Il 13 aprile, al Lucca Film Festival, grande serata per Paolo Taviani: doppio premio e un commovente incontro con un ospite a sorpresa
Sarà sicuramente una giornata da ricordare quella del 13 aprile al Lucca Film Festival. Alle 17.00, al Cinema Astra, era previsto il red carpet e l’incontro con il grande maestro Paolo Taviani, che avrebbe ricevuto il Premio alla Carriera. Il regista non si è fatto attendere e ha sfilato sul tappeto rosso, circondato dai tanti fan (e fotografi!) accorsi a salutarlo.
Paolo Taviani fa poi il suo ingresso al Cinema Astra e sale sul palco, accompagnato da un caloroso applauso da parte del pubblico. Nascosto dietro la montatura dei suoi occhiali inizia a parlare, con un inconfondibile accento toscano, e fin da subito sottolinea le sue origini e l’importanza di questo premio: “ricevere un premio in Toscana ha una valenza profonda. La Toscana è la nostra terra, è la terra dove abbiamo lavorato e dove siamo nati”. Quando parla dei suoi film, della sua carriera e del successo ottenuto in tutto il mondo, Paolo Taviani lo fa sempre al plurale: “questo premio alla carriera, questo applauso che avete fatto, lo sento anche per mio fratello. La carriera mia è una carriera a due, con Vittorio. Vi ringrazio anche a nome suo e ringrazio questo festival che è un festival particolare“. A questo punto il regista ha approfittato per mostrare il suo apprezzamento per un festival che “va in tante direzioni; non ci sono soltanto i film del momento, non ha un unico indirizzo. Qui si possono vedere vari modi di fare cinema. E questo è importante, perché il cinema è tutto da esplorare e questo festival aiuta a farlo“.
Come da programma, al regista viene consegnato il Premio alla Carriera, che accetta con un “grazie” commosso e un po’ divertito. Subito dopo aggiunge, scherzando con il pubblico: “ringrazio ancora per questo premio, inaspettato. Quando mi è stato detto mi sono stupito, vi ricordate ancora del mio cinema allora! Spero che mi darete un premio anche con il prossimo film, che voglio assolutamente fare, nonostante l’età“.
Il Premio alla Carriera non è l’unico della serata. Subito dopo, infatti, a Paolo Taviani viene consegnato anche il premio Unesco-Fellini, che accetta con grande piacere, ricordando il suo incontro con il grande regista italiano e sottolineando l’importanza di un premio che “difende la cultura, in un momento in cui c’è ancora chi la combatte. Quindi grazie e che la cultura rimanga!“.
A questo punto, sembra che l’incontro sia giunto al suo termine, ma le sorprese (per noi, ma anche per il regista) non sono ancora finite. Viene annunciato un ospite speciale, venuto a Lucca personalmente per onorare Taviani. Alfonso Cuarón entra in sala, tra gli applausi e lo stupore generale. Sale sul palco e i due registi, uno davanti all’altro, si abbracciano. Un abbraccio lungo, emozionato ed emozionante, per loro e per noi. Cuarón saluta Paolo “che tanto mi ha dato con i suoi film. La mia adolescenza cinematografica è stata caratterizzata dai suoi film, sono stati fondamentali per il mio cinema e per la mia vita. Un cinema fatto di rapporti umani e di rapporti con il mondo“. “Quando ho saputo della tua presenza a Lucca – ha continuato il regista – sono corso a salutarti“. Paolo Taviani, visibilmente commosso e rimasto momentaneamente senza parole, ringrazia Alfonso Cuarón e, a sua volta, fa i complimenti al regista “che meglio rappresenta il neoralismo italiano. Oggi più che mai, c’è bisogno del suo cinema. Un cinema semplice, che arriva dritto al cuore“.
Un momento molto toccante. C’è sempre qualcosa di speciale nel vedere due giganti del cinema abbracciarsi e commuoversi a vicenda. Credo che siano momenti come questi, inaspettati e così genuini, che fanno capire cosa davvero è il cinema: due registi di due generazioni così lontane e di due paesi diversi, con storie e vite diverse, che, nonostante tutto, nel cinema ritrovano un punto di unione fortissimo e indissolubile.
Arrivati alla fine dell’incontro, Paolo Taviani saluta il pubblico e presenta la versione restaurata di Good Morning Babilonia (1987): “Il film parla di due artigiani, che restaurano cattedrali, ma che per via della disoccupazione sono costretti a emigrare in America. Quando abbiamo pensato a quale chiesa potessero restaurare, abbiamo pensato subito a San Martino (nda: a Lucca). Era nella nostra fantasia. Poi, invece, siamo stati costretti a cambiare location e abbiamo girato in Piazza dei Miracoli, a Pisa, che ci sembrava anche troppo importante“. Taviani parla a lungo del rapporto tra i due fratelli, senza mai rivelare troppo, un rapporto che in parte rispecchia il legame che aveva con il fratello Vittorio. Prima di lasciarci al film, aggiunge una breve riflessione, che apre un collegamento tra il film, ambientato agli inizi del ‘900, e il mondo di oggi: “Come tanti altri italiani, che sono emigrati, questi due fratelli hanno aiutato il Paese a diventare grande. E allora io ho pensato a tutti questi uomini che oggi vengono da altri paesi e che, invece di essere allontanati, potrebbero aiutare l’Italia a diventare migliore“.
Prima dell’inizio della proiezione, l’ultima sorpresa della giornata, un video messaggio dell’attrice Kasia Smutniak che saluta Paolo e racconta un aneddoto divertente di quando girarono insieme Maraviglioso Boccaccio (2015):