels (2023), considerato tra i peggiori della storia dei cinecomic, e occasioni sprecate come con la miniserie Echo (2024), il timore era alle stelle.
Nonostante il rischio di snaturare uno dei pochi personaggi più credibili e apprezzati dai fan di tutto il mondo fosse altissimo, grazie alla regia dinamica di Shawn Levy in grado di enfatizzare ogni sequenza d’azione, una scrittura fresca e irriverente e una colonna sonora che spazia da Avril Lavigne ai Green Day, Deadpool & Wolverine risulta quell’ago in un pagliaio di cui tutti i fan avevano bisogno.
Divertente e irriverente non mancano geniali rotture della quarta parete o camei impensabili che vi strapperanno inevitabilmente un sorriso. Tutto ciò condito da una quantità incredibile di personaggi che faranno ritorno, o si mostreranno per la prima volta, grazie al multiverso, questa volta sfruttato in maniera intelligente. Non potrete infatti non apprezzare la presenza di figure che non dovrebbero nemmeno trovarsi lì come Henry Cavill nei panni di una delle spassose varianti di Wolverine che appariranno nelle fasi iniziali del film.
Gestiti grazie alla forte verve comica che caratterizza l’opera, e sempre ben contestualizzati, questi personaggi non risultano essere delle macchiette o puro fanservice e vengono gettati nel calderone del multiverso del MCU con estrema cura del dettaglio. Tra decine di varianti di Deadpool, Wolverine e ritorni inattesi di alcuni X-Men il piatto perfetto per ogni fan è servito e il divertimento è assicurato.
“Io sono Gesù della Marvel”
Firmati 20th Century Fox Studios i due precedenti capitoli sono spesso citati da Deadpool che ironizza senza remore su se stesso e sul traumatico passaggio alla Disney. “Sono quello che si meriterebbe meno di tutti uno stand-alone, figuriamoci un franchise“ afferma il supereroe rompendo la quarta parete e rivolgendosi allo spettatore. In parte ciò è vero ma questo terzo film di Deadpool, più che il proseguimento di un franchise, ha l’animo di uno stand-alone, nonostante rimanga aperto un possibile ritorno di Wolverine e dei personaggi apparsi nel corso della narrazione come X-23, interpretata da Dafne Keen, o l’intramontabile Blade di Wesley Snipes (solo per citarne alcuni).
L’opera si apre con la profanazione della tomba in cui Wolverine era stato sepolto alla fine di Logan – The Wolverine (2017). Il confronto immediato con uno dei migliori cinecomic mai realizzati era d’obbligo. Non è un caso che si sia voluto ripartire proprio da lì con l’ironia e il turpiloquio che contraddistinguono Deadpool da sempre in una scena d’apertura semplicemente geniale sulle note di Bye bye bye degli NSYNC.
Per accontentare i fan di tutto il mondo, la coppia più stravagante dei fumetti Marvel doveva essere riportata sul grande schermo con estrema cura e risulta chiaro sin dalle prime scene come Ryan Reynolds e Hugh Jackman abbiano sviluppato una forte alchimia divertendosi come due bambini sul set come affermano i rispettivi doppiatori italiani Francesco Venditti e Fabrizio Pucci in un’intervista esclusiva alla stampa.
Se Deadpool afferma di essere ironicamente “il Gesù della Marvel“, colui che è destinato a riportare in alto le sorti di un universo narrativo al declino, questa variante di Wolverine è invece “l’uomo sbagliato“, un personaggio logorato dalle scelte del passato e vittima del suo stesso costume che nel proprio universo il professor X, anche conosciuto come Charles Xavier, voleva indossasse a tutti i costi per ricordargli di essere un X – Men. Fra traumi passati e insicurezze personali è proprio la coppia più improbabile dei rispettivi universi ad unirsi per salvare il mondo e, superate le prime grosse divergenze a suon di artigli di adamantio, nascerà presto un’improbabile amicizia.
Cassandra Nova e lo stallo della fase 5
I ritorni di personaggi iconici dei fumetti apparsi nelle trasposizioni cinematografiche passate sono innumerevoli. Da Azazel apparso in X-Men – L’inizio, Fenomeno o Alioth, ritratto per la prima volta nel quinto episodio della prima stagione di Loki, spicca fra tutti una nuova conoscenza, il villain principale di questo film: Cassandra Nova (interpretata da Emma Corrin). Ma chi è questo potente nemico?
Cassandra Nova è la sorella gemella di Charles Xavier, apparsa per la prima volta nei fumetti nel 2001, che cominciò a vivere nello stesso istante di Charles ma che venne concepita senza un corpo. Per questo motivo Cassandra copiò il DNA del fratello ma, a causa dei suoi devastanti poteri, seguendo la trama del film, completamente differente da quella del fumetto, venne spedita dalla TVA nel Vuoto: un luogo situato alla fine del tempo in cui convergono tutte le varianti e le linee temporali cancellate dall’esistenza, quella che Scott Lang (Ant man) aveva definito una “discarica metafisica“.
Fin qui tutto torna eppure, nonostante l’incredibile e sconfinato potere di questo personaggio che dimostra possedere sin da subito, il finale si risolve con una semplicità e una linearità già vista fin troppe volte all’interno del MCU. L’avidità di potere di questo personaggio lo porta ad un epilogo sin troppo banale costringendo Cassandra Nova a sparire nel nulla nello stesso modo in cui era stata presentata e confinata nella massa di villain sfruttati poco o niente, come spesso accade negli ultimi anni, all’interno di un universo narrativo veramente poco ispirato e sicuramente non a fuoco.
In conclusione. Deadpool & Wolverine è sicuramente il film che i fan stavano aspettando. Tra sequenze d’azione indimenticabili, battute irriverenti, camei inaspettati, rotture della quarta parete geniali e una colonna sonora perfettamente in linea con lo spirito ironico dell’opera, questo terzo film sul mercenario chiacchierone sicuramente non risolleverà le sorti di tutto l’universo narrativo, come avrebbe voluto Wade Wilson, ma ci si augura possa essere una base solida e precisa di ciò di cui tutto il franchise Marvel e Disney ha bisogno: grande freschezza e aderenza al materiale originario.
Sulle iconiche note della controversa canzone Like a prayer di Madonna si chiude un film altrettanto controverso, geniale e necessario perchè, come ricorda Deadpool nell’ultima battuta del film “A volte le persone che salviamo sono le stesse che ci salvano”.