L’uomo che comprò la luna, un piccolo film distribuito in 10 copie in Sardegna, ha un incasso medio per sala di 1298 euro, contro i 1462 degli Avengers. Visto l’inaspettato esito sarà distribuito nel resto d’Italia
L’uomo che comprò la luna di Paolo Zucca è un film poetico, comico, surreale, ambientato in Sardegna e scritto dallo stesso Zucca, assieme a Barbara Alberti e Geppi Cucciari. Il film racconta la storia di due agenti segreti che hanno avuto la soffiata dagli Stati Uniti che in Sardegna qualcuno ha comprato la luna. I due reclutano un agente milanese, Kevin Pirelli, che, per essere trasformato in un sardo credibile, prende lezioni da un bizzarro formatore culturale. Kevin, in realtà, si chiama Gavino Zoccheddu ed è un sardo purissimo che ha drasticamente rinnegato le tradizioni della sua isola. Alla fine Gavino non solo scoprirà chi ha comprato la luna e perché: “Un pescatore sardo ha promesso la Luna alla donna che ama. E i Sardi le promesse le mantengono“, questa è la frase che ci accompagna nel film, ma ritroverà anche le sue radici.
Si tratta di un classico road movie, ispirato “dal trafiletto di un giornale – dice il regista – sulla vendita di lotti sulla luna da parte di una società americana. A poche centinaia di metri da casa mia, costa occidentale sarda, sul mare si adagia una vasta distesa di roccia calcarea bianca e solcata da crateri, proprio come la luna. Così ho immaginato che la luna fosse anche un po’ mia e di tutti i poeti. Poi, scoperte le sorprese che si nascondono tra le pieghe del diritto internazionale riguardo a spazio e corpi celesti, ho trovato la chiave dell’intreccio che, anche se assurdo, ha un fondamento legale e politico, oltre che metaforico”. Ma L’uomo che comprò la luna è anche molte altre cose: una storia di formazione, di ricerca dell’identità, è un omaggio al cinema e al fumetto, soprattutto francese e soprattutto ad Asterix, se è vero che Zucca si è ispirato direttamente ad Asterix in Corsica: “Perché ho cercato di raccontare la Sardegna guardando alla sagacia, alla leggerezza e all’inventiva con cui i francesi Goscinny e Uderzo hanno saputo raccontare la Corsica“.