Disponibile dal 15 Febbraio la docuserie in quattro puntate su Lorena Bobbitt
Per chi fosse un po’ più giovane forse il nome Lorena Bobbitt dirà ben poco, ma questo nome è legato ad uno dei fatti di cronaca avvenuto in America negli anni 90 che più di tutti infiammò l’opinione pubblica facendo diventare il processo che ne seguì un vero circo mediatico; Amazon Prime Video ha presentato il 15 Febbraio la docuserie in quattro puntate prodotta da Jordan Peele (Get Out) Lorena, in cui ripercorriamo gli eventi dell’epoca dalle indagini al processo, ma incontriamo anche i due protagonisti, Lorena ed il marito, come sono e cosa hanno da dire sulla vicenda oggi, alla fine rivelando opinioni opposte tra loro.
Era precisamente il 23 Giugno 1993 a Manassas i Virginia quando Lorena, stanca delle continue violenze fisiche e psicologiche da parte del marito, lo evirò con un coltello da cucina gettando poi “l’appendice” dal finestrino della macchina nell’erba vicino alla superstrada. Quel gesto attirò attorno alla faccenda un clamore mediatico senza precendenti, con le persone che si dividevano parteggiando per uno o per l’altra, con sketchs in show televisivi che si riferivano alla triste vicenda, in un mondo ancora lontano dai vari #MeToo e #NoPayGap dei nostri giorni, un tempo in cui la violenza di genere veniva presa in altra considerazione; ma partiamo dall’inizio.
Il caso Lorena Bobbitt
Lorena Leonor Gallo era immigrata dall’Ecuador negli Stati Uniti per studiare, ma aveva quasi subito incontrato e sposato il giovane e aitante marines John Wayne Bobbitt, il quale si era fin da subito rivelato un gran nullafacente ma, con lo scorrere del tempo, erano arrivate le violenze psicologiche e fisiche a cui, la mattina del 23 Giugno, Lorena decide di dare letteralmente un taglio, afferrando il coltello da cucina per evirare il marito e gettare il risultato del suo gesto qualche chilometro più lontano, atto che spinge la polizia ad una frenetica ricerca dell’ “oggetto del crimine”.
Prima ci fu un processo per violenza sessuale nei confronti del marito che però non venne portata avanti per mancanza di prove, successivamente Lorena fu accusata di tentato omicidio, aprendo uno spiraglio su una verità che nessuno voleva vedere: la violenza sulle donne. Durante il processo molti comici prendevano in giro Lorena e il suo gesto che appariva esagerato, mass media che cercavano di far passare la donna come una folle che aveva offeso la virilità del maschio, ingrata e gelosa, senza che qualcuno si fermasse a domandarsi cosa avesse spinto Lorena, una donna fragile insicura pure nel parlare l’americano, a quell’azione anzi, la maggior parte dell’opinione pubblica le era ostile tranne i vari movimenti femministi, i quali iniziarono a porre l’attenzione sulla violenza subita da Lorena e da tante altre donne come lei ancora nascoste nel doloroso silenzio delle pareti di casa propria.
Il processo si concluse con un accusa di lesione volontaria e Lorena dovette scontare 45 giorni in ospedale perchè giudicata non in grado di intendere e volere al momento dei fatti, in seguito si è ritirata a vita privata e, nel corso del tempo ha fondato un’associazione che si occupa di vittime della violenza tra le mura domestiche. Il marito dopo “l’incidente” subì una ricostruzione del pene che gli consentì di girare qualche film porno (tra cui John Wayne Bobbitt Uncut…lasciamo stare i commenti!!!) cavalcando l’onda della popolarità che il processo gli aveva portato, ma in seguito finì in prigione varie volte per altre violenze sulle donne; nella docuserie si dice che ancora scriva lettere d’amore alla ex-moglie da cui ha divorziato nel 1995…
“In Africa tagliano migliaia di clitoridi ogni giorno e in America solo quando è stato tagliato un pene si è iniziato a parlare“
A distanza di quasi trent’anni la realtà è cambiata, ma forse non ancora abbastanza. Anche oggi dopo un’evento di violenza l’opinione pubblica è sempre spinta a dare, in misura variabile, la colpa anche alla vittima. Quante volte abbiamo sentito dire “ma cosa ci faceva lì” “se l’è andata a cercare”, cercando di trovare la colpevolezza nella vittima, una motivazione “valida” che abbia spinto l’aggressore a compiere la violenza, una ragione che spieghi come può un marito arrivare a maltrattare e persino uccidere la donna che ha giurato di amare e proteggere, nella maggior parte delle volte la madre dei propri figli, trovando inconcepibile che un uomo abbia potuto commettere quel gesto senza che ci sia stata una qualche spinta da parte della donna. Forse Lorena è un docuserie da non farsi mancare anche per avere uno specchio del mondo di quasi trent’anni fa e fare così le dovute differenze con l’attuale, dell’opinione pubblica dell’epoca e di come reagivano a certi fatti e come invece reagiamo oggi, purtroppo trovando ben poche differenze nel modo generale di pensare; per capirlo, basta farsi un giro sui social per trovare centinaia di uomini, ma anche donne, sputare veleno e pregiudizio su chi invece andrebbe solo difeso nel suo involontario ruolo di vittima.