“Come un gatto in tangenziale” ridere e riflettere con un film.

Lara Commenta! 5

Due mondi a confronto in una commedia che vi farà pensare.

Giovanni è un intellettuale della Roma bene abituato a lavorare con le istituzioni, un ricercatore che studia come migliorare le periferie della città, anche se in realtà lui nemmeno le ha mai frequentate. Monica vive in un palazzo del disagiato quartiere romano di Bastogi in un crogiolo di culture e multi etnicità, e sopravvive grazie al suo lavoro alla mensa per gli anziani da cui rimedia spesso pranzo e cena, con un marito dubbio “parrucchiere maestro di taglio” in galera, due sorellastre con il vizio di rubare e il figlio Alessio che si è innamorato di Agnese, la figlia di Giovanni. La relazione tra i due ragazzini costringe i genitori ad incontrarsi e a condividere del tempo insieme, inizialmente uniti dalla convinzione che quel rapporto amoroso tra i due adolescenti di estrazione sociale diversa sarebbe durato poco tempo “come un gatto in tangenziale”. Ad un’esperienza in una spiaggia affollata e chiassosa con il divieto di balneazione che Monica propone con la sua gita al mare a “Coccia di morto”, Giovanni risponde con una lunga passeggiata tra i campi per raggiungere l’isolata e silenziosa spiaggia di Capalbio, meta di intellettuali dell’ elite romana. Un confronto di idee e prospettive che ha il suo culmine ad una cena domenicale a casa di Monica a cui inaspettatamente partecipa anche il marito Sergio appena uscito di galera grazie all’indulto e la ex moglie di Giovanni Luce, una donna snob che si è trasferita in Francia a coltivare lavanda e a “cercare” se stessa. Come previsto la storia d’amore tra i due adolescenti termina, sia Agnese che Alessio hanno trovato qualcuno più vicino alla loro estrazione sociale, mentre a Monica e Giovanni restano le consapevolezze e le verità che sono emerse in quel breve ma illuminante periodo di frequentazione forzata.

“Papi, ho conosciuto un ragazzo. Alessio…” 
“Dov’è casa di Alessio?” 
“Bastogi.” 
“Dove, scusa?” 
“Bastogi.” 
“Quello è un posto irrecuperabile, a confronto Scampia è un centro benessere.”

Una commedia del 2017 diretta da Riccardo Milani, con Antonio Albanese, uno stressato Giovanni succube della giovane figlia Agnese/ Alice Maselli, Paola Cortellesi è Monica, la mamma del giovane Alessio/ Simone de Bianchi e la moglie di Sergio/ Claudio Amendola. Una simpaticissima Sonia Bergamasco è Luce, già vista in “Quo Vado?” di Checco Zalone, mentre le gemelle Alessandra e Valentina Giudicessa interpretano le sorellastre polacche di Monica, le cleptomani Pamela e Sue Ellen, le quali giustificano il proprio “vizio” con la patologia dello “shopping compulsivo”.

Sicuramente un film da vedere per fare tante risate, ma anche per riflettere. Giovanni vive tra gli agi e pensa di portare delle soluzioni per migliorare la situazione delle periferie dimenticate senza nemmeno averle mai conosciute, e il suo viaggio nel quartiere di Bastogi servirà per fargli capire quanto sia moralmente falsa l’etica delle istituzioni, ma anche il suo approccio altero nei confronti di una realtà diversa dalla sua. Monica quella periferia disagiata la vive sulla sua pelle ed è convinta che non potrà mai cambiare il suo destino e nemmeno quello del figlio, ma alla fine imparerà che se si vuole davvero migliorare la propria situazione bisogna mettersi in gioco e lottare per ottenere ciò che si vuole. Un bel confronto tra chi si lamenta che le cose vanno male per colpa del “magna magna” diffuso tra i politici e su cui riversa tutte le responsabilità della propria situazione senza però mai mettersi in gioco e chi, dall’alto della propria sicurezza economica, parla di integrazione culturale o periferie disagiate senza nemmeno essersi mai confrontati con quella difficile realtà.

“È arrivato il momento di andare oltre le parole. A cominciare da noi, a cominciare da me.” Giovanni.

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