Sons of Anarchy
Sono trascorsi ormai più di dieci anni dalla messa in onda del pilot di Sons of Anarchy ma la serie ideata da Kurt Sutter, continua a riscuotere consensi e a far parlare di sé. Era il 3 settembre del 2008 quando il canale satellitare FX ha iniziato a trasmettere negli Stati Uniti la storia di una gang di motociclisti alle prese con attività illegali di vario genere, prima fra tutte: il contrabbando di armi.
Sons Of Anarchy trailer
SAMCRO (Sons of Anarchy Motorcycle Club, Redwood Original) è il nome del club di motociclisti e la storia, ambientata nella fittizia cittadina californiana di Charming, ruota intorno a Clay Morrow (Ron Perlman), presidente del club e padre adottivo di Jackson “Jax” Teller (Charlie Hunnam che avrete recentemente visto in Papillon e King Arthur – Il potere della spada), figlio del fondatore del club, il defunto John Teller e ai suoi Sons of Anarchy, centauri che possono vantare molti alleati e dispongono anche della collaborazione dello sceriffo di Charming, Wayne Unser (Dayton Callie), ma a cui naturalmente, non mancano diversi nemici.
La serie, che nel 2011 è valsa il Golden Globe come migliore attrice in una serie drammatica a Katey Sagal (che interpreta Gemma Teller, la madre di Jackson), è suddivisa in sette stagioni, ciascuna composta da 13 episodi, fatta eccezione per la quarta che invece ne ha 14. In Italia, è andata in onda sul canale FX e su Fox, ma attualmente tutti gli episodi sono disponibili su Netflix.
Ambientazioni desertiche, polverose, una sigla che lascia pregustare la carica travolgente degli episodi, una colonna sonora eccezionale che accompagna le scene più salienti, il sorriso sbieco di Charlie Hunnam, il sole californiano che batte sulla pelle dei chiodi sfoggiati con orgoglio, i tatuaggi impressi sui corpi a raccontarne la storia, la giusta dose di drammaticità dolce amara e tanta azione.
Tema dominante è il libero arbitrio, non soltanto espresso attraverso il flebile equilibrio tra il bene ed il male, ma nell’eterna lotta tra legge e anarchia, caos e ordine. Sons of Anarchy mutua il tema shakespeariano della vendetta e lo palesa nei turbamenti dell’animo del protagonista (Jackson), combattuto tra la vita ormai intrapresa, dalle responsabilità da cui non può prendere le distanze e ciò che egli stesso avverte invece come giusto. Il suo flusso d’autocoscienza si intreccia con quello degli altri centauri, alla scoperta delle storie di ognuno di loro, e del potere autodistruttivo della rabbia e del rancore che possono essere più letali delle armi.
Punto di forza del lavoro che ha dato vita alla serie è, senza ombra di dubbio, il background culturale e sociale del suo creatore. Kurt Sutter, che ha avuto un’infanzia difficile, problemi con la legge e che ha lottato contro l’obesità e la tossicodipendenza, ha più volte dichiarato che i suoi personaggi prendono vita dalle più difficili, drammatiche e segnanti esperienze vissute in prima persona.
Sutter, in collaborazione con Elgin James, ha inoltre dato vita ad uno spin-off della serie: Mayans M. C., in onda in Italia dal 6 dicembre 2018 sul canale satellitare Fox. Mayans M. C. è ambientata nello stesso contesto di Sons of Anarchy, ma segue le vicende del Mayans Motorcycle Club, gang messicana.
Sons of Anarchy crea dipendenza, esattamente come tutte le serie TV d’eccellenza e com’è stato per Breaking Bad o per Lost, è in grado di far discutere, di far piangere, di far arrabbiare, di far provare reale affetto e trasporto per i personaggi.