Joker: Robert De Niro parla di una possibile connessione tra il suo personaggio e il film di Scorsese Re per una notte, accennando anche alla tecnologia de-aging utilizzata per The Irishman
L’attesa per vedere Joker è decisamente alta, la cupa versione realizzata da Todd Phillips del super cattivo di DC Comics interpretato da Joaquin Phoenix, sembra avere molti punti in comune con i film sul crimine di Martin Scorsese. Un paragone visto da molti, tra cui Robert De Niro stesso che finalmente abbiamo visto nell’ultimo trailer nei panni di un conduttore televisivo di nome Murray Franklin.
La nuova pellicola DC sarà ambientata nel 1981 con Phoenix che interpreta un comico in lotta con le sue aspirazioni di celebrità, il futuro Joker. Già solo con questo qualche collegamento con Re per una notte di Scorsese si può trovare. In un’intervista con IndieWire, De Niro ha confermato che il suo ruolo è un cenno a quella sua famosa performance precedente.
Ma di cosa parlava Re per una notte?
Re per una notte vede De Niro nei panni del comico psicopatico di nome Rupert Pupkin, ossessionato in modo particolare da un noto conduttore televisivo (Jerry Lewis). La storia si conclude con Rupert che realizza finalmente il suo sogno dopo un periodo in prigione (ma molti interpretano questo finale come una fantasia del protagonista). De Niro ha detto che Murray è stato concepito nello spirito del ruolo da lui già interpretato per questo film. “C’è una connessione, ovviamente, con tutto”, ha detto De Niro, dai suoi uffici a Tribeca, mentre faceva interviste per l’imminente Tribeca Film Festival. “Ma non è una connessione diretta come il personaggio, ho voluto interpretare questo personaggio come se fosse Rupert molti anni dopo, come ospite di uno show.”
Nondimeno, De Niro ha dichiarato che avrebbe voluto riprendere il personaggio anche in modo più esplicito. “Se lo avessero proposto a me, avrei detto: ‘È interessante, forse possiamo provare a farlo'”, ha detto. “Ma facendo anche questo tipo di film, rimane comunque collegato in un modo, come potrai vedere.”
The Irishman e il VFX
De Niro ha recentemente rivissuto il suo passato in molti modi, il suo ultimo lavoro con Martin Scorsese The Irishman (prodotto da Netflix, in uscita per quest’autunno) è sicuramente uno di questi. Nel film, De Niro interpreta Frank Sheeran, sicario e leader sindacale, e seguiamo il suo personaggio (insieme di Al Pacino, Joe Pesci, Harvey Keitel e altri) attraverso diversi decenni. Novità di questo nuovo progetto di Scorsese è l’utilizzo ripetuto di un costoso VFX per il de-age del cast. “Stanno cercando di fare davvero il meglio che sia mai stato realizzato”, ha detto De Niro. “Per quello che ho visto sembra davvero buono.”
De Niro ha già qualche precedente esperienza con questa tecnica, già utilizzata per il film di pugilato del 2013 Grudge Match, ma la tecnologia era meno sofisticata e richiedeva agli attori di indossare un capo intrusivo per far funzionare la CGI. “Quando l’ho fatto in Grudge Match abbiamo avuto più problemi per la realizzazione”, ha detto De Niro. “Marty era preoccupato, giustamente. Era convinto che non avremmo dovuto indossare cose in più che avrebbero potuto distrarci. Avevamo alcuni punti, alcune cose riflettenti, tutte cose trascurabili”.
La co-prodruttrice di De Niro e cofondatrice del Tribeca Film Festival, Jane Rosenthal, ha notato che la tecnologia utilizzata ha dato una sfida diversa durante le riprese. “Avevano questo mostro a tre teste, una macchina fotografica che era in giro tutto il tempo. Avevano i capelli e i costumi del periodo, ma non dovevano preoccuparsi di nient’altro. Quindi il risultato in questo caso è stato che era un modo più intuitivo di lavorare per un attore.”
De Niro ha dichiarato che la sua esperienza su The Irishman lo ha portato a pensare a nuove opportunità offerte dalla tecnologia. “Se estenderà la mia carriera di 30 anni, va bene per me”.