Friends from College

Abbiamo visto per voi: Compagni di università

Cobie Smulders persevera. Nuovi amici, nuovi intrecci, ma non è mica How I Met Your Mother!

Sono stata spinta alla visione di Compagni di università (titolo originale: Friends from College) incuriosita da un post instagram di Cobie Smulders, ma episodio dopo episodio, ne sono stata delusa.

E’ una serie statunitense, creata da Francesca DelbancoNicholas Stoller. Diretta da quest’ultimo, si compone di due stagioni, ciascuna di 8 episodi da trenta minuti circa. Racconta le vicende di una serie di personaggi, ex compagni di università, che dopo essersi laureati ad Harvard, conducono vite molto diverse tra loro. Il gruppo si ricompone quando Ethan (Keegan-Michael Key) e Lisa (Cobie Smulders) diventati marito e moglie, tornano a vivere a New York e, in attesa di trovare un appartamento che si adatti alle loro finanze, vengono ospitati da Marianne (Jae Suh Park) che fa lavoretti saltuari godendosi la passione per il teatro d’avanguardia e lo yoga. Lisa, avvocato, non è contenta del suo lavoro e tenta da anni di avere un bambino con Ethan che non ha mai smesso di intrattenere una relazione sessuale con la sua prima fidanzata: Sam (Annie Parisse), amica di entrambi. Sam, dal canto suo, è una donna di successo con due figli ed un marito facoltoso. Ethan è uno scrittore mediocre in cerca dell’ispirazione per realizzare un best seller, lo aiuta il suo migliore amico, nonché agente Max (Fred Savage) che, gentile e goliardico, frequenta Felix (Billy Eichner), un medico che fatica a tollerare e a comprendere gli amici del compagno e l’infantilismo che li lega. Nick (Nat Faxon) è il più spensierato, gode di un fondo fiduciario che gli permette di vivere di rendita e coltiva segretamente l’amore per Lisa con cui è stato fidanzato al college.

La storia non sarebbe neanche tanto banale se non fosse che ogni volta che si crea una situazione ingarbugliata, si passa alla successiva senza che si comprenda seriamente come si è risolta la precedente. Sembra un continuo “saltellare” tra problemi e complicazioni, con i turbamenti che ne conseguono per i vari personaggi, senza però che venga mostrato il passaggio tra la crisi conclusa e la successiva. Alcuni dettagli personali che vengono tralasciati, contribuiscono a rendere poco credibili le vicende. Sam, ad esempio, ha dei figli piccoli, ma è una madre assente, è sempre fuori casa, beve come se avesse un serio problema di alcolismo e non viene mai mostrato l’impatto che tutto questo ha sulla sua famiglia. Marianne non si capisce bene come faccia a mantenere il bell’appartamento che possiede, se viene poi di fatto dipinta come una svampita senza un lavoro fisso. Alcune scene sono gratuitamente volgari, senza che ciò che vediamo sia concretamente strumentale alla narrazione e traspare fin troppo palesemente lo sforzo di non far somigliare la serie a Friends o How I Met Your Mother, al punto tale che se ne distanzia anni luce assumendo l’aspetto di un pasticcio non ben definito.

Gli attori non se la cavano male, ma i loro personaggi sono scritti male. Il potenziale c’è e si percepisce una bella ironia che fa appena in tempo a prendere il via, per poi smorzarsi subito. Tra le due stagioni cambia poco e che lo schema base della serie si ripropone, molte battute si ripetono o sono addirittura prevedibili, come se gli sceneggiatori scarseggiassero di fantasia. Va da sé che non vi siano ancora notizie di un rinnovo per una terza stagione, ma noi vi terremo aggiornati.

Iscriviti
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
0
In iCrewPlay diamo spazio al tuo pensiero! Commenta!x
()
x
Condividi su facebook
CONDIVIDI
0